venerdì 16 novembre 2012

Eliminated


Nell’auto c’era Ahmed Jaabari, leader dell’ala militare di Hamas, un eroe per la sua gente, un gran pezzo di merda per i civili israeliani sui quali lanciava i suoi qassam da qualche tempo in qua. Del filmato colpisce la sensibilità di chi aspetta che il bersaglio sia a debita distanza da altre autovetture prima di premere il grilletto, probabilmente per evitare di far vittime innocenti, poi nient’altro, il video è in tutto simile alla schermata di un wargame. Ci si metta per un istante nei panni dei palestinesi, che ora hanno un altro martire da piangere e da indicare come fulgido esempio ai loro ragazzini. Poi ci si metta nei panni degli israeliani, per i quali adesso al mondo c’è uno stronzo in meno. Fatta questa rapida operazione, si troverà del tutto naturale che a Gaza si strepiti di rabbia e si mediti vendetta, e che a Tel Aviv si tiri un mezzo sospiro di sollievo, preparandosi a parare un’eventuale azione ritorsiva: nulla di strano che a Gaza qualcuno stia ritoccando il ritratto di Ahmed Jaabari ovattandolo della luce che si respira in paradiso e vergandogli alle spalle un bel versetto del Corano, ma che c’è di strano che a Tel Aviv qualcuno abbia ritoccato una sua foto in questo modo?


A Massimo Mantellini non piace, dice che gli «sembra la brutta copia della pubblicità di uno sparatutto». E grazie al cazzo, si tratta dell’annuncio che un nemico del popolo israeliano è stato fatto fuori, voleva i puttini alati come nei santini? «Da solo racconta qualcosa degli israeliani che in fondo sapevamo già», aggiunge, raffrenandosi in una reticenza, tanto più fastidiosa quanto più gratuitamente allusiva. Cosa sapevamo già degli israeliani che renda questa foto un oltraggio al buongusto? Si può solo andare per ipotesi: gli israeliani trattano il pericolo da pericolo, e quando lo hanno eliminato dicono che lo hanno eliminato. E questo dovrebbe sembrarci orribile?     

38 commenti:

  1. Caro Lei, quante pretese. Limitandosi alle icone, Lei pare dimenticare che, qua da noi, i colori dei ritrattini di Padre Pio son tutti belli nitidi.Eh.
    Stia bene, sempre utile passar di qua.
    Ghino La Ganga

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  2. non c'è nulla di strano. mettergli la lucina del paradiso coranico, o il marchio d'infamia dell'idf, è la stessa identica cosa. l'eroe di un popolo è il nemico dell'altro. resta che la disparità delle forze in campo (militari e estetiche), è enorme. questo non lo dici. per me isarele andrebbe commissariato come lo fu beirut da forze onu, e dato loro in gestione, come fu per vienna nel dopoguerra, e per baghdad in tempi più recenti. l'escalation nucleare non è roba con cui scherzare, è un giochino che va tolto dalla mano degli israeliani, perché non riguarda solo loro. ma l'onu ha diversi pesi e diverse misure. amen. elimineranno altri eroi (o latri pezzi di merda). tireranno latri missili simbolici al largo di tel-aviv. si scambieranno messaggini su twitter. poi a un certo punto tutto si fermerà e sarà il momento del bodycount. e di nuovi ordini di armamenti, esauriti. poi - dopo un po' si ricomincerà. è l'industria bellica dell'area, che non va mai in crisi.

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  3. La sensibilità degli israeliani e la loro preoccupazione di evitare vittime civili innocenti è ben nota da almeno trent'anni. Dai tempi di Sabra e Chatila.

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  4. Ne passa di differenza tra la guerra vera e quella vista attraverso le home page dei quotidiani sul web. Prima di criticare chi combatte davvero sarebbe utile dare uno sguardo a com'erano le guerre vere, tipo quella del 15-18: così questo manifestino con "eliminated" stampato sopra forse non farebbe più tanta impressione.

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  5. Mah, vedremo quanti Km di territorio riusciranno a strappare stavolta..

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  6. Quello che potrebbe infastidire è che si tratti di un'immagine pubblicata da un organo ufficiale delle forze armate israeliane, condita da un "eliminated" a caratteri cubitali. Si, sembra uno screenshot di un videogioco e sinceramente dà fastidio!

