giovedì 14 febbraio 2013

Solo una preghiera


Lui lo conosciamo da decenni, non ci ha sorpreso più di tanto. Di lei, invece, almeno fino a tre giorni fa, non sapevamo niente, potevamo solo tirare a indovinare. Era offesa o divertita? Era imbarazzata o stava il gioco? Si sentiva ferita dalla gratuita volgarità del vecchio sporcaccione o era onorata di star lì a duettare con quel vulcano di simpatia? Ho riguardato la scena una dozzina di volte e sarà che difetto della sensibilità che sarebbe stata necessaria, ma non sono riuscito a cogliere alcun disagio in chi tre giorni dopo avrebbe dichiarato che invece era paralizzata dallimbarazzo, e sì che ero avvantangiato dal guardare il video dopo aver letto la sua dichiarazione. Ovviamente credo alla signora e le chiedo scusa per non essere stato in grado di intuire la paralisi. Solo una preghiera, nel caso dovesse capitarle una disavventura simile: per evitarmi sensi di colpa, potrebbe darmi un cenno di paralisi stando zitta? Non dico arrossire, sbiancare, svenire, ma ammutolire ed evitare di sorridere? 

47 commenti:

  1. Malvi', la prossima volta metteremo i sottotitoli per non "capendi" ... era un atteggiamento aggressivo, volgare, maschilista a me è sembrata in grande imbarazzo e non capisco perché per te l'imbarazzo di una donna debba essere l'arrossire, lo sbiancare, lo svenire, l'ammutolire, l'evitare di sorridere ... si può essere in imbarazzo magari stando al gioco senza fare il gioco, tanto più se rappresenti un'azienda. Perché noi maschi non riusciamo a dare del porco ad un porco, e basta?
    Un saluto

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    1. Sull'atteggiamento aggressivo, volgare e maschilista di B. non ho sollevato alcun dubbio. Ho detto che credo alla signora. Ho perfino chiesto scusa per la mia insensibilità a cogliere il suo imbarazzo. Mi pare tu non voglia capire il problema che ho sollevato, provo a riformularlo servendomi del tuo commento: tu dici "a me è sembrata in grande imbarazzo", gentilmente potresti fornirmi gli elementi che te ne hanno dato la certezza prima che lo dichiarasse lei? Te lo chiedo perché saprai che l'imbarazzo di una donna come reazione all'atteggiamento aggressivo, volgare e maschilista di un porco non è la regola. E dunque?

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    2. stessa mia impressione. concordo anche sul fatto che l'imbarazzo di una donna come reazione all'atteggiamento aggressivo, volgare e maschilista di un porco non è la regola. e su questo punto sappiamo bene come vanno le cose senza dover rifar la storia su per li rami partendo da adamo ed eva.

      sarebbe poi interessante sapere su quale base è stata scelta la signora per quel ruolo e da chi. spregevole il contorno e quanto al porco (patologico) non c'è da stupire se risponde al vero che milano e roma sono ai primi posti al mondo per film porno scaricati da internet (immagino interessino le colonne sonore), la qual cosa – lo dico credo senza alcuna ombra di perbenismo – dà la misura di molte cose e ci dice in fondo chi siamo e come viviamo meglio di tanti sondaggi e statistiche

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    3. Ad esempio cerca di riportare il discorso sull'azienda, cercando di schivare l'orgasmico doppio senso. Il sorriso finto è una reazione comprensibile, sebbene non approvabile. È evidente che la sua unica colpa è essere salita sul palco pensando di avere a che fare con un insigne politico o con un grande imprenditore: chissà se, adesso, ha capito.

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    4. Avevo visto un altro video, non avevo colto le espressioni della signora. Tocca darle ragione, Castaldi.

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  2. suvvia. l'imbarazzo non si vede perché oltre tutto la signora è una GRANDE ATTRICE. che lo sappiano, gli attuali e futuri responsabili rai-mediaset-la7, vinca chi vinca.

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  3. In certi contesti aziendalisti bisogna fare buon viso a cattivo gioco. Inoltre la dichiarazione di cui parli non è stata data per stigmatizzare il comportamento di Berlusconi, ma è stata resa in risposta a una nota dell'azienda che invece diceva che la signora era "onorata" dalle parole di quello squallido individuo.
    Certo, anche io avrei preferito che lei gli avesse assestato una ginocchiata nelle parti basse, ma cerchiamo di capire che la signora stava lavorando, e che, purtroppo, la professionalità, in quel frangente, le imponeva quel comportamento.
    Ritengo che il tuo commento non sia poi così lontano da cose tipo "potevi evitare di andare in giro in minigonna, se non volevi essere stuprata".

