mercoledì 22 dicembre 2010

Un'altra performance linguistica del professor Bellieni


Tre anni fa il professor Carlo Bellieni ci proponeva: “La parola «feto» dovrebbe essere bandita”. “Lo chiamiamo «feto» un minuto prima della nascita e «bambino» un minuto dopo – argomentava – ma che cosa cambia? Sul piano fisico assolutamente nulla”. Detto da un neonatologo, che non dovrebbe essere all’oscuro delle variazioni dei parametri cardiocircolatori, respiratori, ematologici, metabolici, neurologici ed endocrini che si hanno al momento della nascita, la cosa ci stupì non poco. Poi sapemmo che era membro della Pontificia Accademia Pro Vita e chiudemmo un occhio: per far carriera c’è gente disposta pure a far pompini, mentre il professore si era limitato a una timida performance linguistica. Poco convinta, bisogna aggiungere, perché da allora Bellieni non ha mai smesso di usare la parola «feto», alla faccia del buon esempio. Per dire: nell’ultimo suo articolo (L’Osservatore Romano, 22.12.2010) la usa cinque volte.
Passò meno di un anno e il professore attirò ancora la nostra attenzione: “I bimbi nati dopo fecondazione in vitro hanno un rischio di certe malformazioni maggiore degli altri”, disse che l’aveva letto su Lancet (VII/2007); ma il giorno dopo chiese scusa, aveva letto male (c’era scritto: “avranno uno sviluppo pari agli altri”). Anche qui chiudemmo un occhio: può capitare a tutti.
L’avevamo perso di vista, ma poi l’anno scorso se ne venne con un’altra delle sue: “Certamente l’introduzione nelle case dei Paesi occidentali di acqua corrente e servizi sanitari ha determinato una netta diminuzione di malattie infettive. Bisogna tuttavia riflettere su dei fatti che sembrano essere il rovescio della medaglia del nuovo fenomeno: l’eccesso di abluzioni porta ad un enorme consumo di acqua, in gran parte potabile, ad un’immissione nelle acque reflue di sostanze tensioattive, talora non biodegradabili, e alla perdita di quei germi «buoni» che talora sono la premessa per la protezione contro quelli patogeni”. Tremammo, pensammo che il magistero della Chiesa volesse porre un veto al bidet: timore eccessivo, la cosa abortì lì.
Passa un altro anno e riecco il professore…
“La diagnosi prenatale genetica, anche quando venga fatta sul sangue materno e senza rischio per il feto, non è eticamente neutra. Se servisse per curare sarebbe altra cosa, ma le possibilità di terapia dei malati di sindrome Down sono praticamente zero. La ricerca della sindrome Down del feto non deve essere uno screening, perché non è interesse dello Stato andare a individuare i bambini affetti prima della nascita”.
Lo Stato? E che c’entra lo Stato? Lo Stato non può imporre (ma nemmeno vietare) un’amniocentesi. Eticamente neutra o no, c’è una legge – una legge dello Stato – che consente la diagnosi prenatale delle patologie fetali che sono diagnosticabili e che consente l’interruzione della gravidanza se una di queste patologie fetali può mettere a rischio la salute fisica o psichica della gravida: è questa legge che non è eticamente neutra, perché il professor Bellieni non si fa promotore di un referendum per abrogarla invece di starnazzare obliquamente?
“Far diventare screening la diagnosi genetica prenatale surclassa la scelta individuale della donna”, aggiunge, ma chi ha mai imposto un’amniocentesi ad una cattolica che l’abbia ritenuta superflua perché comunque intenzionata a portare avanti la sua gravidanza, che il feto fosse o no affetto da sindrome di Down? Anche qui, comunque, si evidenzia un’inclinazione del professor Bellieni all’uso ambiguo della lingua. “Surclassamento” sta per “schiacciante superiorità”: se nessun screening è imposto, chi si schiaccia?


