lunedì 7 marzo 2011

ifeelcud.it


Non ho a disposizione i dati del 2010 e dunque prendo in considerazione quelli dell’anno precedente (fonte Cei). La somma totale raccolta grazie all’8xmille per l’anno 2009 è di 967.538.542 euro. L’88,1% è andato al sostentamento del clero (381.300.000), alla manutenzione ordinaria della sua macchina sul territorio (381.238.542) e al carburante per muoverla (90.000.000); il 7,8% ai poveri del Terzo Mondo; il 3,1% a quelli nostrani. È così da sempre. Da quando c’è l’8xmille – ormai è un quarto di secolo – il criterio di ripartizione è costante: mai più del 12% ai poveri, mai meno dell’83% ai preti.
Dati noti? Nel 2003 lo sapeva solo il 4,2% degli italiani, e non ho disposizione dati più recenti. Tuttavia nel 2008 è uscito La questua di Curzio Maltese e saranno diventati il 5, il 7, forse addirittura il 10%. Facciamo il 20%? Se fosse, avremmo ancora 4 italiani su 5 ingannati dai martellanti spot televisivi che la Cei imbottisce di bimbetti africani, barboni sdentati, emaciati strappati alla droga, puttane levate dalla strada, come se l’8xmille andasse solo a loro.
Non è il criterio di ripartizione ad esser degno di attenzione, non se si conosce un poco il clero: a ripartire diversamente, non sarebbe ancora lì. Se lo si conosce un poco, non è degno di attenzione neanche il suo cinismo: è da sempre che i bisognosi gli fanno da esca per prendere all’amo i caritatevoli. Nemmeno gli strumenti di questo cinismo sono degni di attenzione: se si conosce un poco il clero, si capisce che sono gli stessi di sempre, anche se adeguati ai tempi. È per questo che in questi sette anni – Malvino li compie proprio oggi – non ho mai sprecato troppo tempo su l’8xmille. Ma stavolta è diverso. Stavolta c’è da segnalare ifeelcud.it, che è qualcosa di più del solito spillar soldi ai fessi.

Ora anche i giovani possono fare tanto per sostenere l’8xmille, aiutando gli anziani a compilare e consegnare la scheda allegata ai loro modelli CUD, per esempio. Così i fondi dell’8xmille arriveranno ai tanti progetti che la Chiesa cattolica porta avanti in tutto il mondo, donando a chi ha più bisogno la speranza di una vita migliore”. Chi ha più bisogno? Vedi sopra: i poveri per l’11,9% e il clero per il restante 88,1%.
Si sa, l’Italia è patria della disoccupazione giovanile e i disoccupati non hanno un CUD da compilare: perché tenerli fuori dal circuito? D’altra parte, si sa, gli anziani sono anziani. La modulistica li rimbambisce, se già non sono rimbambiti. E poi, a una certa età, la vista è ballerina. Chi può essere sicuro, infine, che gli spot televisivi abbiano martellato a dovere? Ci vorrebbe un’idea, avrà pensato il solito creativo in tonaca, e gli è venuta: un concorso a premi.
“Bastano cinque mosse. Chiedi al tuo parroco di iscrivere la tua parrocchia al concorso ifeelCUD. È molto semplice, ed è ovviamente gratuito. Chiama i tuoi amici e crea la squadra, può partecipare chiunque abbia un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Abilitata la squadra sul sito, si può cominciare a fare sul serio, sta a voi trovare il modo di raccogliere più schede CUD possibile. Usate la simpatia, l’inventiva e il buon senso: chi si impegna di più vince! Portate le schede firmate per l’8xmille al centro Caf Acli più vicino, il concorso finisce il 30 aprile 2011. Più schede avrete consegnato più alte saranno le probabilità per te e la tua squadra di vincere un viaggio insieme a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2011”. Due piccioni con una sola fava.

Nel dettaglio: “Per dare a tutti le stesse probabilità di vittoria, indipendentemente dalla popolazione della parrocchia, il calcolo del punteggio verrà ottenuto dividendo il numero di modelli CUD validi consegnati al CAF Acli per il numero di abitanti della parrocchia, e moltiplicando per 100. Esempio: una parrocchia di 3.000 abitanti che riesce a raccogliere e consegnare al CAF Acli 180 modelli CUD, guadagnerà 600 punti (180/3.000 = 0,06 x 10.000 = 600 punti). A questo punteggio andranno poi aggiunti gli eventuali bonus ottenuti”.
Già, ci sono pure i bonus. “Realizza un filmato di 3 minuti con un tema a scelta fra la storia della comunità parrocchiale, del paese, del santo patrono. Potrai aumentare il punteggio della tua squadra del 10%. Realizza un filmato sulla canzone «Si può dare di più», che potrà essere in dialetto o perché no, anche un videoclip! Potrai aumentare il punteggio CUD di un ulteriore 10%. Una giuria sceglierà il filmato più interessante ed emozionante. Il video vincitore aumenterà il punteggio della propria parrocchia del 20%”. E così per l’anno prossimo risparmiamo pure sugli spot. Le tv già concedono lo spazio pubblicitario a prezzo di favore, ma così si abbattono anche le spese di produzione.
Ed è questo che merita attenzione: l’eccezionale capacità di spremere quanto più possibile da chi può e da chi non potrebbe.

