sabato 25 giugno 2011

“Fosse ancora in vita”

“Ignoranza e disdegno di ogni speculazione sistematica:
ecco ciò che caratterizza la mentalità dei primi cristiani”

Albert Camus, Metafisica cristiana e neoplatonismo, Diabasis 2004



Ci sono offese ai morti che chiedono vendetta ai vivi e quella che oggi è fatta ad Albert Camus dalle pagine di Avvenire non può lasciarci indifferenti: si tenta di reclutarlo alle operazioncine furbe di Ratzinger & Ravasi come “guida nel«Cortile dei gentili»”, lui, l’ateo che con Métaphysique chrétienne et néoplatonisme ci ha dato una decostruzione del cristianesimo che rende Cristo inservibile alla dottrina cattolica e forse ad ogni cristianesimo. L’oltraggio non gli è fatto da Valeria Turra, la giovane ricercatrice dell’Università di Verona, autrice di un volume che probabilmente sarà pure onesto, ma da chi la intervista, tal Lorenzo Fazzini, alla disperata ricerca di una risposta che gli consenta di costruire il titolo del pezzo. L’intenzione è evidente fin dall’introduzione: “I 30 anni dalla sua morte, ce­lebrati nel 2010, hanno ri­messo sotto i riflettori la figu­ra lucida e appassionata di Al­bert Camus. Il quale da più parti viene additato – fosse ancora in vita – come uno dei frequenta­tori del Cortile dei Gentili, lo spazio di dialogo tra credenti e atei voluto da Benedetto XVI”.
“Fosse ancora in vita” è il biglietto da visita del Fazzini, “da più parti” (che poi è una parte sola, quella che lo tiene a libro-paga) è il suo domicilio.

L’occasione tarda ad arrivare e il Fazzini smania: Oggi la figura dell’intel­lettuale francese pare distante dal mondo dei non credenti. Il suo approccio può essere da guida per un dialogo positivo tra credenti-laici?”. La Turra non può deludere del tutto chi le sta pubblicizzando il libro, ma con garbata ambiguità fa presente che il pensiero di Camus è antidog­matico e duttile, capace di con­frontarsi con tutti gli aspetti del­la realtà e con autori di varie e­poche e credenze. Richiede però al lettore grande onestà intellet­tuale e capacità di apertura e confronto. In questo senso cre­do possa essere una guida al dialogo fra credenti e laici, come fra persone appartenenti a cul­ture diverse. A condizione però che ciascuno sia capace di met­tersi profondamente in discus­sione. Per chi non voglia correre questo rischio, Camus rimane un autore scomo­do e irritante. In­somma, Camus resta paradigma­tico nella sua for­ma di pensiero perché scava alla ricerca della ve­rità. Il suo anelito ad una società giusta non pre­suppone la fede in Dio ma la sua attenzione all’uomo rimane centrale”.
E questo – non più di questo – consente di titolare l’intervista: “E Camus? Fa la guida nel «Cortile dei gentili»…”.


16 commenti:

  1. Chiedo scusa se approfitto di questo post per un OT: cosa pensa di Bruno Forte?

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  2. la solita sfacciataggine
    non c'è nulla nel cristianesimo di quasi venti secoli che possa considerarsi degno della nostra stima, fino a detestare la storia dell'arte

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  3. il povero Camus, se fosse ancora vivo, si rivolterebbe nella tomba!

    (cit. P. Garbet)

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  4. Non c'è una parte, una frase, una parola, della risposta di Turra che lasci sperare che il povero Camus faccia la guida nel cortile dei gentili, ma nemmeno l'usciere dello stabile di cui al cortile.

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  5. Gentile Malvino,
    sono Valeria Turra. Il mio libro tratta dei rapporti fra Camus e la cultura greca, di cui io sono una studiosa (in questo senso 'figure dell'antico'). Questa indagine mi ha portata a soffermarmi molto su Nietzsche e Dostoevskij, autori fondamentali per capire il pensiero di Camus e la costruzione di alcuni suoi personaggi. Contattata da Fazzini, che io non conoscevo, ho risposto alle sue domande, che pure non vertevano strettamente sui temi affrontati nel mio libro: le mie risposte peraltro non sono state riportate integralmente (manca ad esempio una notazione sulla figura del deus ex machina in contrapposizione al Dio unico del monoteismo presente ne Il malinteso), ma mi è stato detto da più parti che si tratta della normale prassi delle interviste. Non mi pare giusto quindi che lei metta in dubbio l'onestà del mio libro, che evidentemente non ha letto.Il mio non è il libro di una credente o di una teologa, ma di una filologa e di una comparatista. Quanto alla mia ambiguità nel rispondere,non so quale sia: alcuni cristiani sono interessati alla figura di Camus, e credo sia legittimo data la centralità della figura di Cristo nella sua opera (basti pensare alla Caduta). Purché lo facciano con onestà intellettuale. Che è quanto ho detto nell'intervista. Ringrazio dunque A*** per avermi letta con attenzione. Un caro saluto. Valeria Turra