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  7. Dopo anni di silenzio, gli spompinatori di Arafat si rifanno vivi. Ecco cosa infastidisce.

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  8. Personalmente considero quelli di HamaSS dei cvriminali vigliacchi che si nascondono dietro il loro popolo per attaccare Israele. Piuttosto, deploriamo i bombardamenti con vittine fra i civili sia da parte di Israele che di HamaSS., famosi per le stragi sugli scuolabus israeliani.

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  9. io non parteggio per nessuno dei due paesi: entrambi sono guerrafondai e nessuno dei due farà mai i necessari passi indietro per fermare la guerra e tentare di vivere in pace. quindi per me tutto quel che sta succedendo in questo periodo sono azioni "normali" di due paesi in guerra, entrambi i quali hanno voluta e la portano avanti (e che in realtà è sempre la stessa mai finita).
    mi da solo fastidio che la maggioranza delle persone pensino che la fine del conflitto dipenda solo da Israele invece che da tutti e due. come se in Palestina non ci siano fomentatoridi Hamas che dicono che lo stato di Israele va eliminato dalle cartine geografiche.

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  10. questo post avrebbe un senso se, come sempre, non ci fosse una disparità tale nelle forze in campo.

    Che creare Israele con due righe su una cartina nel dopoguerra sia forse stato un errore ok, ma a voler guardare solo il passato restituiamo il Sudtirol agli austriaci, preso vigliaccamente come premio dopo averli traditi.

    Ne hanno anche di ragioni gli isreaeliani, per carità, ma mi viene davvero difficile schierarmi con loro, come mi viene difficile schierarmi coi secondini quando dò un occhio alle carceri italiane, pur non essendo i detenuti proprio degli stinchi di santo.

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    1. La colpa degli israeliani è di essere più forti di chi li attacca con l'intenzione di eliminarli?

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    2. Se vado ad attaccare briga con Tyson e lui mi spacca tutte le ossa senza che sia riuscito a fargli un graffio è colpa mia. Ma se in risposta prende un mitragliatore, spara all'impazzata e falcia me insieme ad altre cinquanta persone, credo venga internato. Così se alcuni terroristi palestinesi tirano razzi su Israele e Israele reagisce con maggiore forza perchè è più forte, peggio per i terroristi palestinesi. Ma se assume che tutti i palestinesi siano automaticamente responsabili e "prende un mitragliatore e spara all'impazzata" anche su chi non c'entra.. Non si uccidono le zanzare col bazooka, chi lo fa è fuori di testa. Non si può ritenere che il diritto di difendersi non conosca limiti. Tra l'offesa e la reazione ci dev'essere una proporzione. Ma immagino mi si risponderà che non si tratta di alcuni terroristi palestinesi/arabi e che l'intera Gaza è un nemico..

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    3. con tutto il rispetto non mi sembra che si possa dire che i palestinesi stiano 'eliminando' gli israeliani, semmai forse potrebbe avere valore logico di verità l'affermazione contraria. fà testo il titolo di questo topic e il bodycount parziale. in realtà nessuno elimina nessuna popolazione ma ci sono morti civili da una parte e dall'altra. i morti palestinesi, sono finora di più (non da oggi). è un conto cretino, ma tragicamente reale.

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    4. @ anonimo
      Suppongo conosca il terrorista palestinese: spara un colpo di mortaio e si va a nascondere dietro una culla. Se non si vuole ammazzare il bambino che c'è dentro, bisogna tenersi il colpo di mortaio, sennò correre il rischio di ammazzare il bambino. Questo durerà fino a quando i genitori del bambino capiranno che ad ammazzarlo, in realtà, è stato il terrorista palestinese. Penso che le cose andranno avanti ancora per le lunghe.

      @ umanesimo
      Nemmeno penso che si possa dire che gli israeliani stiano eliminando i palestinesi. Quanti erano nel 1948? Quanti sono oggi?

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    5. credo abbiano figliato di più (non ho numeri a disposizione, ma la passione degli israeliani per la demografia, e gli import di immigrati ebrei degli stati satellite della fu urss, lo testimoniano). facciamo il conto dei morti per manu militari, piuttosto.

