lunedì 11 luglio 2011

Tutti insieme a sgranocchiare i Fonzies


Questo post è la risposta a quanti mi hanno scritto in questi giorni per chiedermi perché non ho aderito alla Notte della rete. Ne avevo già dato spiegazione, per quanto assai stringata, ma adesso posso dilungarmi visto che lo Schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica è noto nel dettaglio, con la conferma del punto che a me pare dirimente. Sarò comunque breve, perché mi pare che le ansie mosse dai promotori dell’iniziativa del 5 luglio possano dissolversi come neve al sole dinanzi all’art. 10 dell’Allegato A della delibera dell’Agcom, dove è posta eccezione al provvedimento di rimozione coatta del materiale coperto da copyright da un blog che possa dimostrare “l’assenza della finalità commerciale e dello scopo di lucro”.
Preferisco non fare nomi, ma quale bavaglio ha da temere il blogger che stamane fa la pubblicità ai Fonzies, rinunciandoci? In altri termini, la sua libertà di espressione è messa in pericolo dalla delibera dell’Agcom o dalla voglia di guadagnare due euro al mese pubblicizzando i noti stuzzichini al formaggio? Si tratta di un ragazzo intelligente e certo non gli sfuggirà quanto sia semplice proteggere il suo blog da censure relative all’uso di materiale sul quale siano posti diritti di proprietà: gli basterebbe rimuovere quella réclame. E allora perché preferisce stare in ansia e trasmetterla anche agli ingenui che non hanno nulla da temere?
Perché l’ansia è un fattore aggregante, e strusciarsi il culo a vicenda in preda a una paura (non importa se reale o meno) è il metodo più efficace per socializzare, creare interdipendenze, costruire consorterie, fidelizzare clientele. Tutti insieme a sgranocchiare i Fonzies.

12 commenti:

  1. Sassata da sfondamento. Per porte blindate.

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  2. Fai pure il mio nome, Lui', ci mancherebbe altro. Oppure lo faccio io, così ci sbrighiamo prima. Oddio, magari non sono io, ma ho i Fonzies sul blog e sono un ragazzo intelligente, ragion per cui il tuo post varrebbe anche per me anche se l'avessi scritto pensando a un altro.
    Il punto è che la campagna promossa da me e da tanti altri è precedente al testo di cui parli.
    Tale campagna, come tutti abbiamo ripetutamente sottolineato, era tesa ed evitare che venisse concepito un provvedimento che desse ad un organo amministrativo la possibilità di rimuovere contenuti dai blog senza contraddittorio e senza il vaglio di un giudice.
    Perché era di questo, in buona sostanza, che si parlava: non perché noi si creda alle voci che vengono messe in giro da chi non ha di meglio da fare, ma in ragione del lavoro accurato -e dei colloqui- di gente come Luca Nicotra, Guido Scorza e compagnia cantando, che lavorano su questa roba da un sacco di tempo e che riportavano con preoccupazione tale intendimento.
    Orbene, senza entrare nel merito dei Fonzies - peraltro ce ne sarebbe, da entrare nel merito- il punto è un altro: spiegare la tua -legittima- non partecipazione ad un'iniziativa utilizzando un testo che è successivo -ed in una certa misura conseguente- all'iniziativa stessa, è un'operazione che personalmente non mi convince.
    Potrei risponderti che la specificazione di cui parli -ammesso e non concesso che la ritenessi giusta, cosa che non è- è stata introdotta proprio a seguito dell'iniziativa dei blogger, senza la quale la rimozione forzata dei contenuti sarebbe stata prevista in modo indiscriminato, a prescindere dalla presenza della pubblicità.
    Insomma, mi pare un po' come se uno non aderisse ad una manifestazione contro il ddl sul testamento biologico e poi spiegasse la cosa citando alcuni passaggi del provvedimento definitivo, così come sono stati costretti a modificarlo a seguito della manifestazione.
    Ciò detto, preciso che sto studiando il testo, sto cercando di comprenderne le implicazioni e a occhio e croce l'impianto illiberale è rimasto là, a prescindere dai dettagli.

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  3. @ iLManigoldo
    Lei è sempre troppo buono con me.