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  6. @ Valeria Turra
    Rilegga ciò che ho scritto: "L'oltraggio non gli è fatto da Valeria Turra...". Non ho messo in dubbio l'onestà del suo libro, ho solo scritto che il Fazzini era evidentemente "alla disperata ricerca di una risposta che gli consenta di costruire il titolo del pezzo" e che la sua risposta alla terza domanda gliene ha dato il destro. Anch'io, come A***, ritengo che "non c'è una parte, una frase, una parola, della risposta di Turra che lasci sperare che il povero Camus faccia la guida nel cortile dei gentili", sicché attendo che Avvenire adesso pubblichi una una lettera di protesta. La scrive, vero?

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  7. Caro Malvino,
    quando rileggo il suo pezzo ritrovo quell'espressione "probabilmente sarà pure onesto" riferita al mio libro che sinceramente non posso non ritenere offensiva, e che denota solo il fatto che lei non l'ha letto: se l'avesse fatto, non avrebbe trovato alcun riferimento all'argomento che lei discute, e avrebbe scritto il suo pezzo in modo diverso. Ad ogni modo, la questione per me si pone così: nell'intervista non appare nessuna mia posizione impropria riguardo ai rapporti fra Camus e il cristianesimo, come peraltro lei stesso ammette. Fazzini, quindi, non ha mistificato il mio pensiero. Ha solo tagliato alcuni punti (come ho scritto sopra) e semplificato un po'il mio periodare: certo preferivo l'originale, ma capisco che un giornalista abbia esigenze che io posso non condividere in toto. Tutto suo è il titolo, di cui ero all'oscuro (l'ho visto venerdì per la prima volta, fra l'altro con un moto di stupore):se ci si riflette, però, ci si accorge che non è offensivo nei confronti di Camus il fatto che i cristiani aperti al dialogo con gli atei considerino lui il punto di riferimento per confrontarsi con essi: in questo senso il titolo va letto, credo. Concludo dicendole anche che, adorando Camus, ho piacere che di Camus si parli, si discuta anche con forza. Non mi piace che chi lo ama pretenda di averne l'esclusiva, lo fossilizzi, impedisca agli altri di ragionarne: questo certo a Camus non sarebbe piaciuto. Cordialmente. Valeria Turra

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  8. @ Valeria Turra
    Del suo libro scrivono che "probabilmente sarà pure onesto" e lei ne trae l'impressione che si tratti di un'espressione offensiva? Non la seguo, mi spiace. L'unica malizia che ho insinuato, signora, è che lei si fosse prestata al Fazzini per consentirgli di dire che,“fosse ancora vivo”, Camus farebbe “la guida nel «Cortile dei gentili»”. Lei conviene? Se sì, la sua onestà intellettuale è pari a quella del Fazzini. Se no, dovrebbe ritenersi strumentalizzata e lamentarsene con Avvenire, anche se le hanno fatto un po' di pubblicità. Tertium non datur, se non in virtù di una duttilità poco camusiana. Anzi, guardi, nemmeno la chiamerei duttilità...

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  9. Purtroppo per lei, caro Malvina, conosco l'italiano, e il significato delle espressioni come quella da lei usata. Temo che più che della mia, lei debba preoccuparsi della sua onestà intellettuale, dato che sta strumentalizzando la figura di Albert Camus per condurre una sua battaglia. Quanto alla pubblicità, mi vien da ridere. Come volume finanziato dall'università in cui, seppur da precaria, faccio ricerca, io non avrò nessun guadagno da un eventuale (improbabile) incremento delle vendite. Quindi non tema, se mai vorrà leggere la mia opera non mi farà guadagnare un solo centesimo di euro.Mi faccia sapere, se mai la leggerà, se ha incontrato il suo gradimento. Fazzini, se non altro, l'ha letta. VTurra

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  10. Sta messa male, sa? L'aver letto il suo libro consente al Fazzini di cucinare Camus come gli pare per poi offrirlo ai lettori di Avvenire come “guida nel «Cortile dei gentili»”? Se la mette così, lei mi strazia il cuore. Son d'animo sensibile, addio.

