venerdì 4 giugno 2010

“Muori, per Dio!”


A uccidere monsignor Luigi Padovese è stato il suo autista. Fatte le dovute condoglianze e aver ribadito che la violenza è sempre cosa sgradevole, sarebbe il caso di indagare sul rapporto tra datore di lavoro e dipendente piuttosto che archiviare tutto, e pigramente, alla voce “martirio della fede”. Perché ormai ogni religioso ucciso sembra godere del diritto alla qualifica di “martire della fede”, che scatta in automatico, anche quando viene ucciso per ragioni che hanno (o potrebbero avere) assai poco a che fare con la sua missione di proselitismo in partibus infidelium. Che l’assassinio venga consumato al grido di “Allah o-Akbar!” mi sembra poco, perché avrei qualche difficoltà ad archiviare come fanatico religioso un omicida che spari al grido di “Muori, per Dio!”.

2 commenti:

  1. Probabilmente, l'autista avanzava qualche mensilità arretrata e l'altro continuava a tenerlo buono con santini del sacro cuore .... roba da far andare in bestia chiunque:"Pagami, per dio!"

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  2. Itaque martyres non facit poena, sed causa.
    Ciò che fa i martiri non è la pena, ma la causa. Agostino, Enarrationes in Psalmos 34, d. 2, 13

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