domenica 13 marzo 2011

La cosa atroce è che a due così, invece, sia concesso allevare figli








 

20 commenti:

  1. ... due che poi alimenteranno la schiera di quelli che si stupiscono quando la figlia, da grande - avendo avuto la loro educazione e la loro testolina così brillante come punti di riferimento esistenziali - si farà di roba pesante e se ne andrà all'altro mondo per overdose :-)

    [ahem, scusa, sulla pagina fb 'sti due risultano sposati tra loro e ne ho visto foto e figlia (!): perché allora lei qui scrive "una coppia di neri o ebrei eterosessuali sono in grado di riprodursi naturalmente, sono un uomo e una donna... sai come si fa?" - sta prendendo per il culo il marito? ne mette l'incompetenza pubblicamente in scena? la figlia è di un altro e glie l'ha data a bere che sia sua? mah! che gente!]

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  2. Ma loro sono cattolici osservanti, elettori del PD, a loro agio nella società dello spettacolo, senza la minima nozione di pudore, mai attraversati dal benché minimo dubbio, impermeabili all'ironia e, c'è da giurarlo, pronti a inculcare (cit) nei figli quella "mala ecucaciòn" descritta da Almodovar. A una coppia così tutto è concesso.

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  3. ai preti e alle suore è consentito allevare quelli degli altri nei collegi

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  4. Beh, un frase ha la sua logica: "non è una negazione di un diritto, è un dato di fatto!"
    Che è la logica che porterebbe, ad esempio, a non praticare trapianti di organo, perchè il fatto che il cuore di Giuseppino non funziona bene non è un diritto negato, ma un dato di fatto. E alla fin fine porterebbe a negare le adozioni anche alle coppie etero sterili, perchè anche la sterilità è un dato di fatto.
    Vorrei sapere se la Pardolesi e l'Adinolfi prendono l'aereo, di tanto in tanto, e vedere la loro reazione se qualcuno glielo immpedisse argomentando che il fatto che l'uomo non vola è un dato di fatto.

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  5. ciò che mi infastidisce maggiormente non è la loro posizione quanto piuttosto il modo in cui sviluppano il dialogo.

    figlio: mamma, tu non mi ascolti [l'associazione degli psicologi americani etc.]
    genitore: non ho intenzione di ascoltarti [cazzo dici? è così difficile da capire? etc]

    mi auguro che la loro ottusità sia limitata a questo particolare argomento.

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  6. queste persone non conoscono l`amore.
    L`amore che tiene insieme la vita, fatta di famiglie, di persone, di amici di uomini di donne di bambini, la vita.
    silvana

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  7. Dico sommessamente, molto semplicemente: non mi piacerebbe avere avuto due papà, e neanche una mamma, o due mamme, e neanche un papà. Tutto qui. Forse conta - un po' - anche la prospettiva del figlio, oltre a quella del genitore. A meno che il figlio non venga considerato come l'oggetto che serve a soddisfare il desiderio del genitore. In quel caso, taccio.

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  8. @ W.B.
    Eccoci al punto: lei pensa che tutti i bambini la pensino come lei, senza neppure chiedersi cosa possa farli pensare diversamente. Lei parla di "prospettiva", e dunque si muove in un "contesto": è quello entro il quale si ritiene "naturale" la famiglia "tradizionale". E qui, sommessamente o no, potremmo anche evitare di discutere. Però possiamo ancora intrattenerci sulla questione che le sfugge: meglio allevato da un single, da una coppia gay o in un orfanotrofio? Gentilmente, dica al bambino che è in lei di mettermi le tre opzioni in graduatoria.

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  9. A me un papà single con reddito da Briatore non sarebbe dispiaciuto tanto. E poi probabilente sarei stato sempre in compagnia di parecchie mamme a rotazione.

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  10. http://www.famigliearcobaleno.org/

    e smettessero di dire cazzate, che non è un sito nascosto o criptato, e studiassero senza preconcetti quello che li circonda - povere teste di cazzo - invece di crogiolarsi imbolsiti nelle loro certezze.

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  11. detesto la famiglia 'tradizionale' perché, data la mia esperienza, essa significa solo essere obbligati a sposarsi ed ad avere figli per imposizione sociale, non per motivi più dignitosi.

