mercoledì 9 novembre 2011

Non c’è alternativa

Si è dimesso? Non si è dimesso, ma ha annunciato che lo farà a breve, se ne è assunto l’impegno formale. Ma quanti impegni ha preso e non ha mantenuto? E quanti suoi annunci si sono rivelati farlocchi? Non vi dice niente il fatto che due fedelissimi come Lupi e Cicchitto parlino del voto sul Rendiconto dello Stato come di un passaggio nel corso del quale si è verificato in Parlamento un momentaneocalo di voti in favore del Governo, ma che comunque il testo del decreto è stato approvato ed è questo ciò che conta? C’è ancora tempo per comprare una mezza dozzina di parlamentari, a un prezzo che stavolta sarà molto più alto, ma naturalmente questo non costituirà un problema: quando due pompini valgono 480.000 euro, per salvare il culo si può arrivare a stanziare somme di sette o di otto zeri.

Ma forse non sarà neppure necessario, perché le opposizioni potrebbero votare a favore del maxi emendamento o su quello spaccarsi tra favorevoli, contrari e astenuti. Il “momentaneo” calo di voti in favore del Governo sarebbe superato, e proprio sul provvedimento che impegna l’Italia verso l’Europa: opposizioni divise e compatte sul sì dimostrerebbero che a Silvio Berlusconi non c’è alternativa; compatte sul no, dimostrerebbero che sono irresponsabili o addirittura antieuropeiste; in ogni caso sarebbe dimostrato che c’è un peggio al pessimo.
Diciamola tutta: con l’astensione sul Rendiconto dello Stato si è fatto un calcolo errato. Il Governo doveva cadere ieri, adesso non è detto che abbia i giorni contati. Errore gravissimo, visto che a nessuno sfuggiva di quale pasta sia fatto Silvio Berlusconi, e tuttavia quasi obbligato, perché almeno al Pd e all’Idv conveniva e conviene che il sì alla lettera della Bce venga formalmente dato dal centrodestra. Ancora una volta la forza del nostro amato premier si rivela fondata sulla debolezza degli omuncoli che dovrebbero prenderne il posto.

Giorgio Napolitano può aver assicurato a Silvio Berlusconi che dopo le sue dimissioni si andrà di corsa alle urne? Ammesso e non concesso, dovrà pure avergli fatto presente che sarebbe impossibile senza un giro di consultazioni e un incarico esplorativo affidato a un chicchessia. Può avergli dato assicurazione che a Palazzo Chigi ci sarà comunque un Gianni Letta o un Angelino Alfano, e non un Mario Monti, fino alle elezioni? Ammesso e non concesso, sarebbe un’assicurazione sulla quale Silvio Berlusconi può contare con certezza?
Se passa il maxi emendamento, non si dimetterà. E il maxi emendamento passerà. Quand’anche si dimettesse e si andasse alle urne a gennaio, avrebbe un enorme vantaggio: a Natale siamo tutti più buoni e a Capodanno sperano anche i disperati, senza sottovalutare il fatto che dicembre è il mese che in cui le reti Mediaset hanno gli share più alti di tutto l’anno.

Perderebbe lo stesso? È molto probabile, ma attenuerebbe di molto il tonfo, e qui rimando all’analisi di Leonardo, che sottoscrivo interamente. Aggiungo solo che Silvio Berlusconi continuerebbe ad essere pericoloso anche in esilio, e che non c’è alcuna possibilità di levargli gli strumenti che gli consentano di continuare ad agire nelle difesa dei propri interessi, anche se dopo la caduta questi fossero limitati a una rancorosa e infruttifera vendetta: la storia ci insegna che l’Italia è un paese che si può destabilizzare anche da una villa di Antigua o da una dacia russa.
Se non è stato eliminato fisicamente fino ad oggi, è difficile possa accadere in futuro e, per fargli terra bruciata attorno, bisognerebbe ammazzarne almeno una dozzina, a cominciare dai figli di primo letto. Tutta roba esecrabile, ovviamente, peraltro poco affine al carattere nazionale, perché in fondo pure le Br e i Nar non riuscivano a chiudere occhio senza un orsacchiotto di peluche tra le braccia. Conviene sopportarlo ancora, non c’è alternativa.