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    1. L'ultima frase è stronza. Io non ho messo in discussione che le sia stata fatta violenza, né ho insinuato che l'abbia provocata, e nemmeno ho detto che l'abbia gradita: ho solo chiesto cosa autorizzasse alla solidarietà, che non fosse di danno al suo lavoro e alla sua azienda. Ma non pretendo che tu capisca la differenza, mi pare evidente che tu preferisca semplificare e indignarti a sproposito.

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    2. ci ho pensato parecchio prima di scriverla, e pensavo che le parole "non sia poi così lontano" l'avessero attenuata. Evidentemente mi sbagliavo, chiedo scusa.

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    3. A me piuttosto che "potevi evitare di andare in giro in minigonna" veniva in mente il collaudato "Ma lei ha provato piacere?" che una volta si rivolgeva alla vittima nei (e dei!) processi di stupro.

      Questa faccenda pare un tale no-brainer che mi stupisco che Malvino ci perda un post sopra.

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  4. Tempo fa anche io mi sono trovato a meno di un metro dall'orrido nano, e la tentazione di immolarmi per la causa è stata molto forte. Anche io però stavo lavorando, e mi sono dovuto trattenere. Non avendo le tette però non sono stato costretto a stringergli la mano o essere preda delle sue attenzioni...

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  5. a me vedendo il video viene in mente il riso nervoso (soprattutto alla fine) dell'esperimento milgram. ma ammetto che forse è autoconvincimento

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  6. Potrei semplicemente risponderti che basterebbe ammettere l’atteggiamento aggressivo, volgare e maschilista per attendersi l’imbarazzo, ma non lo farò perché sarebbe come far torto a tutte le mie convinzioni umane e professionali e alla mia stessa esperienza pensare che ad una determinata causa debba derivarne necessariamente un effetto. E poi, come dici tu, non tutti sono in imbarazzo in casi come questi, potrebbe esserci anche chi apprezza, c’è anche chi gode solo con diverse frustate sul fondoschiena. Il punto è: la signora in questione era o non era in imbarazzo? Lei ha detto di si e questo dovrebbe bastare a chiudere la questione ma, immagino, a te non sembra, e proponi il filmato per discuterne, come se potessimo davvero scrutare la verità nel cuore e nelle intenzioni di una donna a partire dai dati “obiettivi”.
    Vi pare una in imbarazzo costei? Ride, scherza, sta al gioco, è facile dire dopo che eri in imbarazzo, ma li non sembra così evidente. Come si comporta una donna imbarazzata? Arrossisce? Sbianca? Sviene? Ammutolisce? Evita di sorridere? Chissà perché, sarà per la donne che frequento io, ma queste reazioni mi sembrano più da damina del ‘700, quella con i “vapeurs”, oggi la donna reagisce diversamente all’imbarazzo e all’aggressività maschile, con altrettanta aggressività: bene che ti vada inizia col sarcasmo, ma potrebbe rovesciarti addosso il contenuto del suo bicchiere, darti un manrovescio o mollarti li come un bischero (o un pirla, o un mona, o ‘nu strunz, o un patacca, o un belin, o un tremò, o una minchia, …). Niente di tutto ciò è accaduto nell’episodio in questione, ma non è detto che la signora non fosse davvero contrariata e imbarazzata da un vecchio porco che fa commenti salaci e le dice di girarsi per guardarle il culo. Ora, da parte mia farti notare cosa mi ha messo sull’avviso che la signora fosse a disagio è come spiegare una barzelletta, per quanto uno possa essere bravo a spiegare, poi non ride più nessuno perché si perde il senso del comico, come qui si perderebbe il senso dell’immediatezza e dell’evidenza che ho avvertito io guardando il filmato. Potrei rilanciare a te l’onere e l’onore di spiegare perché tu non trovi il disagio di questa donna: solo perché non si comporta come tu ti aspetteresti? Solo perché ride e replica? Ti dirò comunque il mio punto di vista, consapevole che sto spiegando una barzelletta: intanto il contesto, quella signora è l’impiegata di un’azienda, è stata scelta per le pubbliche relazioni, dietro di lei ha i suoi superiori, Berlusconi è stato invitato per inaugurare un nuovo impianto, è pensabile che qualcuno ai vertici dell’azienda lo stimi, che voglia ingraziarselo, che voglia rimanere in buoni rapporti con lui. Siamo in campagna elettorale, ci sono telecamere dappertutto, il “teatrino” sarà trasmesso in tutte le televisioni nazionali, e dopo ciò che è successo anche in quelle internazionali. Per quanto tu, conoscendo il “signore” in questione ti puoi attendere di tutto, credo che quando ti capita davvero stenti a crederci, stenti a credere che davvero possa esistere un uomo così, che pensa di essere simpatico con queste battute del cazzo, uno che è abituato a sfoggiare e a saggiare il suo potere sugli altri e ad uscirne dominante (sessualmente dominante), uno che concepisce la donna “solo in orizzontale” (sono parole della Santanché). La sessualità di Berlusconi è al tempo stesso dominio sull’altro, volontà di potenza, sentirsi superiore, vuole trovarsi sempre in una situazione “blindata” con le donne e in generale in tutti i rapporti umani, questo avviene quando compare in televisione o quando regala cravatte ai capi di Stato come se fossero i suoi dipendenti, questo avveniva nelle feste ad Arcore in cui le contrattazioni venivano fatte da altri e lui poteva illudersi che quelle ragazze si dessero a lui per amore.
    (segue)