9 commenti:

  1. esilarante (a proposito di bidet: Luciano Spadanuda, storia del bidet, un grande contenitore ideologico, castelvecchi, € 8,40)

    "eticamente neutra", alias cattolica?

    la domanda che mi pongo spesso quando incontro personaggi del genere (quelli che in ambulatorio ti "surclassano" con un mosaico – sic! – della madonna e una gigantografia di forgione e la solita dotazione di crocifissi) è: cosa può mai produrre una alienazione tale in persone apparentemente normali?

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  2. Il dramma delle persone di scienza cattoliche.

    Le persone di scienza hanno un linguaggio chiaro e semplice atto alla trasmissione inequivoca dell'informazione, portano dati scientifici riproducibili, conoscono la differenza tra dato scientifico e atto di fede.

    Nelle persone di scienza cattoliche tutto si fa caotico, la verità di scienza è surclassata, umiliata, stuprata in nome della verità di fede, la lingua scientifica si fa meno chiara, si piega a giochi linguistici degni dei peggiori filosofi allo scopo di girare intorno ad una verità non vera e giustificarla.

    Decidano da che parte stare, non si può difendere due cose evidentemente contrapposte: chi dice che la scienza non è in contrapposizione con la fede mente sapendo di mentire, quindi o sei "scienziato" o sei "prete", non puoi essere l'uno e l'altro quando l'uno esercita sull'altro indebite forzature.

    Non sarai mai equanime, sarai comunque prete che parla (a cazzo dico io) di scienza - come in questo caso - o scienziato che parla di religione, che all'analisi stretta è nulla, solo chiacchiera da salotto, sapendo appunto lo scienziato che la religione non ha dati riproducibili ed è indimostrabile (a parte i fenomeni sociali che ne derivano, chiaramente), si basa sulla fede che è quanto di più lontano dalla logica scientifica con cui è solito o dovrebbe essere solito ragionare.

    La vita adulta è fatta di scelte, continuare a tenere il piede su due staffe rende le persone ridicole prima che evidentemente opportuniste.

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  3. Non ho mai rettificato i dati della letteratura scientifica perché sono lì e non li cambia nessuno: il rischio di malformazioni nei nati da FIV è più alto che nella popolazione generale. Altra cosa è lo sviluppo neurologico, e non dovrebbe confonderli. Riguardo lo screening (che non è la diagnosi prenatale in sé, ma l'idea di farla a tutti senza eccezioni, e mi pare strano che non l'abbia capito), surclassa la scelta individuale non perché obbligatorio, ma perché diventa una routine. carlo bellieni

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  4. Non posso ricordare male, caro professore, perché ho davanti a me la copia de L'Osservatore Romano sulla quale lei si consuma in una distinzione tra ciò che Lancet aveva veramente detto e ciò che lei aveva letto riferendolo in un modo che - diciamo così - fu intenso male.
    Non mi è chiaro cosa intenda per "sviluppo neurologico" e perché tiri in ballo questo punto: non era un mio argomento. Debbo invece rimproverarle ciò che in altro modo diceva anche A*** nel commento qui sopra: lei dovrebbe evitare ambiguità. "[Lo] screening [...] non è la diagnosi prenatale in sé, ma l'idea di farla a tutti senza eccezioni": "l'idea di farla", che cos'è? Imposizione? Non mi pare. Sta cercando di dire che qualcuno coarta o plagia le donne? Io penso che lo faccia chi cerca di imporre loro l'idea che l'embrione sia persona e che una gravidanza con feto Down sia da portare aventi comunque. Sarebbe il caso di lasciar scegliere alle donne, ma l'Accademia di cui lei è membro non le consente di essere d'accordo: inutile discutere sul punto. Infine, sull'uso del verbo "surclassare": lei afferma che "[lo screening] surclassa la scelta individuale non perché obbligatorio, ma perché diventa una routine", sicché devo supporre che senta la routine clinica (diagnostica o terapeutica) come momento di schiacciante cogenza per il paziente e/o il medico. In questo caso l'amniocentesi serve a dare certezza assoluta (salvo caso più unici che rari) che il feto sia o non sia Down; qualunque sia la scelta che si intenda fare, è solo nella certezza assoluta che la scelta è informata e responsabile. Intende non renderla tale? Insieme ai preti che le danno lustro intende suggerirci la necessità di scegliere senza piena informazione e piena responsabilità? Ma questo è voler piegare la vita altrui a principi di natura confessionale o paraconfessionale. Non ci siamo, non ci siamo proprio. E questo non lo dico al medico, sennò dovrei aggiungere un contorno: lo dico al cattolico. Le dico: non ci siamo proprio, basta con questi sporchi trucchetti che mirano a convincere le donne di essere chiamate ad essere strumenti di Dio. Anche l'angelo dell'Annunciazione ebbe bisogno di un "sì": o vogliamo concedere libertà di scelta solo a chi sia stato concepito senza peccato originale? Grazie per l'attenzione alle critiche, anche se non le ha affrontate con serietà, e saluti - nonostante tutto - cordiali.