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    6. resta che le reazioni israeliane sono oggettivamente sproporzionate.

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    7. Consiglia ai palestinesi di evitarle.

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    8. non conosco palestinesi che attuano comportamenti tali da provocare simili sproporzionate reazioni, quindi non posso consigliare nessuno. e - aggiungo - non penso si risolva nulla con l'opzione 'tifo', in questi casi. come del resto non hanno risolto nulla le eliminazioni controllate (durrenmatt avrebbe usato altri termini) di esponenti palestinesi da parte di israele in questi anni. ogni uccisione ha moltiplicato soltanto desideri di vendetta (o di reazioni sproporzionate, se preferisci). consiglio di riguardarti quel film di pontecorvo. è istruttivo. insomma, potresti (se conosci qualcuno di loro) consigliare agli israeliani di evitare reazioni sproporzionate, che spesso ottengono l'effetto contrario alle intenzioni (ma quali sono le reali intenzioni, eliminare la tensione o alimentarla?). buona serata.

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  11. @Stefano
    Il senso del post si chiama "marketing". Cioè il piazzamento del prodotto "post" sul mercato dei blog. E' un mercato sui generis, dove il tornaconto dell'offerente non è il denaro, ma il soddisfacimento delle proprie tendenze narcisistiche. Scrivere un po' sopra le righe per "épater le bourgeois" fa parte del gioco: suscita emozioni, attira l'attenzione, moltiplica i lettori.

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    1. Bravo, è così che ogni cane vale per quattro.

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    2. Io sono convinto di essere cattivello. Poi vengo qua, e mi sento di un buono, ma di un buono.
      Continui a scrivere, La prego.
      :-D
      Stia bene.
      Ghino La Ganga

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    3. @quattrocani
      un lettore più perspiace di lei ha già indovinato l'intenzione di Malvino nello scrivere di Israele : dare un calcio al muro per far uscire gli scarafaggi. inoltre, non usurpi Degregori, signor quattroscarafaggi.
      guardi, io sono una persona mite, e lei l'insulto se l'è cercato: il riferimento alla nota attenzione degli israeliani per evitare vittime civili è infame . è razzista, doppiopesista e infame. 13 ragazzi israeliani, per fare un esempio tra mille, sono morti a Jenin proprio per cercare di minimizzare le vittime civili.
      quanti stati, nella condizione di israele, senza aspettare il seimillesimo missile, avrebbero raso al suolo Gaza senza rischiare nemmeno un soldato?
      @malvino
      "fino a quando i genitori non capiranno che ad uccidere il bambino è stato il terrorista" è perfetto. quando poi lo capiranno anche le élite politicamente corrette, per i bambini di Gaza ci sarà qualche speranza. che poi, poveri piccoli, cazzo.

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    4. "quanti stati, nella condizione di israele, senza aspettare il seimillesimo missile, avrebbero raso al suolo Gaza senza rischiare nemmeno un soldato?"
      Ecco bravo,il suo mite argomentare da persona mite non fa una piega:perchè non lo fanno? Lavoro tra l'altro facilissimo, perchè gli abitanti di Gaza sono già perfettamente recintati e sigillati,da lì non scappa nessuno:che ci vuole a sterminarli? Un milione e mezzo di scarafaggi dannosi per l'ambiente,nocivi per i popoli eletti e anche brutti a vedersi:niente bombe costose,basta un po' di insetticida,tanto non scappano.
      Perchè non lo fanno? Ah già,non lo fanno perchè sono buoni.

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    5. @Annamaria,
      se io osservo che molti stati hanno sterminato minoranze o nemici esterni per molto meno (aggiungo: e sono stati prontamente perdonati dall’opinione pubblica de sinistra) lei non può rispondere “ e allora uccideteli tutti con l‘insetticida, tanto sono scarafaggi”. È un’ipotesi che non esiste, e non c’è il nesso.

