giovedì 16 agosto 2012

Appunti

Il dogma dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Cielo ci offre una eloquente visione assonometrica della costruzione logica nella quale vivono i cattolici, dandoci modo di comprendere a quali bisogni doveva rispondere l’edificio e con quali strumenti si è provveduto a erigerlo. Per delicatezza, sarà il caso di non soffermarci sulla qualità del materiale.
Ovviamente i vangeli non fanno alcun cenno al fatto che, terminato il corso della vita terrena, Maria sia stata assunta in cielo, ma, se è per questo, non fanno alcun cenno, se non assai labile, neppure a quanto sta nella sostanza degli altri nove dogmi cattolici. Il fatto è che un dogma tira l’altro ed è già tanto che la proclamazione degli ultimi tre o quattro non abbia causato le carneficine che furono necessarie a imporre l’indiscutibilità dei primi sei o sette. Di fatto, quattro dogmi su dieci riguardano Maria e nel dichiarare indiscutibili le «verità» che essi enunciano c’è un evidente affanno di argomentazione.
Se, infatti, Gesù è figlio di Dio ed è consustanziale al Padre (Nicea, 325), ed è quindi vero Dio, ma pure vero uomo (Calcedonia, 451), occorre che sua madre sia anche madre di Dio (Efeso, 431). Diventa opportuno, allora, che sia stata vergine prima, durante e dopo il parto (Costantinopoli II, 553), ma soprattutto diventa indispensabile che sia stata concepita immacolata del peccato originario (Ineffabilis Deus, 1854) e che il suo corpo non abbia subìto la corruzione della morte: assunta in cielo, dunque, necessariamente (Munificentissimus Deus, 1950).
Come per ogni dogma, anche qui dovrebbe trovarsi fondamento nella Scrittura. Mai come in questo caso, invece, la tradizione che vuole Maria assunta in cielo è in palese contraddizione coi vangeli, almeno sul piano razionale. C’è bisogno di un sì di Maria, infatti, perché si compia in lei la volontà di Dio: se non ce ne fosse bisogno, non avrebbe senso inviare un angelo a chiederglielo, perché quel che ha da compiersi si compierebbe in lei dando per scontato il suo assenso. È evidente, dunque, che spetta a Maria decidere se il disegno divino possa compiersi in lei e qui decidere significa scegliere tra un sì e un no. C’è da supporre che questa scelta sia libera e che il no sia scartato per volontà di Maria, che infatti all’angelo dichiara la sua disponibilità al disegno divino: «Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto», secondo Luca («Ecco la serva del Signore davanti a lui. Avvenga di me secondo la tua parola», secondo Giacomo).
E qui sorge il problema: se c’è bisogno del suo sì, è evidente che Maria avrebbe anche potuto dire no. Concepita senza peccato originario, dunque, nella certezza che avrebbe detto sì? La sua disponibilità al disegno divino perderebbe il valore di libera scelta. Diventa immacolata del peccato originario, dunque, nel momento in cui dà il suo assenso? Dunque non sarebbe stata concepita immacolata? È evidente che solo un dogma poteva chiudere la questione.
[...]
Andando ancora un po’ a ritroso, perché c’è bisogno che Maria sia stata concepita monda del peccato originario? Perché deve mettere al mondo il figlio di Dio, che è Dio stesso. Senza il dogma della Trinità (Costantinopoli I, 381) non sarebbe stato necessario, ma c’era bisogno che Cristo fosse egli stesso Dio, per tagliare i ponti con la tradizione ebraica: Cristo non è un profeta qualsiasi, ma il Messia, il Dio vivente. Il mandato apostolico, dunque, non è un’invenzione dell’ennesima setta partorita dall’ebraismo, ma è parola di Dio stesso: se Cristo è Dio stesso, la fondazione del primato petrino non è cosa umana, ma divina. Non c’è altra Chiesa del Dio Vivente che quella guidata da Pietro: tutte le altre sono eretiche.
[…]
Poi, dovendo fissare una data per festeggiare l’Assunzione, ci si impossessa dell’ultima che è rimasta troppo a lungo «laica»: Feriae Augusti. «Date a Cesare quel che è di Cesare», per modo di dire.

10 commenti:

  1. Le parentesi quadre di sospensione lasciano pensare che esistano tracce di ulteriori appunti che spero di prossima pubblicazione.
    E, ingenuamente, un ringraziamento: non avevo mai riflettuto sulla possibilità del "no" di Maria, perlomeno in questi termini; insomma, se Gesù è figlio di Dio fattosi uomo, Maria è una donna fatta dea, malgré soi.

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  2. oltre che di tutto ciò (e mi associo nel grazie per averci sottolineato la possibilità - anche se del tutto teorica - del no di maria) la chiesa o chi per essa aveva bisogno di una dea femmina per rimpiazzare quelle pagane. perché a quei babbioni mediorientali bastava il dio maschio, ma ai popoli dell'impero evidentemente no. ed erano loro quelli da accalappiare.