    Luigi Castaldi

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  5. Il dramma delle persone di scienza cattoliche?

    diventa il dramma dei loro pazienti!

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  6. il dramma delle persone di scienza cattoliche?
    ma stiamo parlando di persone di scienza o di carlo bellieni?

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  7. sono convinta che l'uomo, altro non è, che lo stimolatore necessario a far girare le palle a Dio.

    :)
    http://www.youtube.com/watch?v=6kewqQ2ZwGg&feature=fvwk

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  8. Beh, Olympe, è chiaro!
    Il dramma delle persone di scienza è un dramma che poi queste, nella migliore abitudine cattolica, scaricano sugli altri come accade in ogni ambito. Fedeli agli insegnamenti e ai diktat delle gerarchie, eseguono pedissequamente quanto detto loro, o quasi.*
    Prendiamo tutte le manfrine su aborto, contraccezione, fecondazione assistita, eutanasia, gay e compagnia bella.
    Le gerarchie si permettono di tutto impedendolo agli altri. E se gli altri fanno ciò che fanno loro: ANATEMA**!
    E se provi a dire: ma... sono pronti con la excusatio iperabsurda***


    Dombrechi, non so se Bellieni sia uomo di scienza, immagino di sì o che si definisca tale in qualche maniera, altrimenti non ci sarebbe nemmeno da prendere in considerazione ciò che scrive a riguardo; io, come scritto altrove, leggo spesso le lamentazioni che Assuntina M. regala all'Avvenire. Lei è una chimica fisica (se non erro) quindi una abituata o che dovrebbe essere abituatata a ragionare per logica e numeri e dati scientifici, ma quando parla di religione è come se fosse posseduta e se la sua cultura scientifica finisse chiusa in un turibolo come innesco per l'incenso. E' per quello che dico genericamente persone di scienza cattoliche, fatti i dovuti distinguo che non posso riportare perché in esigua e poco rappresentativa minoranza, tra cui annovero quel sant'uomo di Ignazio Marino, che forse ha ben in mente la differenza tra diritti di tutti e doveri dei credenti.

    Saluti, A***

    * prendiamo gli obiettori, che in pubblico non fanno aborti e in privato, con la benedizione di Santo Euro, perdono ogni dignità professionale facendo abortire anche i sassi

    ** evitare l'accanimento terapeutico? No perché è andare contro la volontà divina, però se sei papa GPII puoi decidere di non farti più curare

    ***sei prete pedofilo? no, sei pedofilo, poi per puro caso sei prete, anzi forse non sei nemmeno prete, però sapevamo, però abbiamo agito spostandoti, però però però

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  9. se qualcuno spara fesserie spacciandole per scienza, riuscendo a contraddirsi, a dire tutto e il contrario di tutto, con la supponenza e la spocchia dell'unico portatore sano di verità nell'universo, potrà anche essere cattolico (anche se credo che Cristo avrebbe qualcosina da eccepire) ma di sicuro uomo di scienza non è.

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