venerdì 29 novembre 2013

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Federico Perna aveva 34 anni, soffriva di disturbi psichici, epatite C, cirrosi epatica e coagulopatia. È morto tre settimane fa nel carcere di Poggioreale, dove era rinchiuso ventidue ore al giorno in una cella di dodici metri quadrati insieme ad altri dieci detenuti. Sputava sangue da una settimana, dicono. Dicono che il suo avvocato avesse presentato in tre occasioni dei referti medici attestanti la sua incompatibilità con lo stato di detenzione in carcere, tutti respinti dai magistrati di sorveglianza.
Questa, la notizia? Macché, si tratta solo del 146° morto nelle carceri italiane dall’inizio di quest’anno. La particolarità di una morte uguale a tante altre, qui, sta nel fatto che la madre di Federico Perna ha detto, e pubblicamente: «Mio figlio è morto perché non avevo il numero della Cancellieri», con la patente insinuazione che linteressamento mostrato dal ministro della Giustizia nei confronti di Giulia Ligresti sia stato di favore. In pratica, ha rimesso in discussione l’onore della Cancellieri: la notizia è che stavolta la Cancellieri tace.

20 commenti:

  1. "La Cancellieri tace."
    Ho provato tante volte a dialogare con la mia merda, dopo averla fatta. Così, tanto per avere qualche notizia dello stato di salute delle mie viscere, senza dover per forza passare per una colonscopia.
    Non mi ha mai risposto.

    Il solito anonimo che non ha studiato a Oxford.

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  2. Già. La signora ministro è troppo impegnata e non può occuparsi di tutto.

    Perciò si occupa solo di ciò che conta.

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  3. La Cancellieri ha finalmente aperto l'inchiesta. Ma mai come stavolta appare come un tentativo di lavaggio di coscienza sporchissima...

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  4. Perche` il funzionario di sorveglianza non ha scarcerato il Sig. Perna?

    Non si capisce..

    Gigi

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  5. "La Cancellieri tace."

    Chissà perché mi fa pensare a "Garbo laughs".

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  6. Solo un appunto aggiuntivo sulla questione della Sig.ra Cancellieri.
    Si dice che ha la coscienza sporca.
    Sara`...
    Ma noi, ce l` abbiamo davvero pulita?
    Quante persone hanno veramente a cuore il problema delle carceri in Italia?
    Qualcuno sta veramente facendo qualcosa?
    Non i politici, intendo, parlo delle persone.

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    1. Lei ha uno strano modo di stornare la questione sollevata nel post, sa? In pratica, è come se io avessi denunciato l'inadeguatezza degli ammortizzatori sociali in Italia e lei mi facesse presente che però la colpa è pure nostra, perché non lasciamo adeguata elemosina ai bisognosi.

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    2. Secondo me la questione e` un po` diversa.
      Sul fatto degli ammortizzatori sociali ci possono essere opinioni diverse, sul fatto che uno non debba essere lasciato morire in prigione penso di no.
      Per cui, nel secondo caso, puo` la colpa essere additata solo alla Cancellieri che non ha fatto nulla e agli agenti di custodia, quando il problema e` noto e la gente non si mobilita?

      Gigi

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  7. Chissà perché, ma la mia immagine mentale della Cancellieri è indissolubilmente associata a quella di Mrs. Mann che s'abbuffa a crepapelle d'ogni ben di dio, circondata da una moltitudine di poveri orfani affamati ed emaciati che la osservano impotenti.

    Il solito anonimo che mentre era a Oxford ha letto Dickens

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  8. "tutti respinti dai magistrati di sorveglianza" quindi, la Cancellieri non c'entra nulla, visto che il problema dell'incompatibilità della detenzione colle condizioni di salute del detenuto era stato portato all'attenzione dell'unica autorità competente, che non è il Ministro, ma la Magistratura e nulla avrebbe potuto fare il Ministro, che non può e non deve interferire con la Magistratura (come chiesto a gran voce negli ultimi mesi). L'unica cosa che poteva fare la Cancellieri - se avesse saputo preventivamente del caso - è verificare che il DAP stesse seguendo il detenuto con cure appropriate, come fatto in un centinaio di casi nei mesi scorsi e come avrebbe plausibilmente fatto anche in questo caso; dopo il caso, l'unica cosa che può fare è un'indagine non sul perché non sia stato scarcerato dai Magistrati (cosa che non può e non deve fare; magari a qualcuno potrebbe venire in mente di chiedere ai Magistrati il perché), ma se il DAP abbia fatto il suo dovere; e l'indagine è stata disposta. Bizzarro che quanto più i casi manifestano le colpe della Magistratura, tanto più si tace sui Magistrati e si attacca chi non c'entra niente. [redsmaug]