      Non conosco leaders o opinionisti degni di una qualche stima che non ritengano doverosa e legittima l’autodifesa di Israele di fronte a un bombardamento di razzi che minaccia il 20% della popolazione. Lei cosa farebbe? Israele cerca di limitare al massimo le vittime proprie e quelle palestinesi – si legga su Haaretz dei volantini, le telefonate nelle case, le rinunce a sparare quando si rischiano vittime innocenti. Poi, nell’anno del signore 2012, con le tecnologie belliche a disposizione, il meno peggio che si può fare è di uccidere 130 persone –alcune sono bambini, altri civili innocenti - per colpire 2500 obiettivi militari. La scorsa volta ne erano morte dieci volte di più per un decimo degli obiettivi: è un passo avanti, speriamo che la prossima volta siano molte meno. Pensa che noi non le guardiamo le foto dei bimbi palestinesi morti? crede che si vada a festeggiare come dall’altra parte? pensa di avere l’esclusiva della pietà?

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    6. Non ho, ovviamente,l'esclusiva della pietà,ho solo replicato al sedicente mite signore, che adombrava la semplice soluzione di 'radere al suolo' Gaza, aggiungendo un dato di fatto: che-essendo i suoi abitanti sigillati come scarafaggi-(il paragone con gli scarafaggi era mutuato sempre dal mite signore)la cosa sarebbe stata anche molto facile-oltre che igienica.
      Quanto al lancio di razzi,che personalmente non condivido perchè lo ritengo controproducente,rilevo sommessamente che Gaza è da anni SOTTO ASSEDIO,che questo rende subumane le condizioni di vita dei suoi abitanti,che l'assedio E',secondo il diritto internazionale e come rileva il noto antisemita Moni Ovadia,un ATTO DI GUERRA,a cui-guarda un po'-ci si potrebbe aspettare persino che degli sporchi,infetti e infestanti scarafaggi 'rispondano' con dei razzi,cioè con quello che hanno.

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  12. il fatto che il 29 novembre all'ONU si voti per ammettere lo stato di Palestina nel seno dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, e a far ottenere ai palestinesi lo status di "paese osservatore" (finalmente un pò di dignità anche per loro) non c'entra niente coi raid israeliani?
    ori

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  13. Infatti, io faccio molta fatica a distinguere fra il terrorismo palestinese e le ritorsioni terroristiche israeliane. O meglio la fidderenza è nel livello tecnologico.
    Cioè, l'eliminato in oggetto sarà pure stato un terrorista (detto per inciso, l'etichetta "questo è un terrorista" viene appiccicata in modo arbitrario e la conseguente condanna a morte resa assolutamente inappellabile, accettare la definizione è comunque uno di quegli "atti di fede" che lei di solito deplora), ma ucciderlo da un elicottero colpendone la macchina con un razzo mi pare una risposta terroristica a un atto terroristico.
    Quanto alla "sensibilità" chissà come mai molte volte, troppe, viene del tutto dimenticata (evito volutamente di postare dei link in proposito).

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    1. Concordo.
      A pensarci bene anche noi,qualche tempo fa,siamo stati 'terroristi':pochi,a dir la verità,che si facevano il mazzo per tutti,ma insomma,quelli dell'"Italia libera,una,indipendente e repubblicana" erano davvero dei cattivi:cospiratori,facinorosi,malvagi fomentatori di violenza e di disordine,nemici del bene comune.
      Il giovane Cavour,persino lui,era un 'sorvegliato speciale',tenuto d'occhio come soggetto assai pericoloso:e di sicuro "noi"-cioè quei pochi che,qual che tempo fa,si facevano il mazzo anche per noi-di cose brutte ne avremo fatte tante,eravamo,ma sì, dei 'terroristi':terroristi che andavano avanti e non potevano fermarsi e non potevano rinunciare, perchè c'era in gioco qualcosa di troppo importante...

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    2. A me non risulta che i partigiani si facessero saltare in aria sugli autobus tedeschi o che tirassero razzi sul Reich, sperando di beccare un asilo nido

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    3. Non parlavo di partigiani(ma anche loro-ad ogni modo-non erano tanto per bene).