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    1. Anche tu mi pare che non leggi con attenzione cosa scrivo. Giacché concordi sul fatto che "non tutti sono in imbarazzo in casi come questi" (basti pensare alle signore che si dichiarano estasiate dalle sue cene eleganti), io chiedo cosa dimostri l'imbarazzo. Tu prima mi dici che bisogna darlo per scontato, e in ciò mi pare ci sia contraddizione con la prima affermazione, poi mi dici che è tanto evidente da rendere superflua la risposta, e infine spieghi (anche con argomenti solidi, devo dire) che "non è una che non sa cosa fare, è una che saprebbe bene cosa fare ma si trattiene perché non può, perché pensa di avere qualcosa da perdere". Ecco, come risposta mi piace. Devo pensare, dunque, che l'imbarazzo è stato il prezzo che la signora ha considerato giusto per non perdere quel qualcosa. Sono autorizzato a dedurre che quel qualcosa sta al di sopra della sua dignità violata o commetto un altro crimine? In altri termini, ti chiedo: perché le dobbiamo solidarietà, visto che aveva i mezzi per difendersi e non li ha usati?

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  7. Non credo che Berlusconi ricordi una donna che gli si sia data per amore, se è accaduto risale a moltissimi anni fa, poi ha blindato i suoi rapporti selezionando solo gente che per interesse (potere, denaro, visibilità, notorietà) gli si concede senza remore; e questo per evitare il rifiuto … tutti coloro che non lo amano, che non lo apprezzano, anche in altri contesti non possono essere altro che “coglioni” o come Rosy Bindi o Angela Merkel (cioè “culone inchiavabili”), non tollera che esista anche una sola persona che possa non adorarlo.
    Anche le sgallettate che andavano con lui nelle intercettazioni private lo trattano con disprezzo, il suo atteggiamento di dominio e di superiorità è inaccettabile anche se poi ci stavano; e anche chi fa proclami di grande amore per lui, chi si lancia in lodi sperticate è poco credibile proprio per l’enfasi delle lodi.
    Oltre al contesto, che non ha niente a che vedere con un rapporto paritario fra un uomo e una donna in un ambito di seduzione, quali sono i segni d’imbarazzo? La risata, più che quella chi si sta divertendo mi pare la risata di un cavallo, nervosa, steppante, si interrompe bruscamente e riprende altrettanto bruscamente, spesso sopra le righe, mostra molto i denti e non è armonica come la risata di una donna a cui piace profondamente quello che si vede davanti (una risata che gorgoglia in gola, che è come un orgasmo) .
    Non lo guarda molto negli occhi, guarda lui, guarda avanti, guarda indietro i suoi superiori, più che una donna divertita sembra una che non vede l’ora che finisca; replica si, ma non concede, vorrebbe tenere botta ma si vede che è trattenuta da considerazioni sue nel fare ciò che vorrebbe fare, guarda indietro i suoi capi, scuote le mani sorride nervosamente … è come se chiedesse che faccio? Ma non è una che non sa cosa fare, è una che saprebbe bene cosa fare ma si trattiene perché non può, perché pensa di avere qualcosa da perdere. Infine, quando Berlusconi le dice (non le chiede) di voltarsi, lei gira soltanto lo sguardo, perché sa bene dove andrà a parare ormai il tipo che ha di fronte, è di una banalità incredibile anche nel suo maschilismo.

