mercoledì 23 giugno 2010

“Un impegno davvero speciale”



Sfilare soldi a chi se li vuol far sfilare non configura il reato di truffa o di circonvenzione di incapace, almeno in ambito religioso e quando il credo di chi sfila abbia quel minimo di rispettabilità che, per esempio, il Papato ha saputo conquistarsi e Scientology ancora no. Del tutto legittimo, dunque, che il Papa chieda soldi a chi glieli voglia dare, ma nel darne motivo con 2 Cor 9, 13 dovrebbe avere la decenza di contestualizzare e di citare in modo corretto.
In 2 Cor 8, 1-15 (Motivi di generosità) Paolo ha spiegato le ragioni della colletta: “servizio a favore dei santi” (2 Cor 8, 4), cioè dei fratelli delle Chiese della Macedonia, che versano in “estrema povertà” (2 Cor 8, 2). La povertà è cosa santa, naturalmente, ma fino a un certo punto: in quanto “delegati delle Chiese e gloria di Cristo” (2 Cor 8, 23), hanno diritto a un minimo di decoro. “L’adempimento di questo servizio sacro non provvede solo alle necessità dei santi” (2 Cor 9, 12), ma avrà un suo ritorno: “Essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza” (2 Cor 9, 13), che nella citazione salta, e poi, sì, anche “per la generosità della vostra comunione con loro” (2 Cor 9, 13). La vostra generosità è un obbligo.
“Un impegno davvero speciale”, dunque? No, siamo alla forma light della riscossione della decima.

3 commenti:

  1. dopo il crollo dell'8 per mille dubito che raccolgano qualcosa di consistente

    il 27 andrò a vedermi "La Papessa"

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