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    4. Ah già, è vero. Parlavi dei patrioti risorgimentali, che mettevano bombe nelle carrozze di Vienna e assaltavano gli asili di Salisburgo. A me pare che il solo episodio in qualche modo "terroristico" del risorgimento italiano sia stato l'attentato a Napoleone III, che in fondo assomiglia più a un tentativo di uccisione mirata che alle pratiche dei sant'uomini di Hamas

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    5. Gli uomini del Risorgimento combattevano molto duramente e le loro lotte 'oggi',sarebbero definite terroristiche.
      Gli andò bene,per questo la storia ce li racconta in un certo modo:se gli fosse andata male,un'"altra" storia avrebbe raccontato la giusta sconfitta di orribili e sanguinari 'terroristi'.
      Gli uomini di Hamas non assaltano asili,lanciano razzi(secondo me sbagliando),combattono cioè una guerra asimmetrica con quello che hanno.
      Quanto ai partigiani-da lei richiamati-beh,di attentati 'terroristici' e di bombe se ne intendevano parecchio,non trova?

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    6. Mi citi un caso, solo uno, di un attacco risorgimentale contro obiettivi civili austriaci e le do ragione. Quanto alle bombe partigiane, non c'è nulla di criticabile in un attentato come quello di via Rasella, rivolto contro una colonna militare in marcia. E' vero, quelli di Hamas non assaltano asili, lanciano razzi: dato che la tecnologia ottocentesca non permetteva azioni analoghe, se i fratelli Bandiera avessero voluto uccidere dei bambini austriaci se li sarebbero dovuti andare a prendere, questa è la ragione del mio parallelo.
      Le chiedo soltanto una cosa: visto che, bontà sua, dice che il lancio di razzi su Israele (2256 solo quest'anno, tanto per dare un numero) è sbagliato, che deve fare Israele, di fronte a questi "sbagli"? Agitare la penna rossa?

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    7. I partigiani, mi pare, mettevano bombe per colpire l'esercito tedesco e quello repubblichino e le relative strutture di comando e controllo, nonché gli apparati di governo e repressione dello stato fascista e dell'occupante tedesco. In senso tecnico, si parla di guerriglia, non di terrorismo.
      Quando ho fatto il parallelo degli attacchi agli asili, era solo perché la tecnologia militare dell'ottocento non permetteva il lancio di razzi e se, poniamo, i fratelli Bandiera avessero voluto ammazzare qualche civile austriaco se ,li sarebbero dovuti andare a cercare, mentre Hamas non ne ha bisogno.
      Mi interessa una cosa, però: lei dice che secondo lei Hamas "sbaglia" a lanciare i razzi. Dato che questo "sbaglio" è stato ripetuto 2286 volte, dal primo gennaio al 14 novembre data di inizio dell'operazione Pillar of Defense), quale sarebbe secondo lei una risposta appropriata da parte di Israele, oltre ad agitare la penna rossa? Oppure, come dovrebbero i molti simpatizzanti della causa palestinese e delle sue indubbie ragioni adoperarsi per evitare questi "sbagli"?

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  14. Assassinii e disinformazione

    Alain Gresh



    Per comprendere l’escalation a Gaza, occorre ricordare sempre alcuni dati su questo territorio (360 chilometri quadrati, oltre 1,5 milioni di abitanti, pari a 4.500 persone/km2, vale a dire uno dei posti del pianeta con la più alta densità di popolazione), occupato da Israele dal 1967. Anche se l’esercito si è ritirato, gli accessi al mondo esterno continuano pur sempre ad essere controllati da Israele: anche la circolazione all’interno di questa piccolissima striscia è limitata e permane il blocco effettuato da anni: per l’ONU, Gaza resta un territorio occupato.

    I seguenti dati sono forniti dal Ufficio dell’Onu per il coordinamento delle questioni umanitarie nel territorio palestinese (OCHAoPt), in un documento del giugno 2012 dal titolo “Five Years Blockade: The Umanitarian Situation in the Gaza Strip”:[1]

    «È nel giugno 2007 che il governo israeliano ha deciso di intensificare il blocco del territorio, già severamente “controllato”;

    - il 34% della popolazione (e la metà dei giovani) è disoccupato;

    - l’80% della popolazione dipende dall’aiuto alimentare;

    - il Pil pro capite era, nel 2011, inferiore del 17% a quello del 2005 (in valore costante);

    - nel 2011, da Gaza usciva un camion al giorno con prodotti per l’esportazione, pari al 3% di quanto usciva nel 2005;

    - il 35% delle terre coltivabili e l’80% delle acque per la pesca sono in parte o totalmente inaccessibili per gli abitanti di Gaza in seguito alle restrizioni israeliane;

    - l’85% delle scuole sono costrette a funzionare su due turni – uno la mattina, l’altro il pomerggio – a causa della sovrappopolazione».



