giovedì 2 settembre 2010

Il tic di un furfantello in giornata poco felice

Non vi sarà sfuggito il post in cui Camillo si lamenta dell’ipocrisia di quanti hanno storto il muso per la lezione di Corano tenuta a Roma da Gheddafi ma non hanno sollevato alcuna perplessità riguardo all’eventuale costruzione di una moschea a due isolati da Ground Zero, concludendo: “Gheddafi no, moschea a Ground Zero sì. La differenza? Berlusconi”. A me era sfuggito, ma Nicola Bergonzi me lo ha segnala e mi chiede di commentarlo.
In realtà, la questione sollevata da Camillo non meriterebbe alcun commento, perché è costruita su una correlazione così goffamente surrettizia da costituire implicitamente offesa a chiunque venga offerta. La moschea a due isolati da Ground Zero, se e quando sarà costruita, potrà essere considerata una “vergognosa indecenza”, come lo stesso Camillo è disposto ad ammettere sia stata la “baracconata islamista” di Gheddafi a Roma? Non si tratterebbe di un edificio eretto su un terreno privato e destinato al culto islamico, in un paese che riconosce il pieno diritto alla proprietà privata e alla libertà di credo religioso, compreso quello islamico?
Camillo è disposto ad ammettere che Gheddafi “prova comicamente a fare proselitismo islamico a Roma”, ma può ragionevolmente sostenere sia lo stesso per una moschea a New York? Ha notizia di moschee – di quelle già presenti a New York (una non lontana da Ground Zero, di cui nessuno s’è sognato di chiedere l’abbattimento o la chiusura dopo l’11 settembre) o di altre in qualche altro paese – che offrano 80 euro a ogni visitatore non musulmano disposto ad ascoltare una lezioncina di Corano, e 300 a chi sia disposto a convertirsi all’islam? E dunque: se in premessa non c’è alcuna sostenibile analogia tra le due cose, perché Camillo si aspetta identica opinione su entrambe? Una risposta c’è ed è proprio lui a darla: Berlusconi.
È stato Berlusconi a consentire l’indecente show di Gheddafi, e questo è chiaro anche a Camillo: ora cosa può congruamente neutralizzare l’indecenza? Il non trovare indecente ciò che per Camillo dovrebbe esserlo, senza però essere in grado di produrre argomenti decenti per dimostrarne l’indecenza.
Ma forse non è necessario andare tanto a fondo, perché il patetico azzardo polemico di Camillo può essere liquidato già in superficie: il tic di un furfantello in giornata poco felice.

3 commenti:

  1. Apprezzo che tu non abbia messo neanche un link al post di quel cialtrone. Io continuo a quotarti sul mio blog.

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  2. Grandissimo. Quando imparerò a scrivere come te, sarò un uomo più felice.

    (M'è arrivato il libro di Hasler; ed ho una domanda sul periodo niceno della Chiesa cattolica, ma penso che la affiderò a una mail diretta, stasera).

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