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  8. Articolo illuminante: http://www.keinpfusch.net/2013/02/titolo-ovvero-come-rendere-il-titolo.html

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    1. Sì, la penso anch'io così. E' il retropensiero al problema che ho sollevato nel post.

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    2. Un enorme cumulo di idiozie. Va beh, rilevo che su questo specifico argomento non siamo d'accordo. Mi dispiace perché di solito è il contrario. Pazienza.

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  9. "Siamo così, dolcemente complicate" ecc. ecc.
    Devo ammettere che dal video é difficile cogliere qualcosa di simile all'imbarazzo. Forse la sensazione é maturata dopo, forse ha prevalso il senso di responsabilità che ti spinge a ingoiare merda pur di non essere guardata in cagnesco dall'azienda che ti ha messo lì a rappresentarla, buttata come una vergine nell'arena, tra i leoni. Ma forse la signora é una gran zoccola, chissà. In fondo é bello crederlo. O no?

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  10. E' sempre la solita storia, si analizza il comportamento della vittima invece di chi compie l'atto o di chi intorno rideva. Le vittime hanno sempre comportamenti inadeguati, altrimenti non sarebbero vittime.
    Potremmo affrontare il problema?
    E il problema è degli uomini non delle donne e finché non lo capirete non ci saranno miglioramenti.

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    1. ...mo addirittura "la vittima". certe parole le riserverei per altri contesti; oltre a non sembrare imbarazzata, la signora non sembrava nemmeno costretta. ma magari so' insensibile io...

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    2. Il problema è della società, che è composta di uomini E donne. Finché questo non sarà capito non ci saranno miglioramenti. E infatti si analizza ANCHE il comportamento di lei. Di quello di lui si è detto tutto da un pezzo.

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  11. La domanda è, perchè deve dimostrare imbarazzo?
    Uno può sentirsi in imbarazzo anche senza mostrarlo.
    E' obbligatorio esternare quello stato d'animo in quel momento?
    A che pro poi?
    Solo una preghiera, se vuoi evitare i sensi di colpa, lavora su te stesso, aiuta!

    Saluti,
    Enrico.

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    1. Perché bisogna mostrare imbarazzo se si è imbarazzati? Per cercare di ottenere che vengano meno le condizioni che imbarazzano, sennò possono addirittura creare maggiore imbarazzo. Non farlo, se si può farlo, rende complici.
      In quanto ai sensi di colpa, non hai saputo leggere l'ironia che era nel post: dicevo del mio imbarazzo a mettere in discussione il tabù che la donna è sempre vittima.

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    2. Il puntiglio con cui replichi alle risposte piccate, stizzite sdegnate ai tuoi post più provocatori e sarcastici, sembra imbarazzo. Ciao

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  12. Se le donne dovessero fare una pubblica scenata ogni volta che sul luogo di lavoro ricevono apprezzamenti volgari e fuori luogo ci sarebbero o scenate continue o meno donne occupate.
    Come donna e come lavoratrice mi è capitato più di una volta di fare buon viso a cattivo gioco perché alla fin fine vivo nel mondo reale e non nel mondo in cui si può *veramente* denunciare (in senso lato) la battuta volgare, il doppio senso, l'occhiata lasciva, il maschilismo umiliante.
    Alle "scenette" di quel laido hanno partecipato donne con poteri anche superiori a quelli della povera impiegata del video e anche loro hanno mantenuto l'autocontrollo che ognuna di noi ha imparato.
    Non esiste un modo "bello" di dire a un uomo "lei è volgare e le sue parole mi offendono" sul lavoro, forse perché il mondo del lavoro non è un mondo per donne e a volte manca anche la presenza di spirito di farlo.
    Ricordo quando avevo dodici anni e per la prima volta un uomo mi si è strofinato contro in autobus: non sono riuscita a dire una parola di protesta, i miei amici accanto a me non si sono accorti di niente, eppure le assicuro che il disagio c'era ed era molto reale.
    Ci rifletta.

