sabato 27 novembre 2010

L’intuizione di Frattini


Il complotto ai danni dell’Italia e la barzelletta sul pollo che attraversa la strada si tengono benissimo, e vi spiego subito il perché.
L’ometto va a un summit del G20. Gli altri 19 sono statisti che la congiuntura mondiale ha reso seriosi e nevrotici, ma il nostro è la quintessenza dell’allegria, è argento vivo, è genio dell’intrattenimento. Cosa meglio di una bella barzelletta per sciogliere l’umor cupo che fa cappa sul vertice? Una botta di buonumore fa bene a tutto, anche all’instabilità dei macrosistemi. Il nostro non è mai stato scoraggiato in tal senso, anzi, spesso abbiamo avuto la sensazione che i suoi interlocutori internazionali lo trovassero simpatico. Ecco, il punto è questo: sarà che abbiamo avuto un’impressione errata. Può darsi che lo trovassero ridicolo e che quella simpatia fosse in realtà compassione.
Non volendo dire: “È imbarazzante”, hanno sempre detto: “È divertente”, o hanno lasciato intenderlo a chi voleva. Questo ha ingenerato un equivoco che ha incoraggiato l’ometto a far sempre di peggio, anche perché incoraggiato da chi gli faceva credere che le relazioni internazionali avessero tanto bisogno di una spolveratina delle sue. Alla barzelletta sul pollo che ha imbarazzato perfino gli addetti alla traduzione, si arriva in niente. Se non era per una barzelletta intraducibile, sarebbe stato per una amichevole strizzatina di palle a Cameron o per un popi-popi alle tette della Merkel, ma prima o poi doveva accadere.
Qui viene a realizzarsi il cortocircuito che slatentizza il complotto ai danni del nostro amato premier e dunque, in pratica, ai danni dell’Italia. L’imbarazzo dinanzi al ridicolo non riesce più celarsi dietro i sorrisi di cortesia e, quando il tanto arriva al troppo, cala il gelo, l’ipocrisia non è sentita più come dovere: di colpo, le pacche sulle spalle, i cucù, le battute da vecchio erotomane diventano insopportabili.
Accade che il disprezzo di cui è fatto oggetto il premier ricada sul paese che rappresenta. Non dicono che rappresenta l’italiano medio? Non sostengono che in lui si fondano virtù e difetti del carattere nazionale fino a non poter più discernere quali siano le une e quali gli altri? E da capo di stato estero non è naturale che, venendoti a star sul cazzo Berlusconi, ti vengano a star sul cazzo tutti gli italiani e l’Italia? Non ti viene una gran voglia di cercare alleanze segrete per dare una severa lezioncina a questo popolo di insopportabili cafoni? Vai con le strategie destabilizzanti l’Italia, vai col complotto. Ed eccoci all’intuizione di Frattini.
So bene che vi risulterà bislacco, ma è l’unico modo per spiegare l’intuizione di Frattini.


7 commenti:

  1. A parte la prosopopea classica, che ci vede sempre amati e benvoluti e intenti a sonare il mandolino, anche se reduci da una gasazione a danno d'inermi popolazioni locali, bisogna dire che all'estero stiamo parecchio sul cazzo. Un'amica brasiliana di Fortaleza mi raccontava che, gli italiani che vanno in vacanza lì, sono riconoscibili per essere sempre pronti a spander merda, senza accorgersi d'offendere la povertà che hanno intorno ("ma perché non vanno a farsi vedere a Montecarlo?" - parole sue) e pure sempre pronti ad approfittare delle ragazzine di 12 anni che battono sul lungomare ... e che loro li odiano. Chissà se è così dappertutto? A conferma di quanto scrivi, ha poi aggiunto che il nostro Berlusconi è proprio il tipico italiano.
    Fa' un po' tu, che strana coincidenza.

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  2. Boh, strano che Frattini sia riuscito ad avere una intuizione.
    Soprattutto una intuizione in cui il capo è poco amato ed apprezzato.
    Non ce lo vedo proprio.

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  3. Mannò mio caro Malvino, non è come dice lei. Il complotto ha un suo fondamento: il nostro è capace di leggere i flussi! Guardi, glielo spiega Foa:
    http://www.ilgiornale.it/interni/imprevedibile_e_quindi_scomoda_ecco_perche_litalia_fastidio/28-11-2010/articolo-id=489948-page=0-comments=1

    Quella del buffone era tutta una tecnica studiatissima, ecco.

    (il Giornale: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!)

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  4. sembri molto informato su cio che succede degli italiani in brasile.
    In india dove vivo da piu di 15 non ho mai sentito parlare cosi male degli italiani, anzi.

    Liberarsi di berlusconi, a qesto punto sembra una cosa cosi grossa, come ripulire il dna italiano collettivo di tutta la cacca generata dai tempi di nerone, almeno.
    Chiedero` l`intervento della dea Kali (tempo)
    Che possa ingurgitare il tempo, tutto, in un sbadiglio profondo e liberatorio.

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  5. @-->Anonimo (presumo rivolto a me)
    "sembri molto informato su cio che succede degli italiani in brasile"
    Sono un nativo sudamericano, mezzosangue per l'esattezza, non un frequentatore abituale del lungomare di Fortaleza, se era a questo che volevi alludere :-)

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  6. @anonimo
    Confermo quanto detto da lector, io che in Brasile ho vissuto cinque anni più un altra dozzina in Germania e USA: all'estero non abbiamo un'ottima fama, se non per la gastronomia e la moda. Saranno stereotipi, ma in fondo, se ci pensi, di che dovrebbero parlare? I nostri unici nobel scientifici, ad esempio, se ne sono dovuti andare dall'Italia e quando si parla di Italia sui giornali esteri lo si fa per l'ultimo scandalo di SB, visto che in fondo sul piano diplomatico siamo un paese di secondo, se non di terzo piano, come confermato dai telegrammi di Wikileaks. O vuoi dirmi che sul Times indiano si parla dell'Italia per altre cose?

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  7. guarda, tempo fa mi sono trovato a cena con uno di quelli che partecipava a 'sti vertici, lui era già un ex, ovviamente, e uno gli fa "Berlusca è simpatico?". quello, di lingua tedesca, finisce di buttar giù il boccone, ci pensa un po' e risponde "nicht sympatisch .... unterhaltend." (non uno simpatico, un intrattenitore). poi butta giù un bicchiere di rosso. fine della storia.

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