lunedì 3 ottobre 2011

Tra A e B

Uno dei modi per raccogliere il consenso di un uditorio su una opzione (A), tra due opposte (A e B) che sono in discussione, sta nell’offrirla come soluzione equilibrata tra due estremi, perché è comunemente accettato che “in medio stat virtus”, e allora diventa necessaria la creazione di una terza opzione (C), che fin lì non era affatto in discussione, ma che torni utile a rappresentare A in posizione virtuosamente equidistante tra B e C.
Se la rappresentazione grafica non è chiara, possiamo ricorrere all’esempio che troviamo nel discorso che Benedetto XVI ha tenuto al Bundestag lo scorso 22 settembre, dove le due opzioni in discussione erano (A) il diritto naturale, inteso come “ragione oggettiva che si manifesta nella natura” e che “presuppone un Creator Spiritus”, e (B) il diritto positivo,  “che comprende la natura in modo puramente funzionale, così come le scienze naturali la riconoscono”. Bene, Sua Santità mette (A) il diritto naturale tra (B) il diritto positivo e (C) il “diritto rivelato”, inteso come “ordinamento giuridico derivante da una rivelazione”. Ma il concetto di natura che in sé abbia una ratio che per Benedetto XVI è una Ragione creativa non rimanda a una legge in ogni caso divina? Il “diritto rivelato”, insomma, non è ancora diritto naturale, se la natura è intesa come creatura di un Dio rivelato? Perché il trucco sortisca l’effetto voluto, allora, allontana C e B da A, facendo diventare C il “diritto rivelato” comè per “altre grandi religioni” (non la cita, ma evoca la sharia) e B quanto può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia”. E così A, il diritto naturale che “rimanda all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un’armonia che però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio, si ritrova nel bel mezzo virtuoso che sta tra la teocrazia coranica (C) e il nazismo (B'). Per Sua Santità, infatti, il diritto positivo (B) ha in sé l’intrinseco rischio di portare a una separazione del potere dal diritto, al porsi del potere contro il diritto, al suo calpestare il diritto, così che lo Stato diventa lo strumento per la distruzione del diritto (B'). 
Neanche così è chiaro? Non ci resta che ricorrere a un esempio grossolano ma efficace. Mettiamo che la questione si ponga tra il prenderlo in culo o no, e che il prenderlo sia A e il non prenderlo sia B. Mettiamo che saresti incline a non prenderlo. Chi ti vuole convincere a prenderlo non fa altro che  descrivere la sua opzione come soluzione equilibrata tra il prenderlo in modo brutale (C) e l’illusione di poterlo evitarlo per poi finire col prenderlo in modo altrettanto brutale o peggio (B'). L’opzione di non prenderlo in culo (B) è scomparsa o comunque non è più alternativa al prenderlo (A), che rimane, lì nel mezzo, come la migliore scelta possibile tra due inculate terribili. 

5 commenti:

  1. Quindi un altro esempio potrebbe essere:
    (A) paese federale
    (B) paese unitario
    (C) secessione

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  2. Beh Randolph, se è per questo è lo stesso sistema tentato più volte in Parlamento dal premier:
    (A) immunità per Berlusconi
    (B) tutti i cittadini sono uguali
    (C) distruzione totale del sistema penale e giudiziale, con azzeramento di centinaia di migliaia di processi

    Oppure, dalla malavita organizzata:
    (A) paghi una "irrisoria" tassa alla malavita
    (B) tutte le imprese commerciali sono libere sul territorio
    (C) l'esercizio va a fuoco, oppure muori

    In realtà, non sono situazioni esattamente coincidenti con quelle del post, dove si oggettivizzano le opzioni. Comunque, Malvino, bel post.

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  3. Se fossi erudito tirerei fuori la "finestra di Overton", ma visto quel che sono vi ricordo una vecchia storiella ignota ai più che fa: "Morte o bunga bunga?"

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  4. Splendido ragionamento, Malvino. Come al solito.

    Un'altra trovata del Papa, analoga all'argomentazione che Lei analizza qui, ma di diversa forma logica, è quella che ha sfoderato ad Erfurt (e riciclerà ancora mille volte, perché perfettamente coerente con quel cattolicesimo lì):
    http://www.siamotuttigiornalisti.org/it/content/benedetto-xvi-meglio-agnostici-ricerca-che-finti-credenti
    Meglio agnostici in ricerca che finti credenti, cioè, meglio un criptocredente che non ha ancora trovato il Dio personale che fa per lui, piuttosto che un sepolcro imbiancato "credente" per interesse.
    Ma l'agnostico in ricerca che agnostico è? un agnostico insicuro, un incoerente, che si rifugia provvisoriamente nel "dubbio" ma è pervaso di "will to believe" in un Dio che non vede l'ora di aver trovato. Dove sono finite tutte le possibilità alternative ad A e B? L'ateo, l'agnostico vero, il miscredente scostumato, il miscredente moralmente rigoroso? E il vero credente che nel nome della sua vera fede fa cose orrende?

    A Erfurt il Papa ha parlato al cuore tuberiforme della Germania profonda e l'ha ammonita: meglio mangiare tutta la vita patate con sale e olio, che sempre solo patate scondite.

    Cordiali saluti dalla (felicemente miscredente) Berlino

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