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  13. "Se le donne dovessero fare una pubblica scenata ogni volta che sul luogo di lavoro ricevono apprezzamenti volgari e fuori luogo ci sarebbero o scenate continue o meno donne occupate". E come vuole che cambino le cose senza impegnarsi a farle cambiare?
    "Come donna e come lavoratrice mi è capitato più di una volta di fare buon viso a cattivo gioco". Ha sbagliato, si è fatta complice della violenza che veniva fatta.
    "Alle 'scenette' di quel laido hanno partecipato donne con poteri anche superiori a quelli della povera impiegata del video e anche loro hanno mantenuto l'autocontrollo che ognuna di noi ha imparato". Dunque lei pensa che tutte le donne siano uguali? Esclude che, al pari di certi uomini, ce ne siano alcune che traggono vantaggio dalle umiliazioni che ricevono, fosse solo perché condizionate dall'educazione che hanno ricevuto? In altri termini, lei pensa che la viltà sia vizio esclusivamente maschile?
    "Non esiste un modo 'bello' di dire a un uomo 'lei è volgare e le sue parole mi offendono' sul lavoro". Il modo non deve essere 'bello', deve essere efficace. In quanto al fatto che "forse il mondo del lavoro non è un mondo per donne", penso che lei non si accorga della bestialità che dice: smetta di essere rassegnata e faccia la sua parte perché le cose cambino. Come dire, stia meno comoda e affitta. "A volte manca la presenza di spirito" per rispondere a dovere? La cerchi e la trovi.
    In quanto alla brutta esperienza sull'autobus, lei ha sbagliato a tacere. Non faccio alcuna fatica a capire il suo disagio, ma di fatto lei ha autorizzato quell'uomo a ripetere quella violenza su altre donne.

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    1. Mi spiace ma è lei che sembra sicuro della mancanza di disagio della signora del video, io mi fido invece delle sue parole quando sostiene di essersi trovata in imbarazzo.
      Il fatto che dica che "il mondo del lavoro non è un mondo per donne" è proprio perché da sempre mi sono battuta per fare un lavoro considerato "da uomo" e mi sono scontrata con manifestazioni di rifiuto, non certo perché l'ho accettato.
      Mi fa piacere che lei si senta così sicuro di sé da giudicare il comportamento che gli altri debbano tenere in ogni luogo e occasione.
      Sono sicura che quando si troverà dodicenne con un uomo che le si struscia contro saprà rimetterlo al suo posto, come è normale e comune a quell'età e in quelle situazioni.
      Che non le manchi mai la sicurezza e l'eloquenza per giudicare.

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    2. PS: più giù mi sono firmata "La prima anonima", anche se non ero la prima, giusto per "firmarmi" in qualche modo.

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  14. Concordo con il post, essendo troppi gli elementi che dimostrano che la signora ha voluto essere coplice del vecchio bavoso (tecnicamente parlando); tra gli altri segnalo l'ammiccante movimenti degli occhi al secondo 41 del video.
    Comprendo pero' che non tutti hanno la prontezza di spirito che certe situazioni impegnative richiedono e quindi non mi sento di farne una colpa alla signora. Da quel che capisco ella pare si sia resa conto a posteriori dell'offesa subita. Ebbene se cosi' fosse, a mio avviso potrebbe chiarire di aver commesso una leggerezza nell'assecondare le offese del bavoso di cui sopra e di considerare una grave offesa al genere femminile certi comportamenti da pseudo-macho.
    Riconoscere di essersi comportata in maniera sbagliata non costituirebbe per lei una diminuzio e sarebbe utile a far capire al vecchietto che certe battutine e' meglio che cominci ad evitarle, che prima o poi qualcuna gliela rifila una ginocchiata nel basso ventre.
    Certo, poi la signora dovrebbe trovarsi un nuovo lavoro, visto che il suo principale e' candidato PDL, ma vuoi mettere la soddisfazione ...

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  15. Bullshit Castaldi. Non sei una donna, non hai idea.