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  12. Questa sua risposta mi conferma una vecchia riflessione. Un esempio. Ci sono due categorie di persone che leggono "Il fatto quotidiano": quelli che odiano Berlusconi e i suoi accoliti, e costoro lo leggono per pompare osmoticamente a vicenda il loro odio, e quelli che odiano quelli che odiano Berlusconi, e lo leggono per odiare meglio i nemici. Per converso, ci sono due categorie di persone che leggono "Il Giornale": quelli che odiano quelli che odiano Berlusconi, e quelli che odiano Berlusconi. Nell'uno e nell'altro caso, non ci sono - nè ci potranno mai essere - sovrapposizioni tra queste categorie. E veniamo a noi. Io penso che lei abbia alcuni principi che sono saldi, e tra questi principi c'è senz'altro quello della libertà di scelta sessuale. Semplicemente, lei pensa che ognuno sia libero di amare - sia spiritualmente sia carnalmente - chi vuole. Essendo un principio, non lo potrà mai mettere in discussione (beninteso, non lo voglio mettere in discussione, sto solo dicendo che questo principio costituisce la base interpretativa per tutte le questioni che si pongono sul tema, per esempio le adozioni), perchè fa parte di lei. Similmente, coloro i quali leggono il suo blog, o seguono lo stesso principio, e si compiacciono di criticare chi la pensa diversamente, o la pensano diversamente, e la leggono per scuotere la testa e dire, questo non ha capito niente. Ma non sarà mai possibile che nè lei, nè i suoi lettori - intendo quelli che condividono i suoi principi - possiate mai, folgorati dalla correttezza, dalla ineccepibilità del ragionamento di uno qualunque, che arriva e dice una cosa stonata rispetto ai vostri principi, ma - incredibilmente - 'giusta'. Come si potrà fare, in quel caso? Ecco io rilevo, amaramente, che sarà comunque possibile, grazie alla intrinseca ambuiguità del linguaggio, mantenersi saldi sulle proprie opinioni, e difenderle, e rimanere così fedeli ai propri principi intoccabili. Ed è quello che vedo fare continuamente: i sostenitori del principio x lottano a spada tratta contro i sostenitori del principio y, e non ho MAI visto un solo caso in cui, colto dal dubbio, un uomo x si fermi e improvvisamente metta in discussione un suo principio, o almeno un pezzettino di un suo principio, a ciò indotto da un ragionamento di un avversario, di un uomo y. E allora mi chiedo: ma a che cosa serve ragionare insieme? a che cosa serve il dialogo, se tanto ognuno - lo si sa a priori - non si concederà alcuna possibilità di cambiare idea, anche radicalmente? Fosse solo per la legge dei grandi numeri, prima o dopo un berlusconiano, giusto per tornare all'esempio, perché di mero esempio si tratta, dirà una cosa giusta, e sarebbe bello se un travagliano lo riconoscesse; e prima o dopo, fosse solo per omaggio alla statistica, prima o dopo un travagliano dirà una cosa giusta, e sarebbe meraviglioso se un berlusconiano gli desse ragione. Ma questo non accade. Abbiamo un'occasione grande, uno strumento di comunicazione potente, e lo sprechiamo per gonfiarci gli ego a vicenda - se apparteniamo alla stessa categoria di pensiero. Costruiamo gruppi, e ci compiacciamo di appartenervi, e giù a criticare quelli che ne sono fuori.
    Per inciso, la tradizione non viene prima della natura. Prima c'è la natura, e sulla natura si è costruita la tradizione. La famiglia cosiddetta tradizionale è costituita da un uomo e da una donna perché su tutto il pianeta Terra la stragrande maggioranza dei mammiferi che ha figli è assortita. E' una legge di natura, prendetevela con Dio (se ci credete).
    Prevedo un attacco di gruppo contro le mie opinioni. Oppure l'indifferenza.
    Peccato, perché mi piacerebbe ragionare insieme. Liberamente. Non sarebbe bello?

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  13. Ho commesso (almeno) due errori, di cui mi scuso.
    Il primo:
    "Ma non sarà mai possibile che nè lei, nè i suoi lettori - intendo quelli che condividono i suoi principi - possiate mai, folgorati dalla correttezza, dalla ineccepibilità del ragionamento di uno qualunque, che arriva e dice una cosa stonata rispetto ai vostri principi, ma - incredibilmente - 'giusta', possiate mai cambiare idea" (mancava "possiate mai cambiare idea");
    il secondo:
    "ambuiguità". La fretta, la concitazione.

