domenica 21 ottobre 2012

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Non è chiaro a quale titolo,  l’altrieri, don Maurizio Patriciello parlasse a nome dei cittadini di Caivano, cattolici e no, credenti o meno, ma non c’è troppo da stupirsi che in Italia un prete senta la vocazione di arruffapopolo nella convinzione che aprire vertenze con lo Stato sia una extension della cura delle anime.
Non è chiaro nemmeno chi lo avesse delegato a rappresentare i cittadini di Caivano, tanto meno è chiaro con quale procedura, ma neanche di questo c’è troppo da stupirsi, perché questo è un paese in cui si chiude volentieri un occhio su questo capitolato di regole, tuttal più ci si appassiona a quelle che dettano chi possa o no concorrere a un posto di messo comunale.
È chiaro, invece, che quella che don Patriciello si ostinava a chiamare «signora» nella sua predica al Palazzo del Governo, a Napoli, fosse un Prefetto della Repubblica Italiana, un rappresentante di quello Stato che ogni anno assicura alla Chiesa Cattolica Italiana il necessario per dar da mangiare ai suoi preti, che, sarà solo un caso, sono quasi tutti in sovrappeso.
Non capisco, dunque, il donde di tanta indignazione al fatto che don Patriciello sia stato richiamato al rispetto delle istituzioni. Provo, invece, a immaginare quali reazioni avrebbe provocato un Silvio Berlusconi che nello stesso giorno avesse dato della «signora» a un pm della Procura di Milano:  l’intenzione offensiva sarebbe stata manifesta e il video, che avrebbe avuto diffusione altrettanto virale, avrebbe avuto tutt’altro genere di commenti.

13 commenti:

  1. Volpi Tutto giusto; ma le vecchie generazioni devono imparare che nell'epoca dei media onnipresenti e dei video virali le azioni devono essere consapevoli dell'immagine.Una trascrizione su carta stampata dello scambio verbale sarebbe stata ricevuta diversamente

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  2. Saviano che pretende scuse o dimissioni immediate è esilarante. Alla fine comunque 'sto povero parroco stava parlando di amianto e rifiuti tossici e ha chiesto subito scusa. C'era bisogno della ramanzina del Prefetto?

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  3. Condivido ogni parola, virgola, punto.
    Sempre utile passar di qua.
    Stia bene.
    Ghino La Ganga

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  4. Molto probabilmente il sacerdote era fuori posto, anche se altrettanto probabilmente sara' stata qualcuna delle "autorita'" ad invitarlo.
    Il tono del suo intervento era tutto sommato dimesso e l'appellativo di "signora" non e' mai apparso offensivo o sottintendente una diminutio, anche se una certa buona creanza avrebbe richiesto appellativo diverso. Ma la stessa buona creanza avrebbe dovuto portare il prefetto a far notare in ben altro modo la presunta scorrettezza. Il tono da lui scelto non ha fatto che mettere in mostra la sua essenza di "bullo", di colui cioe' che approfitta della sua posizione per prevaricare gli altri, chierici o laici che siano.

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  5. Per favore, Malvino, richiamare al rispetto della forma (perché di questo si trattava, in sostanza) è una cosa, tirare un pippone come quello a cui abbiamo assistito, con tanto di vesti stracciate per l'offesa che "tutti i presenti" avrebbero subito, è un'altra.
    Il Prefetto avrebbe potuto benissimo interrompere brevemente il sacerdote per ricordargli le modalità rituali e piantarla subito lì.
    Sarebbe stata un'azione più che legittima.
    Invece, egli ha preferito sbroccare, col risultato di dare a vedere solo arroganza e preoccupazione per l'integrità della propria (presunta) rispettabilità più che del rispetto delle istituzioni.

    Saluti
    Marcoz

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  6. Nessuno che si sia indignato per il congiuntivo sbagliato del Prefetto?

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  7. Questa volta non sono d'accordo.
    Non so a che titolo e con quale investitura il sacerdote fosse lì, ma se era stato ricevuto gli era stato evidentemente riconosciuto un ruolo di interlocutore.
    In ogni caso l'indignazione ritengo nasca dalla sproporzione fra il modo di porsi del sacerdote, nelle cui parole e nel cui atteggiamento sembra esserci al più una scarsa dimestichezza col protocollo, e la reazione del prefetto, con un tono arrogante e intimidatorio.
    Di questi tempi, siamo tutti molto sensibili al "lei non sa chi sono io...".
    Diverso sarebbe stato il comportamento di Silvio Berlusconi da lei ipotizzato, dal momento che - per il ruolo istituzionale ricoperto per lungo tempo - non sarebbe stata in lui ipotizzabile una ignoranza del protocollo... E poi il nostro ex-premier avrebbe saputo accompagnare il suo dire con una mimica che avrebbe tolto ogni dubbio.

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  8. Forse dipende dal fatto che "signora" non sembrava usato con intenti dispregiativi, mentre la reazione anche se corretta sul piano formale , è stata espressa in maniera poco civile ?

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  9. Concordo con quanti dissentono da questo post.
    Si è trattato di una reazione violenta,sgradevole e assai povera sul piano umano e grammaticale.

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  10. A' Malvi', stavolta hai toppato.

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  11. Insomma l'essenza della tua critica è che Patricello è un prete e che quindi deve portare più rispetto per un rappresentante dello Stato.
    Se fosse stato invece un cittadino qualunque a dire le stesse identiche parole, confermeresti la tua critica?
    E conferemeresti la tua difesa d'ufficio di quel trombone del prefetto di Napoli che ha sbroccato pesantemente?
    Da come ti conosco attraverso questo blog direi di no.
    Forse quel prete non aveva nessun titolo per parlare a nome dei suoi concittadini, ma mi è sembrato uno che si è rimboccato le maniche per segnalare e documentare un problema drammatico. Che scandalo c'è in questo?

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  12. Dissento anch'io e aggiungo che il Prefetto dice, ad un certo punto, "lei lo sa bene" riferendosi alla presunta offesa nell'appellativo di signora. Ora: "lei lo sa bene" mi fa venire in mente il film con Falcone in cui Buscetta lo chiama signore e il giudice s'incazza, ma non mi pareva proprio ci fosse malafede nelle parole del prete, tanto che si scusa fin da subito - e il gran cazziatone se lo prende dopo, rendendo ancora più fastidiosa l'arroganza del Prefetto.
    Invidio molto gli anglosassoni che usano mister e morta lì.

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  13. E' bene che ogni tanto i preti escano allo scoperto, e vadano a parlare in pubblico. Qualora avesse mancato di rispetto a qualcuno è bene farglielo notare, pur tuttavia l'iniziativa è encomiabile. Mica possiamo morire tutti di Grillo.

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