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  16. Dopo aver letto il tuo ultimo commento forse inizio a capire cosa stai dicendo, nessuno tranne la vittima dell’aggressione può e deve reagire, nessuno tranne lui può essere altrettanto efficace, nessuno tranne te può liberarti dalla sottomissione, dall’umiliazione, dall’aggressione e da qualsiasi stato di soggezione se non temporaneamente ed umiliandoti ancora di più perché intervenire al posto di ... è spesso frutto di una valutazione di inadeguatezza o di incapacità della persona che si sta proteggendo.
    Però questo discorso è difficile da fare, perché sei sempre sul filo del rasoio fra l’esortazione al fai-da-te o al partire da te e la colpevolizzazione della vittima, soprattutto se il discorso viene fatto a posteriori.
    Si rischia, insomma, di sfociare in discussioni che vengono ridotte a: “Non hai reagito? E allora ben ti sta!”, oppure: “Ti ha violentata? Però anche tu, andare in giro con la minigonna ...”.
    Comprendo perfettamente l’intervento della signora che ha preferito rimanere anonima, la difficoltà a reagire anche quando ciò che stai subendo ti è intollerante, è la norma e non faccio grandi distinzioni fra uomo e donna in questo caso, ci vuole una buona presenza a se stessi e un livello elevato di autostima per bloccare ogni tentativo di prevaricazione e noi purtroppo ci affanniamo spesso fra problemi di scarsa stima di sé o di fugace senso dell’identità.
    In casi come questi non soltanto ti rammarichi e ti arrabbi perché un tizio si è permesso di offenderti, ma ti rivolgi ferocemente anche contro di te perché non hai reagito, abbassando ulteriormente la stima che avevi di te e quasi colpevolizzandoti per ciò che è successo. Per cui le esortazioni, anche se giustificate, finiscono per essere colpevolizzanti.
    (segue)

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    1. Io non credo che le conquiste vengano regalate, penso che quelle dai risultati duraturi debbano essere sudate. Penso anche che la solidarietà alle vittime di qualsiasi violenza, da sola, non risolva niente se le vittime poi si limitano a piagnucolare. Tutto ciò colpevolizza la vittima? Non penso. Poi c'è un'altra questione, ed è assai imbarazzante: quella relativa alla complicità tra vittima e carnefice, che nel caso di specie trova una sua "economia" in ciò che assai vividamente è scritto qui: http://www.keinpfusch.net/2013/02/titolo-ovvero-come-rendere-il-titolo.html

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  17. Contrariamente a qualche tuo commentatore, a me pare che la donna in questione sia in disagio, non sa che pesci prendere, certamente non è lusingata da ciò che le sta dicendo il pagliaccio che ha di fronte, ma se reagisse sa perfettamente che entro qualche ora il suo gesto sarebbe ripreso in mondo-visione (non tutti amano la notorietà) e che lei si ritroverebbe disoccupata.
    Ci sono donne che possono sentirsi lusingate da quel modo di fare? Non lo so! Certo ci sono donne che lo accettano, a cui replicano a tono, che addirittura lo stimolano in cambio di una prebenda, di un tornaconto; ma mi pare che anche le olgettine in privato fossero infastidite, che in molte lo tolleravano appena e che qualcuna lo considerava addirittura malato.
    Sarei preoccupato invece se ad una donna piacesse davvero questo modo di essere corteggiata.
    Chiudo con una dichiarazione di Daniela Santanché che commenta ciò che è accaduto (notate la finezza del linguaggio e l’uso corretto della grammatica della lingua italiana):
    “"Ma chi se ne fotte di un complimento! A noi donne i complimenti ci piacciono, quella donna non è una vittima ... voi conduttori avrete fatto sicuramente di peggio, perché voi uomini siete tutti maschilisti! Ma di cosa vi scandalizzate? Berlusconi non è stato per nulla maleducato ... intendeva "venire in azienda" ... Quella signora poi era bella gongolante, altroché imbarazzata ... ci sono tante donne che si mettono nelle braccia di Berlusconi ... diamoci a noi le colpe ... quante donne sono lì con le tette di fuori? Le donne che fanno così mi fanno schifo ... voi uomini siete le vittime! E' tutta colpa di noi donne. Che poi con me gli uomini non si permettono. Se ad una donna dicono certe cose, significa che si è messa nelle condizioni di farsele dire. Io lo faccio capire, che non sono disponibile! Quella donna aveva un atteggiamento del corpo chiaro ...".
    Durante le elezioni del 2008 la signora Santanché faceva questo appello alle donne italiane ... una campionessa di coerenza, si spezza ma non si piega (seppure la plastica abbondi):
    "Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi vede le donne solo in posizione orizzontale ... lui non ha rispetto per le donne, lo dimostra la sua vita giorno dopo giorno. Il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare, lui ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d'appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda ...".
    Un saluto

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  18. Ammettendo anche che la signorina sul palco sia bloccata da imbarazzo (cosa discutibile visto che la perspicacia e la prontezza per reggere il gioco e rispondere a copione le trova in fretta), che vogliamo dire delle altre rappresentanti del gentil sesso, comodamente rilassate in platea, che se la ridono compiacenti?
    Si è donne indignate e umiliate soltanto a parole, ma al momento di indignarsi e mettere a posto il puttaniere, si sta zitte?
    Nella vita lo si trova sempre un motivo per cui convenga stare zitti. Ma allora si sta zitti sempre.
    Comunque, a mio parere (così avvaloro la tesi della impiegata costretta a stare al gioco) non è Berlusconi il maschio schifoso, sono i tre cazzoni dietro, che se la ridono da perfetti stronzi, invece di intervenire per sottrarre la donna (non in quanto creatura indifesa, ma in quanto impiegato vulnerabile) a una situazione sgradevole. A meno che non sia prassi aziendale, come in molte aziende. Tutti si indignano ma nessuno denuncia.
    E alla via così, fino alla prossima quota rosa.