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    1. Il suo candore è sospetto: lei pretende che un magistrato di sorveglianza rimanga insensibile ai desideri di un Guardasigilli, anche se ne viene a conoscenza di seconda o terza sponda?

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    2. Conoscendo i magistrati, è più facile che un intervento diretto o indiretto di chiunque non appartenga alla Magistratura sortisca un effetto contrario: non a caso Caselli disse che sul caso Jonella Ligresti non c'erano state interferenze. Per dire, le sembra che la campagna di opinione sull'assurdità della detenzione di Scaglia abbia sortito alcun effetto? Le parole dei Giudici dell'appello Tortora, che a mo' di giustificazione della delirante sentenza di primo grado, pur da loro annullata, dissero che "si era reso antipatico" le ricorda? La sua battaglia contro la Cancellieri è legittima, ma citi casi in cui vi siano fatti imputabili a lei, non a gravi episodi di responsabilità e competenza esclusive della Magistratura, come reso evidente dai fatti citati nel mio secondo post, che mostrano come i servizi penitenziari avessero ripetutamente segnalato alla Magistratura l'incompatibilità della detenzione del Perna colle sue condizioni sanitarie. Ma chi decide - come ha scritto anche lei - è il Magistrato di Sorveglianza. [redsmaug]

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    3. Beh, mi pare che nel caso di Federico Perna la Cancellieri c'entra: la chiama in causa la madre del morto, e non a torto, perché - a detta della stessa Cancellieri - per un caso come quello, conoscendone gli estremi e volendosene interessare, una soluzione poteva trovarsi. O l'anoressia della Ligresti era condizione clinica più grave?

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    4. Nel caso Ligresti, il servizio sanitario penitenziario ha segnalato, dopo una visita medica, che lo stato di salute era incompatibile e il magistrato ha disposto gli arresti domiciliari.
      Per il Perna le riporto nuovamente alcune circostanze citate dalla stampa oggetto di un mio messaggio precedente, che non è apparso: "In data 28 giugno 2012... il responsabile dell’area sanitaria della casa circondariale di Viterbo, Franco Lepri, scrive alla Direzione della struttura e al magistrato di sorveglianza: “Il carcere al momento non è compatibile con lo stato di salute del detenuto e quindi è peggiorativo per la sua salute, i contatti con le strutture sanitarie esterne sono possibili in ogni momento. Si richiede rapido trasferimento in un Cdt (Centro di Detenzione Terapeutica, ndr)”. Federico rifiuta il ricovero nei reparti di medicina protetta, ma non lo fa perché non vuole essere curato. Lui vuole essere messo ai domiciliari. Non ne può più di essere trasferito da un carcere all’altro
      C’è un altro medico che certifica, il 18 settembre 2012, l’incompatibilità di Federico col carcere, è il medico di reparto del presidio sanitario di Secondigliano: “Si ribadisce l’inadeguatezza all’allocazione in una sezione detentiva comune e si invita l’autorità preposta a prendere provvedimenti anche coercitivi ai fini di un’adeguata assistenza del paziente che in una sezione di detenzione comune non può essere garantita”. Provvedimenti coercitivi: se Federico rifiuta il ricovero lo si deve obbligare. E INVECE nessuna “autorità” si prende questa briga."
      L'autorità che poteva prendere i richiesti provvedimenti era solo la Magistratura, il Ministro e il DAP non hanno nessun potere in merito.
      Invero, è dimostrato che - anche senza aspettare la telefonata della Cancellieri - i servizi sanitari del carcere avessere in effetti reso edotta l'Autorità Giudiziaria, UNICA a poter decidere: la Cancelleiri non avrebbe potuto - se resa a sua volta edotta - fare nulla di più e di diverso che segnalare il caso ai sevizi sanitari del carcere, ma la decisione sulla scarcerazione spetta solo al Magistrato. Se Perna, malato, era in cella e non in ospedale o a casa, dipende solo dal Magistrato. Poi, può anche essere che i servizi sanitari in carcere siano stati comunque deficitari nel seguire una persona che non doveva essere in carcere, ma purtroppo c'era; per questo la Cancellieri ha disposto un'inchiesta. Ma sulla morte del Perna le domande andrebbero fatte al Magistrato che pur ricevendo relazioni sull'incompatibilità del servizio sanitario del carcere e dal difensore, ha rifiutato la scarcerazione. Scommettiamo che però l'inchiesta dei Colleghi di quello stesso Magistrato sorvolerà elegantemente su quell'aspetto? Scommettiamo che nella foga di trovare pretesti per dar contro alla Cancellieri, nessuno si chiederà "ma perché è successo che in tre occasioni dei referti medici attestanti la sua incompatibilità con lo stato di detenzione in carcere sono stati tutti respinti dai magistrati di sorveglianza"?

