mercoledì 19 maggio 2010

Tutto è relativo, d’altronde


Ogni volta che a un ebreo è stato impedito di prendere parola in una università italiana o europea, Il Foglio non ha mai mancato di protestare: in nome della libertà di espressione, prima ancora che in solidarietà di Israele, bastione di democrazia e tolleranza nell’assai poco democratica e dell’ancor meno tollerante realtà del Medioriente
 Anche quando a Benedetto XVI fu vietato di parlare alla Sapienza, Il Foglio fu in prima linea: in nome della libertà di espressione, prima ancora perché il papa è papa, e non sta bene vietargli di parlare.
Stavolta che a Noam Chomsky è impedito di parlare in un ateneo israeliano, la libertà d’espressione diventa un fatto relativo (tutto è relativo d’altronde) e in primo piano Il Foglio mette in evidenza che Noam Chomsky sarebbe un pezzo di fetente.

4 commenti:

  1. "Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.", diceva Voltaire.

    E lei, Malvino, pretende mica che il Ferrara sia d'accordo con quel mangiapreti secolarista di Voltaire?
    Piuttosto se l'è adeguata, correggendola così;
    "Se sono d'accordo con te, darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee, altrimenti fottiti!"

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  2. Noam Chomsky è effettivamente un fetente, ma come si diceva una volta "la democrazia non può impedire agli asini di ragliare". Quindi un sistema democratico non può proibire a Noam Chomsky di ragliare, ma deve consentirgli di farlo in un ateneo ?

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  3. Come fu impedito , da dopo che scrisse banalità del male, all'ebrea Hanna Arendt di recarsi in Israele. E tuttora i suoi libri non sono tradotti in ebraico.
    Ti consiglio di leggere il libro di Burg : sconfiggere Hitler. Molto interessante a questo proposito.

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