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    1. Non è stata zitta, ha risposto alla nota dell'azienda, rischiando il posto, cosa che, conoscendo le aziende, le era stata ben chiarita.
      Mi fa piacere che esistano tante persone coraggiose in questo blog, che ogni giorno denunciano soprusi e sopraffazioni, peccato non ce ne siano anche nella vita reale!
      (la prima anonima)

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  19. Lui lo conosciamo da decenni, non ci ha sorpreso più di tanto. E aggiungo... anche la ragazza,a occhio e croce, lo conosceva .Come scrive con parole migliori delle mie MAKKOX nella sua vignetta sul Post, Berlusconi ha messo in imbarazzo pure tutti quelli volgari vecchi e patetici come lui, ha offerto una specie di "servizio pubblico", in questo senso. Cioe' il ridicolo casomai e' lui.
    Casomai... perche' chi se ne frega di apparire ridicolo, in fondo, secondo me ha la sua "saggezza". Di essere ridicoli succede a tutti( magari presenti esclusi) e accettarlo e', una forma di saggezza.



    francesca

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  20. luigi castaldi, vengo dal Post (dove sono fp57) la ringrazio per aver pubblicato il mio primo commento e condivido (quasi ) tutto del suo. Prendo il suo titolo "solo una preghiera" come un invito a mostrare i propri sentimenti. Eccomi qua: Berlusconi secondo me ha offerto una difficolta'/ opportunita' a quella donna : di reagire a modo suo. Poteva dire levati...sgorbio oppure stare al gioco e sputtanarlo. Non lo ha fatto...ha fatto quello che ha fatto e per me va bene cosi'.

    Inoltre un commento come Anonimo "Bullshit castaldi.non sei una donna non hai idea" io non lo sottoscrivo e (per mostrare meglio i miei sentimenti) non lo sopporto.

    Io sono io.

    francesca

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  21. Ho l'impressione che tutti vedano imbarazzo nel comportamento della signorina, soltanto perché è quello che provano loro stessi guardando il comportamento del sig. B. La verità però è che anche questa signorina è rimasta e c'è stata volentieri al gioco di B. come tante altri farfalline e tartarughine che lo frequentavano nei festini notturni, ovviamente sono state al giorno finché ha fatto loro comodo stare al gioco del vecchio bavoso, cioè finché ricevevano i soldi, poi muoia Sansone con tutti i filistei...

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  22. Il fatto è, secondo me, che alla fin fine alcuni di quegli aspetti discutibili del rapporto uomo-donna finiscono per diventare un gioco delle parti.
    Preciso subito che parlo esclusivamente di tutti quegli atteggiamenti che non comportano violenza fisica, parlo delle battutacce, degli ammiccamenti, delle insolenze e delle proposte scandalose ppiù o meno esplicite.

    Abbiamo da una parte lo stereotipo del signor B. che essendo ricco e potente (ma anche qualcun altro solo perchè particolarmente bello e famoso) si sente autorizzato a tenere certi atteggiamenti che ad una persona educata e di buon senso paiono disgustosi.
    Dall'altra abbiamo le donne che reagiscono a questo tipo di atteggiamento in modi svariati. Qualcuna alla domanda arguta reagirebbe direttamente con un ceffone, altre ignorando il bellimbusto, poi via via ogni sfumatura di atteggiamento, non sempre facilmente decifrabile(*).

    Fino ad arrivare alla donna che in questi rapporti di forza sbilanciati si trova perfettamente a suo agio, magari si sente anche offesa ad assere trattata da un uomo da pari a pari, si sente trascurata a non sentirsi trattata come un capo di bestiame. Donne che di questa forma di sudditanza e sottomissione hanno fatto lo strumento per la loro fortuna personale, che si appagano nel sentirsi oggetto di occhiate maliziose e battute pecoreccie. Non mi dite che non conoscete donne del genere, perchè basta accendere la TV e fare il giro dei canali e se ne riconosce qualcuna.



