lunedì 3 gennaio 2011

Signor sceicco


[Lo sceicco Ahmed El Tyeb, che è una delle più alte autorità dell’islam e da nove mesi ricopre la carica di grande imam di Al Azhar, ieri stava per essere linciato al Cairo da una folla di cristiani inferociti, intenzionati a vendicare le vittime dell’attentato terroristico che un gruppo vicino ad Al Qaida – al momento è l’ipotesi più verosimile – ha compiuto ad Alessandria d’Egitto, lo scorso 31 dicembre. Si è salvato per miracolo, pare, ed è questo che ieri mi faceva riflettere su quanto sia difficile per i cristiani mettere in pratica il dettato evangelico di porgere l’altra guancia e di pregare per i propri persecutori.
Scampato al linciaggio, Ahmed El Tyeb si è trovato sotto gli occhi un’agenzia con le parole pronunciate da Benedetto XVI poche ore prima, all’Angelus, e – saranno stati i nervi – gli sono sembrate un atto di ingerenza, almeno così ha detto. Da italiani abituati alle prolusioni del cardinal Ruini, ieri, e del cardinal Bagnasco, oggi, ci sarebbe d’obbligo un grande vaffanculo al grande imam: se due paroline di cordoglio sono ingerenza, come dovremmo definire i diktat della Cei? Tuttavia – vedrete il perché – merita un altro trattamento.]

Est modus in rebus, signor sceicco: abbia maggior cura dei termini che usa e scelga meglio i suoi argomenti. Lei ha chiesto: “Perché Benedetto XVI non ha chiesto la protezione dei musulmani quando venivano massacrati in Iraq?”. Perché non era ancora lui, il papa, e comunque il suo predecessore non restò zitto, né nel 1990, né nel 2003, mentre l’allora cardinale Ratzinger sosteneva che “non esistevano motivi sufficienti per scatenare una guerra contro l’Iraq” (30giorni, IV/2003).
Se non erro, signor sceicco, lei ha detto meno di un anno fa: “The Qur’an […] states unequivocally that if God has willed to bring just one religion, one creed, one color of skin, or one language, He would’ve done so, but in fact He has not willed it so; instead, He willed divergence to continue to the end of time. […] As consequence of the divergences that God has willed for mankind, religions and doctrines must also diverge and must remain divergent, until God inherits the earth and whatever is on it. Thus we can safely say that doctrinal divergence is both a Qur’anic and a universal truth. Indeed, no Muslim could ever imagine a humanity in consensus about a single creed or religion or one being entirely reduced to one religion, even if this religion is Islam itself. If such be the case, then the relationship of the Muslim to the non-Muslim is one of seeking to know each other or to learn about each other”.
Questo le fa onore, sa? Lei è quello che qui da noi chiamiamo “musulmano moderato”. Con la sparata fatta ieri contro Benedetto XVI, però, lei corre il rischio di sembrare l’energumeno che non è, facendo apparire lui il mite che non è. Metta a confronto la sua tolleranza con la Dominus Iesus: perché passare dalla ragione al torto?

“Il perenne annuncio missionario della Chiesa – scriveva Ratzinger – viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso”, che è proprio quello al quale lei invece sembra accordare consenso sulla base di quei “presupposti, di natura sia filosofica, sia teologica, che – per Ratzinger – ostacolano l’intelligenza e l’accoglienza della verità rivelata”. Non c’è paragone: lei è una personcina a modo e Ratzinger è un fottuto fanatico, perché invertire i ruoli?
Lei sostiene che “no Muslim could ever imagine a humanity in consensus about a single creed or religion or one being entirely reduced to one religion, even if this religion is Islam itself”, e invece Ratzinger ha scritto che “le varie tradizioni religiose contengono e offrono elementi di religiosità [alle quali] tuttavia non può essere attribuita l’origine divina e l’efficacia salvifica”, sicché “i seguaci delle altre religioni […] oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici”.
Rispetto a un integralista del genere, signor sceicco, lei ci fa una figura da galantuomo: perché buttare tutto al cesso? Solo perché quelle furie cristiane volevano ficcarle un crocifisso su per il culo? Via, si calmi.

1 commento:

  1. [T]he relationship of the Muslim to the non-Muslim is one of seeking to know each other or to learn about each other, probabilmente, ma sempre nel più ampio contesto della jihad, intesa almeno nella prospettiva dello 'sforzo', che è razzista (fa del musulmano un superiore, del miscredente un inferiore) e missionaria al pari di quella cattolica, e che Al Tayeb mica sconfessa.
    E' vero, come sottolinei, che la ragione politica o l'indole personale possono spingere a dare più enfasi ora al carattere moderato, ora a quello violento dell'evangelizzazione; ma non darei al nostro sceicco un briciolo di credibilità in più, nemmeno per amor di insulto verso il Ratzy. La presenza di altre religioni è necessaria alla umma e voluta da Allah, con sommo ragionamento circolare, per spingere i singoli componenti della prima a quello 'sforzo' di relazione con gli altri che è preludio ad altrettanto 'sforzo' di conversione dei miscredenti, che altrimenti verrebbe a mancare.

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