martedì 30 novembre 2010

“Nessuno si suicida a 95 anni”


Avevo capito “Umberto” invece di “Giovanni” e mi ero assai stupito di una affermazione tanto imbecille: “Nessuno si suicida a 95 anni”. Un medico dovrebbe sapere – mi son detto – che non c’è età alla quale sia sopportabile un solo attimo in più di una vita davvero considerata insopportabile: che cazzo dice, Veronesi? Come può cedere, anche lui, a questo festival della costernazione dinanzi al suicidio? Perché non tace, se deve dire stronzate?
Non si trattava del venerabile oncologo – in cuor mio gli ho chiesto scusa per il solo averlo pensato possibile – ma del regista: tanto per intenderci, quello di Per amore, solo per amore (1993) e dei Manuale d’amore 1 (2005), 2 (2007) e 3 (2011). [Una di queste volte devo farmi spiegare da qualche esperto del ramo come un regista possa mettere nella sua filmografia un titolo che uscirà l’anno dopo. Esclude possa avere ripensamenti e metterci un anno in più prima di farlo uscire? Lo fa uscire comunque, anche se ha ripensamenti? E che tipo di cinema è? Che genere di regista è un regista del genere?]. Bene, tenuto conto del fatto che non l’aveva detta Umberto, ma Giovanni Veronesi, la cosa ci stava: ho ritirato lo stupore.
Poi però ho pensato a Rudolf Hess, suicida a 93 anni. Vuoi vedere – mi son detto – che devo in cuor mio scusarmi pure col signor regista, che intendeva solo dare a Monicelli il dovuto riconoscimento del record strappato a Hess? Scherzo, ovviamente: “nessuno si suicida a 95 anni” è frase così scema che non può essere troppo studiata, non fino a tanto.

A pensarci, però, meglio un commento cretino come quello di Giovanni Veronesi che quelli di chi è convinto che, a fargli una visita in ospedale, Monicelli avrebbe trovato una gran gioia di vivere. Chi si pente di averlo lasciato pranzare da solo, chi rimpiange di non avergli cambiato la busta al catetere. Siamo al solito voler bene appiccicoso di chi si crede indispensabile: dai, aspetta, adesso ti sorriso, così ti passa la voglia di buttarti di sotto. Ti sto dando tutto il mio calore umano, come non può darti ragione di vita? C’è arroganza in ogni tipo di pro life.


8 commenti:

  1. Purtroppo certi stronzi si sa già che non si suicideranno mai, neeanche a 105 anni. Troppo privi di immaginazione...
    Massimo

    RispondiElimina
  2. ho sentito una cosa più stupida ''un suicidio a 95 anni è una paraculata''
    detto questo a 95 anni affrontare un tumore è una tortura che non ha senso - avrei fatto esattamente la stessa cosa

    RispondiElimina
  3. morte, e la sua varietà suicidio nemmeno capiti o pensati bene sintomo (e grave) della neotenia dell'anima che affligge troppi italofoni e italopensanti. Neotenia: pensarsi come rimasti giovani, perfino giovanissimi, e non capire la morte essendo maturi o vecchi, e incapaci perfino di intuire, di intendere alla grossa i vecchi che fanno anche cose da (dignitosi) vecchi.

    RispondiElimina
  4. Una grande dignità, una grande lucidità e perfino forza fisica.
    Mi fa sorridere pensarlo mentre fa il suo bilancio, mettendo in una colonna ciò che ha vissuto e nell'altra ciò che resta. E poi decidere che ciò che gli resta non porterebbe nulla nella prima colonna, sarebbe solo sofferenza e inutile attesa.
    Un saluto e un pensiero, con il sorriso sulle labbra.

    RispondiElimina
  5. Monicelli ha detto:"muoiono solo gli stronzi"
    infatti lui non è morto. si è tolto la vita (colta la sfumatura?)
    ergo: Monicelli non è (era) uno stronzo.
    Stronzo semmai è il commento e il commentatore (che morirà)

    RispondiElimina
  6. Leggevo, tra i tanti interventi in uno dei tanti luoghi virtuali in giro, anche uno che diceva che a 95 anni il carcinoma non cresceva rapidamente (presumibilmente vero) e non dava problemi grossi (chi l'ha detto?) e che quindi MM ha compiuto un gesto stolto.

    Detto di uno dei più grandi intellettuali, cinico come chiunque ami la vita, non credente a quanto sembra e quindi non rimettente l'anima nelle mani di alcun dio, lucido fino ad arrivare alla decisione di uccidersi prima che i suoi 95 anni di splendore finissero in 2-3 anni di sofferenze inaudite (ho fatto assistenza ai malati di tumore di età avanzatissima, chi dice che non soffrono?), detto dicevo di un uomo così magari da un fresco ragazzino di catechismo mi suona davvero stolto.

    Ma più che stolto perché rigonfio della supponenza che fa dire ad alcuni che il loro modus vivendi sia modello per tutti.

    NON è così, cacciatevelo dentro la capoccia e chiudete quelle fogne con cui parlate!


    Grande Mario, ognuno ha la sua storia e può e deve decidere come chiuderla.

    RispondiElimina
  7. Monicelli ci ha lasciato così tanto da fa si che non ci faccia paura il nulla che rimane.

    Veronesi fa parte di questo nulla.

    Veronesi se morirà a 95 anni (di morte naturale, ovvio) rimarrà nei ricordi delle settantenni che lo guardavano quando erano quindicenni, e dopo poco scomparirà anche il suo ricordo.

    Mario Monicelli è dentro persone come me che sono nati 60 anni dopo di lui, Veronesi invece è già morto.

    RispondiElimina
  8. Una di queste volte devo farmi spiegare da qualche esperto del ramo come un regista possa mettere nella sua filmografia un titolo che uscirà l’anno dopo

    Tanto per spezzare una lancia - che se avesse arrecato ferite mortali sarebbe stata soltanto la benvenuta, in questo caso -, è normale che a un regista vengano attribuiti i film che ha, appunto, già diretti e che sono in uscita: o perché già pronti, e in attesa del lancio commerciale, o perché in post-produzione e, dunque, già girati e montati, salvo le ultime rifiniture.

    [dopo aver scritto quanto sopra, ho controllato su Imdb: (riprese in corso). Un altro po' coglione, dunque, lo è per davvero].

    RispondiElimina