    (*) Difficile, Malvino, riconoscere se la signora in questione si si sentita in imbarazzo, di sicuro appare piuttosto tesa e spiazzata, possibile, anzi probabile, che si sia resa conto solo in seguito della volgarità del piccolo despota.

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  23. A me sembra a disagio, anche se cerca di mantenere un contegno da brava "mercante". Lei non aveva davanti semplicemente un uomo (o un vecchio sporcaccione), aveva davanti anche un cliente, un affare importante, forse il più importante della sua carriera, e doveva andare bene. Sarà che sono una donna anche io, ma, empaticamente, posso leggere disagio nel suo volto, dietro la maschera, che traspare brevemente in vari momenti. Il suo abbassare gli occhi, deglutire, ... ma anche il suo tentare di mantenere il discorso, nelle frasi a due sensi, sul senso normale, ma le sue frasi si bloccano a metà ridendo o con una risatina che dopo un po' diventa più di disagio che di divertimento (componente che può esserci in parte all'inizio), sembra messa in difficoltà, cerca di cavarsela. Non ride guardando lui, guarda per terra o si gira, specie verso il pubblico, prima congiungendo le mani come se dicesse "ma dai! Vi prego!" ma il pubblico ride. E poi ancora e a circa 0:40 alza sbatte le palpebre nervosamente, alza gli occhi al cielo: il pubblico continua a ridere. Lei sa che non può reagire male davanti al cliente importante, davanti alle telecamere, gli uomini dietro di lei restano pressoché impassibili quando lei rivolge lo sguardo verso di loro, il pubblico ride... è da sola... lei è lì per l'azienda, deve farsi piacere, ingraziarsi il cliente, il pubblico... Lei è una donna abituata alle pubbliche relazioni, ma dietro la maschera spunta il disagio.

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  24. Una cosa mi ha scosso e vorrei che ci riflettesse su anche lei. Sono rimasta molto colpita da questo post o non solo perché non lo condivido assolutamente, ma per l'incapacità o la non volontà di cercare di comprendere il fenomeno nel suo complesso, l'incapacità o la non volontà di andare in profondità, di abbandonare la superficialità da bar che sembra pervadere il discorso. Lei ci ha abituato ad una grande capacità di analisi, una capacità di messa a fuoco di aspetti che passano normalmente inosservati, insomma lei gli strumenti per andare oltre alla battuta da spogliatoio li ha tutti. Non credo neppure che si tratti di malafede. Allora come mai una persona capace, arguta e non scontata improvvisamente diventa superficiale e misero nelle sue osservazioni? Purtroppo credo le capiti quello che capita a molti/e che non riescono a scrollarsi di dosso modelli e modalità cristallizzate da millenni, dei pesi enormi che eliminano qualsiasi intelligenza (in senso anche proprio), e costringono a perpetuare dei comportamenti che sono convinta non appartengano più nemmeno a lei.

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    1. Ha letto anche le mie risposte ai commenti dei lettori che mi rimproverano più o meno le stesse cose che qui mi rimprovera lei?

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  25. Sì, riflette molto su quello che devono fare le altre... non ho commentato questo atteggiamento, non mi interessava infierire.
    Come dicevo, mi farebbe piacere ci riflettesse su.

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  26. Non scrivo senza riflettere quanto ritengo necessario, e così è stato in questa occasione. Continuo a pensare che la signora ha sbagliato - in alternativa - a subire prima o a lamentarsi dopo. E continuo a concederle la buona fede in entrambi i casi.

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  27. A me sembra un modo superficiale e misero di affrontare un tema enorme quale quello dei ruoli, comportamenti, dei modelli che vengono perpetuati da millenni. Non credo che "Ha fatto bene", "Ha fatto male" ci faccia fare un minimo passo in avanti nella comprensione di fenomeni complessi ne aumenti la nostra consapevolezza, si spera volta al cambiamento. Ed è proprio la riflessione (di tutti) che manca, altrimenti la nostra società non sarebbe così arretrata. La semplificazione fa il gioco del mantenimento dello status quo, non è un'operazione neutra, fa parte delle strategie, consapevoli o no, da sempre utilizzate per non affrontare i problemi. Semplicemente mi aspettavo applicasse la sua profondità, e capacità di analisi anche a questo argomento, e il fatto che non lo abbia fatto per me è indicativo di quanto siamo ancora lontani dal raggiungimento di una condizione accettabile.

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