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  11. Se Malvino non ha letto il libro, l'espressione "probabilmente sarà pure onesto" mi sembra un segno di fiducia a priori nella bontà dell'opera

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  12. Non l'ho letto e l'espressione "probabilmente sarà pure onesto" era giustappunto un segno di fiducia a priori nei confronti dell'autrice. Nemmeno troppo a priori, in realtà, perché nelle risposte della Turra trovavo una condiscendenza più formale che sostanziale all'intento del Fazzini. Dopo lo scambio che qui ho avuto con lei, mi sono ricreduto: la gratitudine per l'attenzione avuta da Avvenire la fa sentire in diritto di piegare il "suo" Camus ad ogni uso.

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  13. a Garbet; a Malvino

    "Soprattutto mi facevo un obbligo di frequentare regolarmente i caffé specializzati dove si riunivano gli umanisti di professione. I miei buoni precedenti facevano sì che venissi bene accolto. Senza averne l'aria, ne sparavo qualcuna grossa: 'Grazie a Dio!', dicevo, o più semplicemente 'Mio Dio!...' Lei sa quanto facilmente scandalizzabili siano gli atei da caffé. Un momento di stupore succedeva all'enunciazione di una tale enormità, si guardavano stupefatti, poi scoppiava il tumulto, alcuni scappavano dal locale, altri schiamazzavano indignati senza sentir ragioni, tutti si contorcevano in preda alle convulsioni come il diavolo sotto l'acqua santa" ALBERT CAMUS, LA CADUTA.

    Provate a sostituire "atei da caffé" con "atei da blog"...:succede qualcosa?
    Con affetto
    Valeria Turra

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  14. Signorina, le avevo detto "addio", era un modo cortese per invitarla a levarsi dai coglioni... Non ha importanza, anzi, questo suo ultimo intervento fa chiarezza sull'intera vicenduola, facendoci capire perché non le sembra grave l'uso che il Fazzini ha fatto di Camus tramite lei: lei fa altrettanto, anzi, peggio. Lei cita, qui, un brano da "La caduta", pensando di produrre un argomento che dovrebbe zittirci - noi, "atei da blog" - sferzati da Camus in persona, rivivificato all'occorrenza dal suo ritaglio. Che pena, consenta. Il brano che lei cita è senza dubbio scritto da Camus, ma è messo in bocca a Jean-Baptiste Clamence, un personaggio che incarna l'assurdo facendolo suo, piuttosto che combatterlo. Insomma, per Camus, è un antieroe nel senso deteriore del termine: lei qui, invece, lo eleva ad alter Ego di Camus, pensando di potercelo buttare in faccia come prova tombale. E' operazione meschina, ma anche patetica, tanto più che è lo stesso Clamence a definire "puerile" la sua "provocazione da caffè": voleva essere irritante per tentare di placare il suo disagio. Potrei suggerirle qualche pagina di Roger Grenier, ma lei non merita più di qualche riga da Wikipedia: "Clamence è colui che si rassegna alla vita assurda, che non la combatte (come accade nel caso dei protagonisti de La peste), ma che moltiplica la sua assenza di senso attraverso la ripetizione di atti privi di significato che lo portano a non distaccarsi mai dal perenne sentimento di ansia ed estraneità che la caratterizza". Ma lei? Lei usa il personaggio che Camus eleva a emblema di un fallimento (un vero e proprio anti-Sisifo) per vincere (pensare di poter vincere) una polemicuccia appena un po' più grande di lei. Prenda quest'altro brano da "La caduta": "Che repulisti! Settantacinquemila ebrei deportati o assassinati, la pulitura mediante il vuoto. Ammiro questo zelo!"; e ora immagini che un antisemita lo produca come prova di un Camus simpatizzante del nazismo. Mutatis mutandis, lei qui ha fatto lo stesso: si vergogni. Anzi, nemmeno: scriva un saggio che dimostri che, "fosse ancora in vita", Camus farebbe da "guida nel Cortile dei gentili"; poi chiede una prefazione al Fazzini.

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  15. La signorina Turra è al di sopra di qualsivoglia sospetto di opportunismo editoriale. Tut'al più le si può rimproverare un eccesso di candore nel districarsi tra le baronie universitarie e gli acqui(uni e)trini dell'universo web. E che quanto vado dicendo corrisponde al vero non è perché il soprascritto carneade lo afferma ma perché alla sua età e con il suo curriculum vitae ancora attende un incarico di ruolo. Ed è risaputo quanto il merito abbia peso nella nostra gloriosa, italica società. Habeas corpus

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