martedì 20 settembre 2011

Il rispetto che si deve a un malato

Silvio Berlusconi merita il rispetto che si deve a un malato. Comprensibile l’esasperazione di chi non vede l’ora che il governo del paese venga tolto dalle mani di un malato, ma ritengo che gli insulti e gli sberleffi siano controproducenti, oltre che impietosi, così com’è del tutto inutile, oltre che provocatorio, chiamarlo a una qualsiasi forma di responsabilità. Non può dar conto di se stesso, di ciò che dice, di ciò che fa, sarebbe il caso di prenderne atto. Si dovrebbe essere cauti nel farlo bersaglio del biasimo e del dileggio che tuttavia – sono disposto a concedere – è pressoché impossibile frenare, perché la sua è una malattia incurabile, per di più pericolosa tenuto conto dei mezzi che sono a disposizione del malato, senza dubbio alimentata dalla convinzione di essere oggetto di attacchi ingiusti a fronte della sua sconfinata voglia di essere amato da tutti. Siamo al punto in cui basta un niente, anche una battuta più crudelmente azzeccata delle tante, a poter scatenare una reazione violenta, certamente autodistruttiva, ma anche distruttiva. Si dovrebbe smettere di parlarne rivolgendosi a lui, anche indirettamente, ma discuterne come un caso clinico la cui diagnosi è indiscutibile, il decorso imprevedibile, la prognosi infausta, la terapia impossibile, rammentando che l’eutanasia, dove e quando sia consentita, è praticabile solo su chi la chieda.
Chi proprio non riesce a provare per Silvio Berlusconi i sentimenti che bisogna imporsi di provare per un malato accumuli tutta la sua esasperazione in attesa di saldare il conto con quanti hanno alimentato la sua malattia con la cieca adulazione. Il malato va sempre rispettato, chi lo ha portato all’ultimo stadio può essere scorticato vivo. Prendete, per esempio, quello che ieri sera, su Raiuno, gli continuava a consigliare di chiedere scusa, come aveva già fatto domenica su il Giornale, dopo averlo drogato per anni di lodi e complimenti. Ecco, prendetevela con quello, ma promettete di non torcere un capello al poveretto. 

7 commenti:

  1. " Silvio Berlusconi merita il rispetto che si deve a un malato. Comprensibile l’esasperazione di chi non vede l’ora che il governo del paese venga tolto dalle mani di un malato, ma ritengo che gli insulti e gli sberleffi siano controproducenti, oltre che impietosi, così com’è del tutto inutile, oltre che provocatorio, chiamarlo a una qualsiasi forma di responsabilità."

    " rispetto", no, ma sono anni che provo ormai solo pena per quell'uomo. Perchè penso anch'io che non sia ( più ) colpa sua , ma dei suoi sostenitori-adulatori-servi, ecc.

    Ed è per questo che riservo " insulti" e sberleffi" a quest'ultimi.

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  2. Da nessuna parte allo scemo del villaggio danno da governare il villaggio. Rispettiamo lo scemo (e l'osceno) ma radiamo al suolo il villaggio.

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  3. Sì, ma anche nella Chiesa Cattolica, se il Papa esce pazzo, viene deposto. E' mai possibile che non ci sia nessuna regola costituzionale (chessò l'articolo 54 Cost), per cui questo dissociato possa essere collocato a riposo dal Presidente della Repubblica?

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  4. @ Devarim

    Lo strumento c'è, ed è il voto di sfiducia.

    Se il presidente del Consiglio impazzisce e rifiuta di dimettersi, la sua stessa maggioranza vota la sfiducia e lo sostituisce con un nuovo premier per un nuovo governo.

    Perché l'attuale maggioranza parlamentare non lo fa?
    La risposta è tristemente nota.

    Hans

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  5. Non vedo perché dovremmo torcere un capello al poveretto dopo che ha faticato tanti anni per impiantarne di nuovi

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  6. "Pisacane ha detto...Da nessuna parte allo scemo del villaggio danno da governare il villaggio."
    Mi sembra che c'era in una storia di Paperino

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  7. Non voglio essere irriverente Malvino, ma questo suo rispetto per il morente b sembra simile a quello della Chiesa! Ho pensato questo quando ho letto la Spinelli oggi su Repubblica.

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