martedì 24 dicembre 2013

[...]


«Quello che ci manca, rispetto al 1994, sono gli intellettuali», lamenta Giancarlo Galan (la Repubblica, 23.12.2013). È a lui che Silvio Berlusconi ha dato l’incarico di «rimpolpare le prossime liste con nomi della cultura», a lui il compito di portare in Parlamento sotto le insegne di Forza Italia «i nuovi Urbani, Melograni, Ferrara, Colletti». Colletti? Lucio Colletti? Parliamo del filosofo che morì ben prima che Forza Italia diventasse il backstage di un B-movie tutto scoregge, battutacce e tette al vento? Bene, fino ad allora non aveva mai risparmiato critiche al partito e al suo leader, diremmo che morì criticando, sicché da tempo era mal tollerato, e al punto che nel 2001, che fu pure l’anno della sua morte, riuscì a stento ad entrare in Parlamento, e solo grazie a un tardivo ripescaggio. Possiamo trovargli mille difetti, ma Colletti era una persona seria, forse perfino un po’ seriosa: accetterebbe, oggi, di stare in lista con le sciacquette e i quaquaraquà che sono il distillato della rinata Forza Italia?

10 commenti:

  1. Non glielo aveva certo imposto il dottore di entrare in quel partito, perciò sì che accetterebbe, perché Berlusconi e i suoi sodali sono sempre gli stessi, mica sono cambiati. Semplicemente sappiamo più cose su di loro.

    Franco Tremul

    RispondiElimina
  2. Tutto giusto. Tuttavia, che sia poi vero che specularmente il PD è questo cenòbio d'intellettuali o che non si tratti piuttosto in prevalenza d'una gran massa d'opportunisti? Ricordo che molte delle "menti" che corsero a iscriversi al PCI nell'immediato dopoguerra, prima facevano la fila al Minculpop con la tessera del PNF ben in vista per elemosinare qualche buon incarico. Cambiano i tempi, ma l'intellettuale italiano è pur sempre quello che combatté le leggi razziali non per difendere i professori ebrei scacciati dai loro incarichi, bensì per accaparrarsene i posti. E con questo mi riallaccio al post del 21 dicembre scorso "Spiegatemi cosa c'è da salvare", per indicare un altro elemento distintivo della meschinità morale di questo paese: la sua "intellighenzia".

    Un anonimo disilluso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello che scrivi sarà tutto vero, ma qui si sta parlando di un'altra cosa, forse trovi consolazione parlare degli opportunisti del Pd o del PCI facendo il confronto con chi partecipa a Forza Italia. Contento te. Perfettamente d'accordo invece con la meschinità morale di questo paese, specialmente di chi fa politica.

      Elimina
    2. Esempio del piffero, Colletti militò nel pci.

      Elimina
    3. Non si sta parlando di un'altra cosa. Il discorso su Lucio Colletti travalica il senso del post e diviene anche un pretesto di confronto tra una parte, "tutta scoregge e tette al vento", che si vuole caratterizzata precipuamente da un volgare egoismo edonista e rapace e un'altra, che all'incontro ama rappresentare se stessa come composta da nobili menti, eccelse e filantropiche, il Gotha dell'italica intellighenzia, il cui unico fine è il bene comune e la difesa degli orfani e delle vedove. Contento chi ci crede.
      L'intellettuale autentico e non il sedicente tale, dovrebbe essere un "esprit libre"; ma non in Italia, dove tutti, alla fine, "tengono famiglia" e son sempre pronti a mettersi al servizio del principe, purché gliene venga un profitto.

      Elimina
  3. Che razza di persona fosse Berlusconi, e che genere di istinti politici e orizzonti culturali avesse, me lo rivelò il mio parroco ancor prima delle elezioni del '94. Non credo avesse contatti privilegiati con il servizio segreto vaticano, solo conosceva quel che era sotto gli occhi di chiunque avesse livelli minimi di memoria storica e onestà intellettuale: la corte dei tangentomani craxiani, l'affiliazione a una loggia eversiva, la miserabile sottocultura spacciata giorno e notte in tv come modernità, l'iperbolico conflitto di interessi economici e mediatici, il rischio di una spaventosa concentrazione di potere esecutivo e d'informazione.
    Forse non tutte le anime belle del '94 avevano un parroco astuto come il mio, ma nel 2001 perfino le casalinghe ormai sapevano dei soldi piovuti dal niente e delle contiguità con le più alte sfere mafiose.
    Bene, Colletti nel 2001 era ancora in lista in un partito-proprietà privata che al confronto l'M5S sembra una democrazia scandinava. E' vero, non c'erano ancora state scoregge e tette al vento, ma addurre questa considerazione come scusante non suona come un elogio all'intelletto e all'onestà del serissimo filosofo.
    GF

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Può anche darsi che libertà non sia rappresentare tette e culi in tv, ma ve lo ricordate com'era la televisione di stato prima del Berlusca? Non ditemi che provate nostalgia per quell'Italia bacchettona e retrograda, così ben dipinta in tante commedie dei vari Risi e Germi, per citare solo alcuni?
      Piuttosto, ciò che fa veramente incazzare, è che un uomo che avrebbe potuto contribuire significativamente all'emancipazione culturale e sessuale di questo paese (le due cose vanno spesso a braccetto), facendosi latore delle istanze più progressiste e meno conformiste (dato il suo stile di vita), in realtà non ci abbia pensato un attimo quando s'è trattato di fare pompini a Santa Madre Chiesa per ottenerne l'appoggio elettorale e costringendo così il paese ad arretrare di molti lustri. Tuttavia, mi pare che neppure altri, sedicenti progressisti, siano del tutto alieni a simili inciuci. Dunque è la solita Parigi che ci costringe sempre tutti a tornare umilmente a messa, da Mussolini a Nichi Vendola, da Enrico IV di Franconia a Giorgio Napolitano.

      Elimina
    2. Non sono d'accordo.
      L'Italia che emergeva dalla tv preberlusconiana era arretrata, chiusa, moralista, sevile con i potenti; ma percepiva (forse troppo) la la responsabilità del proprio influsso sulla società. Benvenuta qualunque spinta che sostituisca a quei valori logori degli ideali più aperti e moderni; ma se l'alternativa è la cieca autoaffermazione dei golem della De Filippi, ben più volgare di qualunque scoreggia, allora perfino l'ipocrisia democristiana non sembra poi così male (l'ipocrisia implica la coscienza del male morale e della necessità che non riceva tolleranza sociale, e costringe l'ipocrita a una pantomima faticosa e imbarazzante; finezze ignote ai golem)
      GF

      Elimina
  4. a colletti stavano sui coglioni tutti. per berlusca provava meno antipatia anche perché gli aveva dato un posto dove tribuneggiare. detto questo mi sarebbe piaciuto vederlo all'opera dopo il 2001 dove il suo (saggio) scetticismo sarebbe entrato in rotta con tutti, specie con ferrara.

    RispondiElimina
  5. Non è che nel 1994 non si sapesse che FI era non un progetto politico liberale bensì la creatura della P2, del Cinghialone e della Mammì, una cosa indegna che aveva riciclato mezzo Pentapartito ed era nata per proteggere il Puzzone 2.0 rimasto senza protettori politici. Al massimo ci credevano Antonella Elia ed Ambra, dai, tutti gli altri non potevano non sapere (Vianello incluso).

    RispondiElimina