    @ Metilparaben
    "In ragione del lavoro accurato -e dei colloqui- di gente come Luca Nicotra, Guido Scorza e compagnia cantando, che lavorano su questa roba da un sacco di tempo e che riportavano con preoccupazione tale intendimento", caro Alessandro, avete creato allarmismo non giustificato, almeno per chi ha un blog senza pubblicità. Luca Nicotra, Guido Scorza e compagnia cantando non erano bene informati, lavoravano su questa roba da un sacco di tempo con scarso risultato. Prima che fosse resa nota la delibera, la annunciavano come illiberale per la blogosfera: qui sì che c'era un "prima" che fa la differenza, mentre il mio "dopo" non è altro che un esprimermi a ragion veduta. Come minimo mi sono risparmiato di venir lì a fare il coro del Nabucco col bavaglio sulla bocca. D'altra parte, caro Alessandro, sii onesto: anche dopo la delibera, non rimane vivo il clima di mobilitazione? Ti risulta ci sia stato uno solo di quelli che hanno preso parte alla "Notte della rete" a dire "un attimo, ragazzi, forse abbiamo esagerato"? Tutt'altro. Nessuno ha onestamente preso atto che la rimozione dei contenuti protetti da copyright non viene presa in considerazione per siti che, oltre a non avere "finalità commerciali o scopo di lucro", li riproducano a scopo scientifico o didattico, se a fine di critica, commento , ecc., se con riproduzione solo parziale dell'opera protetta da copyright. Attenti come siete tutti, voi sentinelle della precisione e della correttezza, l'omissione non puzza? Pronti a strepitare, prima, e neanche due parole, dopo? Non mi convinci, sicché rimango coi miei sospetti. Offensivi? Non credo. Idem per i Fonzies, sui quali non vuoi entrare nel merito: entraci, t'imploro, a che servivano?

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  4. Lui', posto che io non mi offendo mai manco quando sarebbe il caso, non ho difficoltà a dirti che nella circostanza non c'è niente per cui offendersi. Semplicemente, hai detto che abbiamo creato allarmismo ingiustificato -cosa sulla quale rifletterò attentamente, anche se date le premesse, francamente, a me non pare- e nel finale hai aggiunto che si è trattato di una strategia per "creare consorterie" e "fidelizzare clientele": osservazione, quest'ultima, che respingo al mittente se non altro in relazione alla sua parte "consapevole", giacché è noto che il desiderio di mantenere un (sia pure minuscolo) consenso può pure spingere in-consapevolmente gli esseri umani a cercare di alimentarlo (come vedi non mi sottraggo al sospetto). E anche su questo, credimi, rifletterò con attenzione.
    Quanto ai Fonzies in sé e per sé, la mia risposta è: perché no? Non dirmi che trovi anche tu "immorale" che un blogger si prenda quattro soldi di pubblicità. Senza, e questo te lo dico da dottore commercialista, che ciò qualifichi il suo spazio come un blog "a scopo di lucro": lo "scopo di lucro" è ben altra cosa, come sai meglio di me.
    Ci rifletto, dunque.
    Facendoti notare che la parola "offensivi" l'hai usata solo te -non io, neanche nella mia prima risposta- allo scopo di negarla.
    A.

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  5. Azz Metil vs. Mal.. io seduto in 1a fila davanti al pc di casa.. nel mio primo giorno di ferie.. ho appena finito di leccarmi le dita.. per non godere solo a metà..

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  6. Mi sembra che l'assenza di scopo di lucro sia solo una delle condizioni, come poi Malvino stesso precisa, ma solo in uno di questi commenti. La regola vuol essere ricalcata sul fair use all'americana (generalmente, di fronte ad un giudice, tutti questi fattori possono contribuire ciascuno in modo indipendente: per cui il fine educativo rema moltissimo a favore di un pronunciamento pro use, il diritto di critica molto, l'assenza di vantaggi economici abbastanza; e ogni caso lo si valuta a sé).

    Quindi, non avere scopo di lucro a mio parere non dovrebbe garantire una possibilità certa e illimitata alla violazione di copyright, in particolare se la riproduzione non è sviluppata o rielaborata in modo critico. In caso contrario, io potrei deliberatamente danneggiare qualcuno semplicemente perché non ci guadagno io stesso.