[grazie a Denis per la segnalazione]

10 commenti:

  1. e l'uaar corre dietro a questi a colpi di darwin e sbattezzi

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  2. Per oggi trattengo le bestemmie e mi limito agli auguri di buon anniversario.

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  3. Hanno preso e rielaborato le idee di "I soliti idioti" su MTV.

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  4. buon anniversario, Malvino.

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  5. Giusto per aggiungere quel tocco di ironia (e forse un pizzico di involontario subliminale) mi sono andato a controllare la traduzione italiana di CUD, come fosse il proseguimento di I Feel.
    Cud significa Bolo alimentare.
    A questo punto vien da riassumere il simpatico slogan dicendo che più saprai dimostrarti masticato digerito e, dopo averti estratto il necessario perché l'alimentato sopravviva, cacato, e più hai possibilità di vincere.
    Come metafora non mi pare male e quindi 1000 punti bonus a chi ha pensato il nome del concorso.

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  6. In Pakistan hanno capito la solfa e si sono attrezzati. Beati loro!

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  7. Leggo solo ora e ricordo il giorno in ti dissi che sei uno spocchioso. :)

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  8. http://www.youtube.com/watch?v=o44loprfxKA&feature=player_embedded

    p.s.

    Tanti auguri, Malvino!

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  9. Direi che questo discorso è molto più ampio di come qua viene descritto e mi sembra che qua non venga fuori nulla di nuovo.

    E' vero: un prete ha uno stipendio. E cosa c'è di male? Nulla. L'articolo qui però non dice quanto guadagna un prete. Circa 750/800 Euro al mese e non ha altre fondi di guadagno. Il suo è un lavoro. Come lo è quello dell'assistente sociale che aiuta le persone in difficoltà, come lo è quello dell'insegnante che insegna a scrivere i bambini a scuola.

    Questi soldi sono garantiti come "stipendio" dalla Chiesa. E la trovo una cosa giustissima. Chi dovrebbe pagare altrimenti lo stipendio a un prete? E' giusto che vivano anche loro, come tutti. E ripeto: mica con 2.000 Euro al mese, ma con molto meno di 1.000.

    La macchina della Chiesa è enorme: se con oltre l'80% dei proventi non riuscissero a pagare gli stipendi e le spese di gestione e organizzative, verrebbero a mancare tutta una serie di strutture e in alcuni casi di persone che funzionano efficientemente e gratuitamente e che oggi ormai sono FONDAMENTALI nel "sociale" italiano e mondiale. Non solo: probabilmente non ci sarebbe neanche quel 10-12% che viene destinato alle persone più povere.

    Per quanto riguarda la GMG: è solo un modo furbo per farsi pubblicità. Furbo, giovane e legale. Anche qui: critichiamo perchè alla CEI sono svegli? Facessero qualcosa di illegale e di poco etico... Qui coinvolgono delle parrocchie con dei giovani per farsi pubblicità e raccogliere un po' di soldi in più. Soldi che vengono donati da chi vuole. E ognuno, con i propri soldi, fa cosa vuole.

    Io non sono cattolico, ma sono ben altre le ragioni per cui non lo sono.

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  10. @ Caru
    Suppongo le sia sfuggito che gli spot televisivi che invitano a destinare l'8xmille alla Cei non fanno cenno a queste nobili necessità dei preti. D'altra parte, se questa macchina riesce a destinare ai poveri solo il 10-12% di quello che raccoglie, non sarebbe più intelligente versare il 100% direttamente a loro? Quante altre organizzazioni samaritane riescono a dare più del 10-12% di quello che raccolgono a un fine che per l'88-90% non si esaurisce nel mezzo?
    Il post trattava dell'ingannevolezza del messaggio, che poi è solo un corollario del grande inganno della fede, neanche il più significativo. Non è certo questo che dovrebbe far porre dubbi sulla natura della fede, e non era lo scopo del post.

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