domenica 7 novembre 2010

D'un Dio intrigante




8 commenti:

  1. A quel convegno, D'Alema è stato protagonista d'un fatto curioso. Appena sedutosi, s'è voltato alla sua sinistra e, rivolto stupito all'altro relatore, avrebbe esclamato:"Sei tu forse il figlio di Dio?". Dacché l'interpellato gli avrebbe risposto:"No. Io sono di più. Io sono Tronchetti Provera".

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  2. si vede che d'alema è un novizio. traspare esagerata (ravasi ride palesemente) la sua adesione di "non credente" al fascino mistico del "ti vedo/non ti vedo", al bisogno di trascendenza e all'ascolto di dio! preti, padroni, leghisti ministri di polizia e ex pseudocomunisti, unitevi!

    fallita ogni menzogna nell'al di qua, per poter continuare a comandare e fottere si prova con la vecchia bugia: indurci alla gioia dell'attesa di un compenso su un'ipoteca spiccata sulla vita eterna

    ha funzionato per tanti secoli perché non tentare una nuova chance?

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  3. A questo punto rimane solo il baffetto a contraddistinguerlo da Osho

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  4. d'alema che paaaaalllleeeeeeeeeeee!
    sta lì a misurare le parole col bilancino per non scontentare nessuno, e dillo che sei non credente o ateo! no, sei "laico" (nell'accezione contemporanea ecc. ecc.)
    non so se hanno pagato la comparsata a d'alema, ma senz'altro avrebbero dovuta pagarla a tutti i presenti per essersi sorbiti una roba del genere...
    capito perchè nel PD non riescono a decidere niente?

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  5. Ma che se ne andasse affanculo. Nell'accezione tradizionale o contemporanea, cambia nulla.

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  6. Appellasse se stesso come gli pare, ma D'Alema rimane quello che è: un ignorante che si crede 'sto cazzo.

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  7. bastava dire:
    sono ateo, non credo in dio, riconosco che la religione cristiana, come tutte le religioni, ha costruito un sistema di valori

    (ideali in un determinato periodo storico, ora evidentemente sorpassato e che andrebbe fortemente integrato da un'etica laica e "scientifica").


    Massimi', l'uomo moderno ha una morale perché inserito in contesto socioculturale.

    A differenza del passato in cui la morale era scritta nei testi sacri, ora più che pria, la morale è data da altro, il che non esclude in maniera categorica la presenza dei libri sacri nella morale ma ne determina la portata, "permettendo" anche agli atei di avere una loro morale "civile", in genere meno dannosa di quella basata sul codice religioso.

    A***

    P: sicuro che se va ad un convegno dell'UAAR la versione sarà diversa, non meno caotica di questa però.

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