    In questo senso, mi dispiace ammetterlo, ma trovo il post di Malvino quasi completamente fuori fuoco, perché vuole indirizzare l'attenzione sui Fonzies nonostante questi siano di una marginalità pressoché totale: tenere o rimuovere un banner sarebbe solo uno degli elementi, e tra i non particolarmente dirimenti. Un blogger può continuare a tenerli, se fa uso intelligente di ciò che è coperto da copyright. Ci mancherebbe che Blob, che da decenni fa comunque guadagnare qualche spiccio alla Rai, dovesse chiudere per quei solderelli, in barba totale al fatto che le citazioni di spezzoni coperti da copyright sono rielaborati al punto da costituire una produzione letteraria e di critica totalmente inedita.

    L'altro aspetto è sicuramente quello di cui parla Metil e che è stato ripensato solo dopo la protesta: l'autorità non può imporre una censura all'interezza di un contenuto, senza vaglio giuridico, senza diritto di contraddittorio, senza una circospezione totale sul bersaglio (per esempio, rimuovere una traccia musicale, digitalmente identificabile, è un conto, mentre rimuovere un mio personalissimo Blob in forma video, per intero, se non addirittura tutto il mio blog, perché uno o più dei tanti "citati" si rivolge ad un amministratore invece che a un giudice è ben altro conto).

    In ogni caso a me piacerebbe molto che si adottasse il sistema americano in queste cose. Io rielaboro la Tv che tu fai, in senso totalmente critico, prendendo qua e là ma rendendola una forma nuova. Tu mi citi lo stesso in giudizio dicendo che ho violato un tuo copyright, vale a dire che tu affermi che io ho pubblicato una cosa di cui tu solo hai il copyrght. Perfetto. Andiamo dal giudice. Ma se questi dovesse stabilire che non è vero, che io ho rielaborato abbondantemente, tu vieni condannato perché hai dichiarato il falso nel momento in cui hai affermato che la mia opera era invece tua (e credo che nei casi estremi si vada addirittura nel penale). Poi vediamo se passa la voglia di intentare censure temerarie ...

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  7. @ Metilparaben
    Sì, anch'io ritengo che in questa come in altre occasioni non si sia trattato di cosa "consapevole": credo che l'inclinazione ad aggregarsi sia del tutto istintiva, né la biasimo, tutt'è capire se è finalizzata al raggiungimento di un fine comune o solo al ricreare le dinamiche di una comunità dai caratteri clanici. In tal senso la strategia è psicologica, non politica: non mi sogno neppure di contestare il modo in cui ciascuno blogga, ci mancherebbe, mi limito a constatare, con la solita mia malinconia un po' acida, che la blogosfera diventa sempre più social network, uno stare assieme per stare assieme.
    In quanto al "perché no?", non la ritengo una risposta adeguata, ma nemmeno mi ostino a riporre la domanda. D'altra parte, qui i Fonzies erano chiamati in questione da una domanda che mi pare sia stata elusa: stando all'art. 10 dell'Allegato A della delibera dell'Agcom, "la libertà di espressione è messa in pericolo dalla delibera o dalla voglia di guadagnare due euro al mese pubblicizzando i noti stuzzichini al formaggio?" E allora perché non rinunciare da subito a quei due euro?
    Ho pensato che i miei sospetti potessero essere stati offensivi dal tono del tuo primo commento, caro Alessandro: avrò frainteso, ma mi erano sembrati risentiti. E questo tuo secondo commento, in parte, mi fa credere che fosse proprio così. Mi spiace, perché non avevo intenzione di offendere, ma semplicemente di sollevare la questione relativa alla coerenza tra fini dichiarati nel fare rete e mezzi utilizzati per realizzarla.

    @ iLManigoldo
    Non mi pare che il "vs." abbia ragione: si chiacchiera, questo è tutto.