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  14. @ W.B.
    Lei merita un'attenzione particolare, sa? Voglio cercare di venirle incontro, perché ho percepito buona fede nel suo lamento.
    In pratica, lei si sente maltrattato da una certa qual rozza sicumera nel mio cocciuto ristare nelle mie ragioni, senza essere aperto a recepire le sue, che non sono rozze ma autoevidenti, e che possono sembrare espresse con sicumera ma è solo un'impressione: è che sono le ragioni giuste. Com'è possibile - lamenta - che si possa fare tanta resistenza?
    Ora - le dicevo - voglio concederle la buona buona fede, ma si rende conto che in fondo si lamenta di non riuscire a far cambiare idea a chi vuole? Io penso che lei sbagli a girovagare per i blog altrui con questa intenzione. Guardi, per farle capire: questo è il mio blog e da qui non pretendo di far cambiare idea a nessuno, ed è il mio blog - non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di andarmene a girovagare con la fiaccola di Prometeo in pugno per portare la luce ai cavernicoli. Le consiglio di fare altrettanto, si risparmierà frustrazioni: nessuno merita la nostra opinione fatta verità.
    Ma non vorrei divagare, e vado a chiudere la questione preliminare, quella che lei stringe nella domanda: "a che cosa serve il dialogo, se tanto ognuno - lo si sa a priori - non si concederà alcuna possibilità di cambiare idea, anche radicalmente?". Le rispondo così: ha provato a cambiare radicalmente idea su ciò che chiama "natura" e "tradizione"? Mi dica di sì, sennò mi sento frustrato a causa della sicumera che la fa ristare cocciuto nel pensare che la "natura" sia eterosessuale. Ora, non è che "non sarebbe bello" il "ragionare insieme" e "liberamente", ma è che nulla di più culturale della natura, e nulla di più mutevole di una cosiddetta legge di natura: su questo lei non è abbastanza libero. Ma non mi lamento.

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  15. Se Briatore (da single) avesse voluto adottarmi quando ero piccolo, e se il sig. W.B. si fosse messo di mezzo per impedire l'adozione, non pretenderei ora di far cambiare opinione al sig. W.B., però mi piacerebbe prenderlo a pedate per tutta la penisola.

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  16. Sto pensando tante cose cattive su questi due

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  17. Mi scuserai se non leggo i commenti e se rispondo con cose ovvie, ma mi è già salito il sangue agli occhi e quindi non rispondo delle mie azioni:

    1) Dove sta scritto che due lesbiche non possono avere figli? Alle lesbiche piace pure andare a letto con qualche uomo e se per caso restassero incinte? Aborto forzato perchè lesbiche?

    2) Due gay non possono sposarsi, ma possono convivere e fare l'amore con tutte le donne che vogliono, se una di queste resta incinta e decide di far crescere il suo figlio dagli amici gay come glielo impedisci? Carabinieri dietro la porta di ogni coppia gay?

    3) In natura i gay non possono avere figli, è così, non si può avere tutto dalla vita. Ma in natura il cemento non c'è, la tecnologia non c'è, gli ospedali non ci sono, le scuole non ci sono, le chiese non ci sono, la televisione non c'è, facebook non esiste. Tutto ciò che è reale è naturale. Purtroppo anche Adinolfi.

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  18. A banalità: doppia banalità.

    Tizio: Ma ci vuol proprio tanto a capire che se tutti facessero i panettieri non ci sarebbe nessuno a coltivare il grano?

    Caio: C'hai raggione, c'hai! Cazzo! Bisogna mettere fuorilegge i panifici.

    Tizio: Bravo. Tu sì che sei una testa fina, non come quei mentecatti di panificatori e fiancheggiatori di panificatori.

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  19. La cosa strana è che nessuno, nemmeno il proprietario, si è accorto del fatto che io non ho dato un giudizio sulla adozione da parte degli omosessuali, dicendo, E' giusta o sbagliata. Probabilmente per via di pregiudizi frettolosi, ho sentito parlare addirittura di carabinieri, nei commenti, che dovrebbero stare dietro alla porta dei gay. Provo a spiegare. Questa società e questa cultura italiana non sono pronte per le adozioni da parte delle coppie gay. Siamo ancora al giudizio negativo sulla coppia gay, figuriamoci se possiamo passare le adozioni. Ci vuole gradualità nelle cose. Fino al 1974 i figli illegittimi erano discriminati rispetto ai figli di coppie sposate. Probabilmente tra qualche anno in Italia le coppie gay si potranno sposare, ma adesso è troppo presto. Quando parlo della prospettiva del bambino, parlo di un dato di fatto, statistico, di un dato di esperienza. Credo che la maggior parte dei bambini, oggi, si sentirebbe in imbarazzo nei confronti degli altri bambini. Se due uomini si baciano in pubblico, oggi si grida allo scandalo. Non dico che sia giusto gridare allo scandalo. Dico che di fatto si grida allo scandalo. E in questa situazione è impensabile un'adozione da parte delle coppie gay. Tutto qui.

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