venerdì 21 maggio 2010

Tra “i politici che in questi anni lo hanno difeso”



“Giovane democratico ci spiega tutto quello che il Pd pensa davvero di Santoro” (Il Foglio, 21.5.2010). Tolte le pagine che citano quello che pensa di Santoro, e che Il Foglio gli fa l’onore di fargli dire a nome di tutto il Pd, Google è assai avaro di voci sull’onorevole Stefano Esposito: è citato quasi esclusivamente per indicarlo tra i parlamentari del Pd che erano assenti in aula quando lo “scudo fiscale” passò per una manciata di voti, e per la sua attivissima presenza su Facebook.
Ennesima dimostrazione di quanto Google non dia a ciascuno il suo, perché a dispetto del poco che se sa, l’Esposito ha doti eccezionali: prima che Santoro spiegasse le sue ragioni, ieri sera, ne aveva già un’opinione, ieri mattina. Non è geniale?

Santoro avrebbe detto: “Gli unici ad avere sicuramente ragione, e che possono dire di tutto, e di più, e che possono perfino insultarmi, sono gli spettatori. E sono gli spettatori perché c’è una ragione profonda. Un programma come il nostro non crea un movimento politico, non crea un partito, ma crea una comunità in cui si investono sentimenti, emozioni, passioni, dialoghi, si riesce a parlare con qualcun altro la mattina dopo”.
Errato. La mattina dopo era inutile parlare, l’Esposito l’aveva fatto, e a nome di tutto il Pd: “Michele Santoro dice di essere stanco di una battaglia con l’azienda che va avanti ormai dal 2002, dal famoso «editto bulgaro» di Silvio Berlusconi. Giustificazioni che offendono per la loro scarsa sostanza i telespettatori e i politici – tra cui me – che in questi anni lo hanno difeso in nome della libertà di informazione”.
Non c’erano state ancora le giustificazioni, ma l’Esposito già sapeva che fossero di “scarsa sostanza”. Geniale, senza dubbio.

A questo punto non varrebbe nemmeno la pena di ascoltarle e tuttavia, giusto per mettere in risalto le straordinarie doti dell’Esposito, vediamo Santoro cosa dice: “Nonostante due sentenze dei giudici di primo grado e di appello, i partiti di destra e di sinistra, e di sinistra, che controllano la Rai e la stanno conducendo, a mio parere, sull’orlo di una crisi molto grave, non hanno mai voluto prendere atto di questa sentenza fino in fondo e infatti hanno fatto sempre ricorso, la prima volta, la seconda volta e adesso in Cassazione. Che cosa è successo? Che mentre loro facevano ricorso – adesso in Cassazione – nel frattempo Annozero andava in onda per quattro stagioni, 122 puntate, e la Rai grazie al fatto che Annozero andava in onda e che un giudice l’aveva messo in onda, badate bene, ha realizzato grandissimi profitti e tutti questi profitti la Rai li ha incassati e giustamente li ha spesi per fare anche altri programmi magari meno nobili di Annozero. Ora, che cosa succedeva mentre la Rai incassava questi profitti? Contratti bloccati, posizioni congelate, punizioni, minacce di punizione…”.

Una descrizione dei fatti che non corrisponde a ciò che l’Esposito ha scritto e che Il Foglio gli ha tempestivamente pubblicato, ma è chiaro chi dei due abbia ragione e, anche se non c’è traccia in giro di uno Stefano Esposito che abbia mai “difeso” Santoro, perché non credergli sulla parola? Non lo difende adesso, certo, ma chissà quante volte l’ha difeso in cuor suo.

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