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    5. Cominciamo col dire che la Cancellieri ha disposto un'inchiesta solo dopo che il Perna era morto da tre settimane, e solo perché il caso era arrivato all'attenzione pubblica, e solo perché la madre l'aveva tirata in ballo: non risulta, infatti, che sia stata aperta alcuna inchiesta promossa dalla Cancellieri per gli altri morti in carcere da quando è ministro della giustizia (oltre 100). In quanto alle responsabilità del magistrato di sorveglianza, non mi pare di aver trovato giustificazioni al suo comportamento, né nel post, né nei commenti. E in quanto al fatto che la Cancellieri non potesse nulla, non corrisponde al vero: poteva chiamare la madre del Perna e dirgli "non è giusto", "farò il possibile", ecc., insomma, essere "empatica". Prevedo l'obiezione: non conosceva la famiglia Perna. Ecco, appunto.

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    6. Il che non avrebbe cambiato di un ette il fatto che era in carcere e non doveva esserci e non dipende da nulla che la Cancellieri potesse fare, visto che i servizi sanitari già avevano dichiarato l'incompatibilità (repetita juvans: nel caso Ligresti l'unico intervento della Cancellieri è stato di segnalare al DAP di sottoporre Jonella a vigilanza sanitaria, quindi addirittura una fase ancora solo prodromica alla dichiarazione di incompatibilità, che poi viene segnalata al Magistrato che in completa autonomia decide cosa fare).
      Sulle inchieste interne del Ministero per le morti in carcere non ho informazioni né per dire che questa è l'unica, né per dire che ce ne sono altre: forse bisognerebbe chiedere agli uffici del Ministero, prima di darlo per scontato, visto che la copertura mediatica delle morti in carcere è quasi sempre funzionale ad altro. [redsmaug]

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    7. Non abbiamo la controprova che una segnalazione del caso Perna al Dap da parte della Cancellieri non gli procurasse un referto medico degno di essere considerato congruo alla concessione degli arresti domiciliari da parte del magistrato di sorveglianza: temo che la madre del Perna lamenti l'impossibilità di questa controprova, ora. E come darle torto se la segnalazione al Dap nel caso di suo figlio non è stata fatta da un ministro della giustizia? Ecco, non ci fosse stata una segnalazione al Dap da parte della Cancellieri per il caso Ligresti, ora la signora Perna avrebbe l'animo in pace a sapere che un caso di anoressia in fieri meritasse i domiciliari e un caso di cirrosi epatica scompensata meritasse il centro di detenzione terapeutica. Passo e chiudo.

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  9. Se non ci sono riusciti tre referti che dichiaravano l'incompatibilità, un quarto referto che avesse ripetuto che c'era l'incompatibilità avrebbe potuto far cambiare opinione al Magistrato? Forse è a quest'ultimo che andrebbe posta la domanda, non alla Cancellieri. Chiudo anch'io e grazie per l'attenzione [redsmaug]

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  10. La colpa è delle madri che mettono al mondo figli problematici senza procurarsi per tempo il numero del Ministro.

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