    @ paolo de gregorio
    Sarà il caso di citare per esteso l'art. 10 (Criteri di valutazione delle eccezioni degli articoli 65 e 70 della legge n. 633/41): "1. Le eccezioni di cui all’articolo 9, comma 3, sono valutate dall’Autorità tenendo conto dei seguenti criteri: a) l’uso didattico e scientifico; b) l’esercizio del diritto di cronaca, di commento, di critica e di discussione nei limiti dello scopo informativo e dell’attualità; c) l’assenza della finalità commerciale e dello scopo di lucro; d) l’occasionalità della diffusione, la quantità e qualità del contenuto diffuso rispetto all’opera integrale che non pregiudichi il normale sfruttamento economico dell’opera. 2. L’impiego di contenuti protetti per le finalità di cui al precedente comma è accompagnato dalle informazioni relative alla paternità dell’opera, ove reperibili".
    E dunque, sì, non è nemmeno necessario rimuovere la réclame dei Fonzies, ma (a), (b) e (d) del comma 1 dell'art. 10 sono elementi che ricadono pur sempre sotto un giudizio personale dell'autorità censoria: potrebbero non essermi riconosciute finalità didattiche o scientifiche, potrei essere considerato al di fuori dei limiti dello scopo informatativo, si potrebbe ritenere che l’occasionalità della diffusione, la quantità e qualità del contenuto diffuso rispetto all’opera integrale pregiudichi lo stesso il normale sfruttamento economico dell’opera; ma è con i Fonzies in mano che mi incastrano. In questo senso, ritengo di non aver posto una questione oziosa.
    In quanto al punto già sollevato da Alessandro (la protesta è venuta prima della delibera dell'Agcom), la domanda che mi pongo è se non fosse più naturale protestare dopo. Farlo prima, a quanto pare, basava sulle informazioni dei promotori: rivelatesi infondante, ansiose, viziate dal riflesso condizionato a organizzarsi in sindacato. Non pretendo che si faccia autonalisi del riflesso condizionato, ma continuare a dichiararsi in sorveglianza democratica permanente mi pare un poco esagerato e anche buffo.

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  8. @ paolo de gregorio
    Dimenticavo di aggiungere che mi trovo assolutamente d'accordo con te riguardo all'adozione del sistema americano.

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  9. D'altronde il resto del mio commento nemmeno si capisce, ora che lo rileggo.

    Sì, in US tra le altre cose hanno implementato il DMCA, che ovviamente ormai è diventato un verbo (to DMCA someone......). Uno dichiara che tu hai scippato il suo prodotto intellettuale e alcuni siti rimuovono strettamente quel contenuto, non ricordo se è una dichiarazione già firmata a questo stadio. Tu fai un immediato controreclamo firmato e dovrebbero riattivarti il contenuto "sulla fiducia" e a quel punto se quell'altro vuole insistere fa una dichiarazione tipo giurata e si va a braccetto dal giudice. Il problema è che se tu hai rielaborato creativamente e/o criticamente, dire che quella tua opera è roba sua rasenta il falso e così verrà trattato, tanto più quanto più è palese che hai fornito un nuovo significato all'opera. Motivo per cui la maggior parte delle volte chi ha fatto per primo il reclamo si ferma alla prima timida reazione, se l'ha fatto giusto per provarci e sperando che il malcapitato fosse sprovveduto o squattrinato. Perché i giudici americani non ci vanno mai teneri quando c'è di mezzo la libera espressione.

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  10. @Mal
    si chiama 'assuefazione'. Se Berlusconi e la sua band avessero che so, nominato una Minetti nel '94, li avrebbero ridicolizzati, sbeffeggiati e cacciati a pedate.
    Dopo 17 anni di provvedimenti prepotenti, ghe pensi mi eccetera, siamo all'ombrello di Altan.
    In questo caso, se consenti a un'autorità amministrativa di poter chiudere un blog o rimuovere contenuti, il passo successivo, dopo che la norma sarà stata digerita, sarà passare da 'fini di lucro' a 'fini di profitto'.
    Ovvero tu, col blog defonzizzato, posti un video che so di Radio Londra. L'autorità nominata dallo stesso tizio che ha nominato Ferrara decide che tu, con quel video, avevi un chiaro 'fine di profitto', in questo caso incrementare i tuoi accessi. E chiude.
    Se 17 anni di Berlusconi mi hanno insegnato qualcosa, è di non cedere a nessun piccolo compromesso quando si tratta di libertà. Non si diventa calvi il lunedì mentre la domenica si era pieni di capelli. L'Italia non è diventata fascista il 28 ottobre 1922. La Chiesa non s'è appropriata delle liberta individuali ai tempi di Pietro.

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  11. @ Stefano
    Vogliamo parlarne il giorno in cui "lucro" sarà sostituiti da "profitto", e per "profitto" sarà inteso "incremento degli accessi", o ci mobilitiamo adesso, a prescindere? Se sì, che senso ha più discutere della delibera dell'Agcom? Andiamo sui monti a fare i partigiani. Contatta la casa produttrice dei Fonzies e vedi se ci finanziano la Resistenza.

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  12. OT/

    http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/410888/

    Il matrimonio dei preti non risolverebbe il problema della pedofilia, come si vede.

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