mercoledì 14 luglio 2010

Clic




“La vita è uno stato mentale”
Georges Ivanovič Gurdjieff

Sul giornale di Giuliano Ferrara è pubblicato un ritratto di Massimo Bordin che non trascura un cenno al suo tabagismo e “all’antiproibizionismo che lo portò a far sentire in diretta il «clic» dell’accendino in piena campagna italiana sui divieti di fumo nei locali. Bordin disse qualcosa come: e io mi accendo una sigaretta” (Il Foglio, 14.7.2010). Bene, penso che questo dettaglio sia assai utile alla comprensione dell’uomo che troppo spesso, e anche stavolta – stavolta con Marianna Rizzini – è ridotto a stereotipo e frusta aneddotica.
Roba benevola, in genere, o almeno non troppo malevola (che già è molto), e così è pure per questo ritratto che Il Foglio ci offre di Bordin. Tuttavia credo che tutto il carico di Trotzki e Pannella non metta e non tolga uno iota a un uomo che: fuma; ritiene ingiusto l’assoluto divieto di fumo nei locali pubblici (perché, rammentiamolo, è di questo che si trattava); e accende lo stesso la sua sigaretta; e fuma; e si autodenuncia.
Sarò un inguaribile romantico, ma ritengo tutto questo bello e nobile, giusto e logico.

Agli antipodi di questo genere d’uomo c’è quello che: fuma (qui stiamo parlando di Ferrara); e ritiene ingiusto il divieto (si legga Il Foglio della prima settimana del gennaio 2005); ma, quando il divieto è fatto legge, dichiara solennemente che la legge va rispettata, anche se ingiusta, sempre, per una sua intrinseca rappresentazione del Potere (non ha importanza se di un Dio o di un Principe, tanto per uomini del genere fa lo stesso), e che, per quanto lo riguarda, ogni tanto un bel tabù non guasta: non fumerà mai più in locali pubblici – dichiara – a cominciare addirittura dalla sua redazione (“Qui sono spariti i portacenere, la legge è legge [...] Siamo in piena ed esemplare astinenza”Il Foglio, 12.1.2005); e poi fuma di nascosto, come un liceale al cesso.
Si ascoltino le trasmissioni a cura della redazione de Il Foglio ospitate da Radio Radicale nel corso della campagna referendaria sulla legge 40 (le trovate su radioradicale.it): dalla puntata del 12 maggio 2005 fino alla fine, Ferrara fa sentire innumerevoli volte il «clic» dell’accendino. E non erano passati neanche quattro mesi. E mai una volta qualcosa come: e io mi accendo una sigaretta.

3 commenti:

  1. Bordin mi piace da sempre, non sono un fumatore, non ho problemi con i tabagisti - neppure se mi alitano addosso - e il gesto della sigaretta, che non conoscevo, è subito romantico. Questo, per chiarire sin da subito i primi termini del problema.
    Ma, politicamente e filosoficamente, si trattò d'una gran cazzata che rischiava di mettere in ridicolo le proteste radicali, come d'altronde più volte Pannella ha fatto nel corso degli anni (ricordo, una volta di più, la colossale idiozia logica di Democrazia linguistica).
    Nel caso del divieto di fumo in locali pubblici non si trattava, infatti, di proibizionismo, ma di limitazioni della libertà per non ledere la salute altrui (il provvedimento fu giustificato chiamando in causa anche la salute personale, ma di quello ce ne sbattiamo le palle, la ratio della norma regge alla perfezione anche senza).
    Il buonsenso vuole che a norma si abbini trasgressione, e dunque in un locale pubblico frequentato da soli fumatori che si conoscono da una vita quel divieto è stato perennemente aggirato, com'era prevedibile sin da allora.
    Un'altra battaglia perso, altro fiato sprecato, un'altra tacca nell'integrità della filosofia liberale.

    Perdona l'intervento ad angolo su un post che non vuole avere questo come senso. Resta la mia stima incondizionata per Bordin commentatore, polemista, chiosatore, mediatore.

    [Ferrara, invece, pontifica come un Hobbes smaliziato, ma è incapace di resistere ai vizi privati sanzionati dalla pubblica autorità e alla menzogna spudorata. Cfr. T. Hobbes, "Considerazioni sulla reputazione, sulla lealta, sulle buone maniere e sulla religione", ed. La vita felice (sic), in particolare la prefazione di Norberto Bobbio]

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  2. malvino assurga tra gli dei dell'asgard

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  3. clic

    ovvero, sono romantica anarchica e deficiente - autodeleteria

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