martedì 14 settembre 2010

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Tutti contenti alla notizia che il kemalismo vada in soffitta e che la società turca sia finalmente libera dal giogo dell’esercito e della magistratura che, con la scusa di far da garanti alla laicità dello stato, hanno penalizzato il ruolo pubblico della fede e sottratto diritti ai credenti. Adesso tocca ai turchi dimostrare che fosse una scusa.   

5 commenti:

  1. Io per non sbagliare, uno di quei generali all'interno del PD, lo vedrei bene.

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  2. Che sia morto il kemalismo non è, di per se, una cattiva notizia. Sicuramente lo è la vittoria dell'erdoganismo, che temo sia una delle molte mutazioni del fonamentalismo religioso (di quale religione è problema secondario, come lei mi insgna)

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  3. Condivido ogni parola,virgola,punto.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

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  4. Dai, per favore, non esageriamo; capisco che le notizie dal mondo siano analizzate necessariamente con uno sguardo più frettoloso rispetto a quelle che vengono dal nostro paese, ma basterebbe andarsi a leggere gli emendamenti, articolo per articolo, e ricordare da una parte il contenuto delle proposte cassate dalla Corte costituzionale, e dall'altra l'enorme potere che essa ancora detiene nella società turca, assieme ai militari e alla magistratura (potere profondamente sbilanciato rispetto ad una democrazia occidentale; ma probabilmente adatto a una società islamica), per riuscire a inquadrare per bene la portata di una riforma che rivoluzionaria, per quanto riguarda l'equilibrio tra i poteri dello stato, proprio non è.

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