giovedì 27 settembre 2012

Il reato c’è

Il reato c’è, la sentenza definitiva pure, il condannato è recidivo, dunque non capisco perché ad Alessandro Sallusti dovrebbe essere risparmiato il carcere e penso che il suo vittimismo sia fuori luogo. Quello che però mi dà davvero fastidio è la solidarietà di tutti o quasi, anche di chi solitamente manderebbe in galera chiunque sia raggiunto anche solo da un avviso di garanzia. Sarà che siamo in Italia, il paese dove di giorno ci si sgozza e la sera si va tutti a cena insieme, e Alessandro Sallusti è della tavolata.
In carcere abbiamo decine di migliaia di imputati in attesa di giudizio, decine di migliaia di ragazzi pizzicati con una decina di grammi di hashish in tasca, decine di migliaia di poveracci arrivati in Italia su barconi sfondati, e pare debbano rimanerci, ma Alessandro Sallusti non può andarci. Ha diffamato, non ha mai rettificato, non ha soddisfatto la parte lesa prima della sentenza, rifiuta l’affidamento ai servizi sociali come alternativa al carcere, aspetta la grazia dal Quirinale, ma a chiederla non ci pensa nemmeno: sa che in galera non può andarci e quasi certamente non ci andrà. 

18 commenti:

  1. Sarei curioso di sapere cosa pensa invece di tutti quelli che [pervalentemente dall'area della ""sinistra"" liberal-merigana, mi pare] opinano circa l'assurdità della pena carceraria per un (sic) mero reato d'opinione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La diffamazione non è un reato d'opinione.

      Elimina
    2. Anch'io, per quel che vale la mia opinione, penso che, tirando in ballo libertà di stampa e primi emendamenti, si stia solo contribuendo a creare una gran confusione; da parte di alcuni, temo, scientemente.
      Si faccia un giro sul Post, e provi a leggere ad esempio il pezzo di Menichini.

      Proprio per questo chiedevo a Malvino cosa ne pensasse, specie a valle della sua confessione di fastidio nei confronti del neo-garantismo differenziale dei forcaioli...

      Elimina
  2. Volpi Come può marcire in prigione chi è marcio? Comunque vorrei sapere chi è stato diffamato dalla richiesta della pena di morte per giudice e genitori per aver permesso che la figlia minorenne abortisse. Il giornalista almeno in quella frase non ha detto nulla di falso;ha forse fatto una minaccia, espresso un segno della barbarie che cova sempre nella destra clericale,ma nulla di falso. So che Travaglio è stato condannato ad una pena pecuniaria per aver paragonato Schifani ad un lombrico e che i precedenti vanno seguiti fino a che non verrà promulgata una nuova legge.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggi l'articolo: è un concentrato di falsità. L'augurare a pena di morte è solo il culmine di un articolo impostato in modo da sdegnare il lettore e far sembrare giudice, ginecologo e genitori come dei sadici e amorali. La diffamazione sta in tutto l'articolo, non in una singola frase.

      Giovanni.

      http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2012/09/26/pop_rassegna-camera-libero-articolo-incriminato.shtml

      Elimina
  3. Ma vi ricordate la "saga" della "macchina del fango"?
    Quando ci si scandalizzava che un giornalista potesse dire qualsiasi cosa impunemente?

    RispondiElimina
  4. Ops, non ti iscrivi anche tu alla community Siamo tutti Sallusti? È la moda moralistico/lobbystica del momento.
    (per fortuna c'è qualche voce fuori dal coro delle voci bianche, che si attiene alla ricostruzione dei fatti e non ai melodrammi e ai piagnistei, grazie)

    RispondiElimina
  5. A me quello che stupisce e´che si denisca il reato "reato d'opinione". Sallusti e´stato condannato per aver scritto il falso sapendo di scrivere il falso. Nemmeno in US l´avrebbe fatta franca.

    RispondiElimina
  6. Complimenti per il minestrone. Davvero geniale mettere sullo stesso piano il reato di diffamazione col reato di immigrazione clandestina e quello di possesso di stupefacenti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, il possesso di stupefacenti è molto meno grave della diffamazione. Non ci va nemmeno vicino :)

      Elimina
    2. Visto che sono puniti con le stesse pene (carcerazione, sanzioni finanziarie) è lo stato a renderli comparabili!
      è come chiedersi se costa di più un'auto o una casa. Sono entrambi misurabili nella stessa unità di misura (€uro)...

      Elimina
  7. il carcere per un reato simile è ridicolo (anche se non si tratta di un reato d'opinione).
    Certo, com'è ridicolo il carcere per droga (consumo, che con le soglie della Giovanardi Fini spesso diventa spaccio) o per clandestinità. O per aver fornito false generalità ai carabinieri, che credo sia ancora il motivo per cui la maggior parte degli immigrati stanno ar gabbio.

    RispondiElimina
  8. Se sei un clandestino in galeria ci devi andare, se sei uno che ha due piante illegali sul terrazzo pure, ma quella sottospecie di giornalista invece tira su un casino allucinante: come vittima é davvero imbarazzante! Mi chiedo anche il perché di questa difesa a spada tratta da parte di tutti i giornalisti, anche quelli veri! E non si tratta di un reato d'opinione, si tratta di aver scritto una marea di falsità, bastava smentire, o no?

    RispondiElimina
  9. 1 + 1 = 2. Cioè fatto reato, comparazione fatto/diritto, sentenza. Si chiama sillogismo giudiziale. Piuttosto, credo che se veramente rifiutasse l'affidamento in prova (art. 47 L. 354/75, misure alternative alla detenzione) potrebbe sperimentare le patrie galere.

    RispondiElimina
  10. ...come per il sondino, per la diffamazione "c'è chi può".

    RispondiElimina
  11. Ma non sono gli stessi giornali(sti) che ci raccontano, quando si propone un'amnistia, che le carceri italiane "sono alberghi a 5 stelle e ci hanno pure la televisione"? Tante storie per 14 mesi in u resort di lusso, dunque?

    RispondiElimina
  12. oh finalmente! io la penso esattamente come lei, ma dovunque mi volti, dovunque butti occhio o orecchio, qualcuno mi spiega che, no, è una quesione di principio, non si può andare in galera per un'opinione, che è una sentenza intimidatoria verso la stampa, che la libertà d'informazione è in pericolo.. ma sono tutte balle!!! perchè nessuno rischia di finire in galera per un'opinione!

    RispondiElimina
  13. Adesso che il vero autore sotto pseudonimo dell'articolo che è costato la condanna al Sallusti è venuto alla luce con la confessione di Renato Farina, mi sembra che il quadro sia completo.
    Professionisti recidivi della calunnia che si reggono il sacco l'uno con l'altro...
    Se c'è qualcuno in Italia per cui quella pena da codice fascista calza come un guanto questo è lui. Che si accomodi in galera mentre il Parlamento si ingeominide sostituire la sanzione penale con un pesante meccanismo di risarcimento del danno per chi diffama. Ma senza fretta. Poi lo indultiamo quel Silvio Pellico.

    RispondiElimina