giovedì 16 gennaio 2014


Ho una variante dell’«io se fossi Dio» di Giorgio Gaber, si tratta di un parlamento interiore che legifera con esemplare spietatezza, ma mitigata dal rispetto della mia Costituzione, che al primo e solo articolo recita: «Unicuique suum».
Bene, tanto per tenervi informati dei lavori in corso, vi dico che, subito dopo aver varato la legge che vieta agli antispecisti di poter usufruire di terapie chirurgiche e farmacologiche divenute pratiche mediche correnti grazie alla sperimentazione animale, ora è in discussione la norma che, se passa, vieterebbe ai passatisti l’utilizzo di tutto ciò che è moderno.
Stavolta la discussione va un po’ per le lunghe, perché «passato» e «modernità» sono concetti assai fluidi, in ogni caso pare che il dibattito abbia imboccato la via giusta, sono sicuro che tra non molto arriverà risposta all’istanza che sale dai coglioni, che già da tempo roteano chiedendo al legislatore di trovare una soluzione all’insopportabile piagnisteo di chi sputa nel piatto in cui mangia: nellimpossibilità di chiuderli in una macchina del tempo e mandarli a fare in culo nella loro vagheggiata Arcadia, che per alcuni è quando non c’era internet, per altri quando non c’era la tv, per altri ancora quando non c’erano gli antibiotici, prende corpo lidea di tagliar loro la luce, il telefono, il gas e l’acqua corrente, limitando le cure di cui abbiano bisogno a salassi e cataplasmi, a consentirne gli spostamenti solo a dorso di muli, e robe del genere. 
Stamane, per esempio, ha preso la parola l’onorevole ***, che ha preso spunto da quello che un avanzo del neoidealismo crociano ha scritto su Il Foglio di giovedì 16 gennaio, almanaccando sulle bufale che non stanno più in ammollo nella melma come nei quadri dei Macchiaioli («povere bufale»), sui neurologi che hanno degradato lanima a cervello, sugli «ateisti» (sic) che vorrebbero lavessimo artificiale, il cervello, perché, a suo dire, ritengono che «un uomo con cervello artificiale non ha bisogno di Dio», e su quanto «la tecnica e le tecnologie mi sono odiose». Insomma, una uàllera gigantesca.
«’Sto stronzo – ha detto l’onorevole ***, eletto in una circoscrizione tra le più rustiche del mio sentire rompe er cazzo pecché dopo che l’homo habilis è diventato erectus, e poi sapiens, mò c’è pericolo che possa diventa’ homo electronicus. Se chiede se ce sarà un post umano dopo er post moderno. Dice che c’è er rischio che le machine possano addiventa’ parte dell’homo, col rischio che poi ce va in sintetico. Pe’ inciso, rubacchia virgolettati da quello che ’artra fetecchia de la stessa razza ha scritto quattranni fa su la Repubblica. Sia detto pe’ chi nun lo conosce, onorevoli colleghi, ’sto stronzo è sordo come ’na campana e sta da mezzo secolo attaccato a ’n apparecchio acustico dalta tecnologia, mica a un corno de bufala...».

10 commenti:

  1. Lì per lì, il corno mi era sembrato uno shofar, che ci starebbe anche bene.

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    1. Per coincidenza, lo confesso, anch'io ero stato attratto da quello che ritenevo essere il corno di Boromir et similia. Ma, detto senza alcuna offesa, rispetto all'oggetto del post s'è fatta un po' la figura del famigerato dito.

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  2. Phantastic!
    Marco Antognozzi

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  3. facciamo anche un emendamento per quelli che disprezzano i prodotti industriali e elogiano tutto ciò che è artigianale... togliamogli TV, telefonino, automobile... via tutto!

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    1. Anche ai (fortunati) possessori di TV Bang & Olufsen, cellulari Vertu, auto Wiesmann?

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    2. perchè, i transistor e i circuiti integrati usati per i cellulari Vertu sono forse fatti a mano in qualche bottega di paese???

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    3. Allora dovresti formulare meglio la tua proposta: far togliere da ogni prodotto artigianale qualsiasi elemento di origine industriale (es., viti e colle per mobili del falegname, tessuti e cuciture per abiti di sartoria), compresi gli eventuali attrezzi utilizzati dall'artigiano (martelli, aghi), che dovrebbe autocostruirsi tutto partendo da zero (estraendo i metalli in miniera, andar per boschi a far legna, eccetera...)

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  4. buongiorno dottore,
    sarebbe così cortese da indicarmi le più diffuse terapie chirurgiche e farmacologiche testate su animali, per avere la battuta pronta casomai dovessi incrociare la sciabola con uno di questi sapientoni.
    anticipatamente ringrazio.

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    1. Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, quasi tutto. Per il resto, innanzitutto chirurgia vascolare e trapianti, e in genere tutte le tecniche ricostruttive.

























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  5. lei non sa fare propaganda, dottore, se mi rispondeva vagisil e preparazione h ce li avevamo tutti dalla nostra

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