martedì 25 ottobre 2011

Sennò non eravamo a questo punto

La bravura di chi riesce a venderti uno scampolo di moquette in poliestere e viscosa come tappeto persiano di pregio sopraffino sta tutta nel convincerti del fatto che, da grande intenditore qual sei, non puoi farti sfuggire l’affarone: quando ti capiterà più, e a un prezzo tanto conveniente, un parsibaft tanto omogeneo da sembrare quasi un axminster? Il patriottismo che Silvio Berlusconi è riuscito a suscitare in alcuni di voi è dovuto a questo tipo di bravura, che è del piazzista dalle doti eccelse.
Alla fine di un vertice dei capi di stato dellUnione europea, nel corso di una conferenza stampa, un giornalista chiede ad Angela Merkel e a Nicolas Sarcozy: «Silvio Berlusconi vi ha rassicurato circa le riforme che la Bce ha chiesto all’Italia?». È fin troppo evidente che il premier italiano non abbia potuto farlo, e qui a due scappa un sorriso imbarazzato, perché a dover essere sinceri, la risposta sarebbe: «No». L’imbarazzo dura quattro lunghissimi secondi, poi riescono a trovare una risposta: «Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese...». Come a dire: contiamo sull’Italia, ma, via, contare su Silvio Berlusconi è da sprovveduti.


Anche troppo buoni. Chi non conosce Silvio Berlusconi? Uno che fa il premier a tempo perso, che non schioda da Palazzo Chigi solo lì dentro può dirsi al sicuro, che fa fronte alle drammatiche emergenze del paese con un «qualcosa ci inventeremo», che amici e nemici danno ormai finito da mesi... Che garanzie può offrire, uno così? Anche troppo buoni, Merkel e Sarkozy. Ma se, come si è detto, i loro sorrisi imbarazzati sono stati uno schiaffo, questo schiaffo a chi è andato? All’Italia o a Berlusconi? «Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese...».  Nell’insieme, sì, ma non ci imbarazzate chiedendoci se Berlusconi gode della nostra fiducia: non gode più nemmeno di quella che gli italiani gli hanno dato nel 2008.
E dunque che senso ha questa isterica levata di patriottismo che dalle pance dei lacché di corte sale come un rutto e nei cretini che cercano un attestato di italiani super partes rumoreggia come un borborigma? Nessuno, se non quello di accettare, di ritorno, quella equivalenza tra paese e premier, tra Italia e Berlusconi, che può trovare senso solo in qualche residuale forma di simpatia per la monarchia assoluta. Siamo ben oltre pure al «right or wrong its my country», a meno che non valga l’equazione Italia = Berlusconi. Ma è come pagare uno scampolo di moquette in poliestere e viscosa al prezzo di un tappeto persiano di pregio sopraffino.


E allora comè che il piazzista si azzarda a tentare la sua truffa? Semplice. Abbiamo perso la capacità di capire la differenza tra tappeto e moquette. O non labbiamo mai avuta. Sennò non eravamo a questo punto.    
       

4 commenti:

  1. Giusto, e mi vergogno del mio di patriottismo, se rifletto sulle considerazioni che Lei ha fatto...
    Ma purtroppo, vivendo all'estero, l'equazione che finisce per prevalere non e' Italia = Berlusconi...e' Berlusconi = Italiani...
    ...e alla fine, sommessamente, "right or wrong, it's my country", e finiscono per esserlo anche i miei concittadini...
    E pero' il mio timore e' che non si sia neppure ancora alla Fine...

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  2. L'equazione esatta è: "Italia = proprietà di Berlusconi".

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  3. Sarkozy può permettersi di ridere con la Merkel dell'Italia, perché non c'è UN politico italiano credibile che li possa mandare affan... e magari mettere in chiaro due o tre cosette su questi Signori dell'Europa che spadroneggiano ovunque.

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  4. In vari dialoghi colloquiali con dei miei corrispondenti esteri (statunitensi, cinesi, brasiliani, tedeschi, inglesi), gente con cui ho una certa confidenza, questi si sono espressi piuttosto liberamente affermando che, secondo loro, Berlusconi rappresenta al meglio l'immagine che nel loro paese hanno dell'italiano medio.
    L'immagine c'era già; serviva solo uno che ne incarnasse al meglio lo spirito, in senso hegeliano.

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