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  3. Veramente molto interessante questo post. Mi associo ai precedenti commentatori nel rigraziarla per lo sforzo informativo compiuto e attendo ulteriori sviluppi dell'argomento. Ribloggo (si può dire?) da me, se nulla osta.

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  4. Mi permetto di ricordarle questo suo precedente post sull'argomento parimenti interessante ripostato integralmente da me qui:

    http://ilmanigoldo.blogspot.it/2010/12/il-dogma-dellimmacolata-concezione.html


    nel rinnovarle i miei complimenti..


    discinti saluti.

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  5. Io avevo scritto un bel commento, ma e` sparito..

    Gigi

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  6. Approfitto della coincidenza dei due post, il suo e quello di Leonardo, per fare una domanda che tengo da un po'.
    Cosa pensa dell'opera che sta portando avanti Leonardo da un po' di tempo sul Post, composta quella serie di articoli biografici riguardanti le varie figure del cristianesimo che certamente, da estimatore di Leonardo, non le sarà sfuggita?
    Conosco il suo gradire Leonardo così come il suo non gradire Il Post, ma dato che non sono abbastanza competente da misurare la qualità di quell'opera (in termini di tempo, di cultura, di interpretazioni, ecc...) ogni volta che lo leggo mi chiedo sempre cosa ne pensa chi maneggia il tema con altrettanta competenza.
    Dato che lei è indubbiamente in cima alla lista di quei "maneggiatori di tema" mi permetto di chiederle una parola non su una biografia piuttosto che un'altra ma sull'intera raccolta.
    A me sembra grandiosa (prescindendo dalla fede, intendo) ma io sono ateo e ignorante e quindi mi piacerebbe sentire un giudizio competente.

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    1. Il lavoro di Leonardo è di pregevole fattura, inoltre ha omogeneità di registro e di stile, con una garbata ironia di fondo. Non mi stupirei se quegli articoli finissero in un volume, sembrano scritti apposta per un almanacco ad uso del bravo miscredente. Li leggo anch'io con diletto e non vi ho mai trovato pecche significative.

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  7. Il dogma è del 1950, ma il tema era assai più antico, e in questo ti sei lasciato sfuggire un passaggio, cioè del fatto che nelle opere sacre è sempre stata la "dormitio" di Maria, e non la morte, segno che il problema era ben noto e non è spuntato fuori all'improvviso sessant'anni fa.

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    1. Il titolo del post è "Appunti", non intendevo scrivere il capitolo di un Trattato di Teologia Dogmatica o di Storia della Chiesa. E tuttavia la "dormitio virginis" lambisce solo la questione della immacolata concezione e dell'assunzione in cielo, perché è pur sempre trapasso, e dunque non esclude la discesa agli inferi prima dell'ascesa in cielo per mondarsi di un eventuale peccato originario. In una delle due versioni della tradizione della "dormitio virginis" vi è addirittura una sepoltura e una (implicita) resurrezione (si apre il sepolto e non si trova più il corpo di Maria). No, caro Paolo, con l'assunzione non siamo dappresso alla dormizione se non sul piano storico e, se vuole, mitopoietico. Sul piano teologico, invece, l'assunzione è il quarto necessitato dogma mariano: necessitato dalle implicazioni che agli altri tre sono attribuiti dal Simbolo Niceo-Costantiniano (in chiara attinenza alle eresie ariana, nestoriana e pelagiana, e ai loro rispettivi prefigurati storici). Inutile sottolineare quanto sia stata la sconfitta di queste eresie a costruire "questa" Chiesa (questa cristologia, questa ecclesiologia).

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    2. Solo adesso m'avvedo di un'altra questione che lei implicitamente pone: "il problema era ben noto e non è spuntato fuori all'improvviso sessant'anni fa". Non l'ho affermato, ne mi pare di averlo dato da intendere. Poi, certo, non è colpa mia se, dovendo mettere le date tra parentesi, salta all'occhio l'abisso tra 1950 e 1854, e ancor più tra 1854 e 553. Non ne faccio una questione di "problema spuntato fuori all'improvviso", tutt'altro: affermo che le "fondamenta" (i vangeli "ufficiali", per tacere di quelli "apocrifi") sono state scavate da zotici e fior fior di cervelloni si sono dovuti fare il culo in quattro, per secoli, nel tentativo (peraltro assai mal riuscito) di costruirci sopra una cristologia ed una ecclesiologia che non crollasse di qua o di là. I dogmi sono appunto queste soluzioni: la costruzione è questa e, se volete starci dentro, vi è d'obbligo chiudere un occhio su com'è stata costruita.

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