lunedì 10 maggio 2010

Un parrucchiere alla ristrutturazione degli Uffizi



L’intellettuale più lucido del centrodestra – parlo di Marcello Junio Clerici – è chiamato a superare se stesso, stavolta. Si tratta di difendere Sandro Bondi non già dalle insinuazioni che minano la sua reputazione di uomo onesto – per quello basta un Daniele Capezzone qualsiasi – ma dalle perplessità che sollevano certe sue scelte che il senso comune definirebbe “del cazzo”, come quella di affidare a un parrucchiere la ristrutturazione degli Uffizi. Compito arduo, ma non impossibile.
Gli consiglierei, prima di tutto, di invertire i termini della questione, per mettere in primo piano gli Uffizi, facendo arretrare di un passo il parrucchiere: dire che il signor ministro aveva un fine (la ristrutturazione di un bene artistico), e che sul mezzo per ottenerlo al meglio (parrucchiere o non parrucchiere) non era mosso da idee preconcette o preclusioni aprioristiche, tanto meno verso la nobile tradizione dell’artigianato italiano, da sempre contiguo all’arte, fino confondervisi. Un parrucchiere non è artigiano? Un sano pragmatismo scevro da condizionamenti ideologici mi esclude in partenza un parrucchiere alla ristrutturazione degli Uffizi?
Qui non guasterebbe una tirata – di quelle palpitanti, però – contro la natura dei pregiudizi che stroncherebbero l’opzione-parrucchiere senza neanche prenderla in considerazione: chiaramente radical chic, com’è di quella élite di sinistra, culturalmente egemone,  eccetera, eccetera, eccetera.
Poi, di botto, a chiudere, qualcosa tipo “pure il Vasari, in fondo, partì dalla bottega di un vetraio”.



4 commenti:

  1. Marcello Junio Clerici smentisce tutti i luoghi comuni della Soncini sul fatto che l'intellettuale di destra non esiste

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  2. Si potrebbe osare di più: si potrebbe dire che un parrucchiere che è anche amministratore unico di una società "specializzata nella preparazione di terreni per la coltivazione delle erbe" mostra sicuramente l'eclettismo indispensabile a svolgere una mansione così delicata come la ristrutturazione degli Uffizi.

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  3. Crepate d'invidia, io a casa ho un manganello autografato da Marcello Junio Clerici

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