    Ogni guerra si combina con un’intensa propaganda e il governo israeliano è diventato magistrale in quest’arte. Già al momento dell’offensiva del dicembre 2008-gennaio 2009, si era assistito a una tempesta mediatica (Marie Bénilde, Gaza: du plomb durci dans les têtes).[2] Alcuni intellettuali francesi, tra cui l’inenarrabile Bernard-Henri Lévy,[3] avevano contribuito a questa disinformazione.

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  15. L’uomo assassinato da Israele, Ahmed Jabari, era il capo dell’ala militante di Hamas (su questa organizzazione si legga Qu’est-ce que le Hamas?). Vari media lo presentano come «un terrorista» responsabile di tutti gli attacchi contro Israele. La realtà è alquanto distante da questo ritratto – al di là stesso dell’uso del termine “terrorismo”, perlomeno ambiguo. Ancora una volta, è un giornalista israeliano, Aluf Benn, che fa notare (“Israel killed its subcontractor in Gaza”, in Haaretz, 15 novembre 2012)[4]: «Ahmed Jabari era un subcontractor, incaricato di conservare la sicurezza di Israele nella striscia di Gaza. Questa sua qualifica sembrerà del tutto assurda a coloro che, nelle ultime ore, hanno visto descrivere Jabari come un “arci-terrorista”, “il capo del personale del terrore”, il “nostro Bin Laden”. Eppure, era la verità, in questi cinque anni e mezzo. Israele ha preteso da Hamas l’osservanza della tregua nel Sud e che la facesse applicare da parte delle numerose organizzazioni armate presenti nella striscia di Gaza. La persona cui questo compito era stato affidato era Ahmed Jabari».

    Basta guardare i grafici pubblicati dallo stesso ministero degli Esteri israeliano sui lanci di missili[5] per rendersi conto che, in generale, la tregua è stata rispettata. È stata infranta dai raid dell’esercito israeliano il 7 e 8 ottobre 2012, poi il 13 e 14 ottobre, provocando un’escalation che è poi continuata ininterrottamente. Tra l’altro, alla vigilia dell’assassinio di Jabari, era stata conclusa una tregua da parte dell’Egitto, come conferma la testimonianza del militante per la pace Gershon Baskin, riportata da Haaretz (15 novembre).

    Ogni escalation comincia sempre con assassinii mirati di militanti palestinesi a Gaza. Queste esecuzioni extragiudiziarie costituiscono una vecchia prassi del governo israeliano (cui si sono collegati da tempo gli Stati Uniti). Chi ha parlato di “terrorismo”? (si legga Sharon Weill, “De Gaza a Madrid, l’assassinat ciblé de Salah Shehadeh”, in Le Monde diplomatique, settembre 2009).[6]

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  16. C'è sempre chi tira fuori la lista definitiva dei fatti, magari a partire da un bel copia-incolla. Il problema è che questa lista non è mai definitiva, ed è sempre viziata dalla prospettiva con cui i fatti vengono selezionati.
    In questo caso, oltre a delle palesi castronerie ("gli accessi al mondo esterno continuano pur sempre ad essere controllati da Israele", come se Rafah non fosse in Egitto), ci sono affermazioni decisamente poco credibili. Per esempio, dire che "in generale, la tregua è stata rispettata" (da parte di Hamas dopo l'operazione Cast Lead) e che a provocare l'escalation sarebbero stati gli attacchi israeliani a ottobre (122 razzi nel corso di tale mese) cozza contro la realtà: 155 razzi ad agosto 2011, 174 a marzo e 179 a giugno di quest'anno non sono esattamente indicazione di una tregua rispettata.
    A queste condizioni, l'uccisione di Jabari, che doveva garantire il rispetto della tregua e sotto il cui controllo sono partiti in tutto 1173 razzi, mirava esattamente a questo: far fuori l'uomo al vertice.
    Tralascio la risposta agli altri punti, e mi limito a sottolineare che questi dati sono ricavati dalle stesse fonti citate nell'articolo copincollato qui sopra.

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