8 commenti:

  1. Due brevi considerazioni.
    Dato il personaggio Berlusconi, l'uomo delle mille promesse non mantenute, non c'è la certezza assoluta che si dimetterà. Ritengo che nemmeno sotto il profilo formale sia obbligato a farlo. Però, il colloquio intercorso fra Napolitano e Berlusconi (poi certificato dai due comunicati ufficiali del Quirinale e di Palazzo Chigi) è un macigno bello grosso. In buona sostanza, è estremamente probabile che Berlusconi stavolta mantenga la promessa e si dimetta.
    Quanto a Napolitano, invece, anche se per ipotesi avesse promesso a Berlusconi di sciogliere le camere e andare al voto (e io non credo che l'abbia fatto), non sarebbe una promessa vincolante; sarebbe, per così dire, solo una sorta di accordo fra gentiluomini (e, aggiungo, Berlusconi come gentiluomo lascia un po' a desiderare...). Una volta aperta formalmente la crisi di governo, infatti, Napolitano sarebbe comunque tenuto a fare un giro di consultazioni. Potrebbe poi conferire a Tizio un mandato esplorativo (improbabile, dati i tempi stretti). Dopodichè, nulla gli impedirebbe di dare a Pinco Pallino l'incarico di formare un nuovo governo (tecnico, istituzionale, larghe intese, etc.). Per assurdo, Napolitano potrebbe anche reincaricare lo stesso Berlusconi (!).
    Posso sbagliare, ma dovrebbe essere più o meno così.

    RispondiElimina
  2. c’è un peggio al pessimo, già...il fondo è sempre più giù

    RispondiElimina
  3. In aggiunta a quanto scrivete tu e Leonardo metterei anche il sospetto che con la scusa dell' "Europa che ce lo chiede" e giocando su tempi ormai strettissimi per l'approvazione Berlusconi potrebbe imporre l'inserimento in una botta sola di tutte quelle norme che servirebbero a parargli il didietro, con l'aggiunta di una ulteriore legge salva-Fininvest e infine una bella spallata a quel poco che resta di stato sociale. Quest'ultima magari così, per vendetta. Poi potrà andarsene contento (e pericoloso quanto prima) lasciando tutti noi a raccogliere i cocci del ventennale disastro. A Merkel e Sarkozy non importerebbero più di tanto gli eventuali corollari ad personam; e la possibilità di ricatto per il Cavaliere sarebbe enorme (o mi date anche quello che chiedo o lascio tutto nel casino più totale, sai che gioia i mercati).
    A sentir lui la crisi era alle nostre spalle: ora si è anche abbassata le mutande e tra poco saranno Razzi nostri.

    RispondiElimina
  4. Articolo vergognoso di sinistra..non voglio esprimere opinioni su Berlusconi o su quello di cui si parla..dico solo che si possono fare articoli basandosi sui fatti non su supposizioni future..Detto ciò..anche se andrà la sinistra al potere voglio proprio vedere cosa farà..(idem se ci andrà la destra eh).

    RispondiElimina
  5. @ Anonimo
    "Sinistra" lo dici a màmmeta e a sòreta.

    RispondiElimina
  6. La credibilità di Berlusconi è così bassa, che il Quirinale ha dovuto diramare un comunicato per garantire sulle sue effettive dimissioni.

    RispondiElimina
  7. sono d'accordo con te... ora che Berlusconi s'è dimesso (perché lo farà), non hanno più argomenti...infatti sono tutti contro tutti... Il pacchetto che ci impone l'Europa che il centrodestra approverà, dovrà essere ESEGUITO da qualsiasi governo di qualsiasi colore... NON C'E TRIPPA PER GATTI...voglio proprio vedere quelli della sinistra come ingoieranno il rospo...probabilmente contropelo!
    Ma non governeranno loro, non ne sono all'altezza, lo hanno dimostrato ampiamente, sopratutto quando hanno governato nei periodi di vacche GRASSE...e poi sono sempre gli stessi...si sono mummificati...nessun cambio generazionale...hanno persino messo alla gogna il Renzi "Tramaglino"... auguri neh! marcoaliaslosciccoso

    RispondiElimina
  8. @anonimo

    non governa piú la politica, ne la destra ne la sinistra, ormai ci impone il mercato cosa fare, come fare. non esiste modo di scappare al mercato globale.

    RispondiElimina