martedì 14 gennaio 2014

Lascito in sfacelo




L’americano è fesso, il giapponese anche di più, per non parlare dello svizzero, che oltre ad esser fesso non sa neppure cosa sia, la bellezza. Vengono, guardano, cercano di annodare un nome a un’immagine col naso spiaccicato su una guida, ma non hanno neppure la più pallida idea di quanto sangue… Pensano sia un museo, non riescono neppure a capacitarsi che la bellezza, qui, è quel che resta di una violenza senza pari. Non c’è un palazzo, né una chiesa – né affresco sacro, né profano – né fontana, né lucernaio, che non abbia avuto per committente un delinquente. E più era delinquente, e meno aveva scrupoli, e più era feroce, più aveva d’appresso artisti e storici a imbellettargli il grugno: «Prego, duca, si metta di profilo, così evitiamo di ritrarre la cicatrice»; «Santità, copra l’orecchio col camauro sennò si vede la papula luetica». Sembra un museo, ma a saper leggere le didascalie, tra le righe, è un catalogo di nefandezze, nequizie, vizi. Roba superlativa, in ogni caso, sicché con l’avvizzirsi della rigogliosa crudeltà del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco, coll’avvento dei parassiti che hanno preso il posto dei delinquenti, la bellezza non ha prodotto altro che rifacimenti, copie in quarto o in ottavo, e lo stucco ha sostituito il marmo, il nemico non veniva più sventrato, ma strozzato, e la pennellata ha preso maniera. Per dirla al modo dei villani, la bellezza è diventata estetica, ha perso l’allusione all’atroce che doveva diluire fino a estinguerlo nel mirabile, e s’è data in «wonderful». Per le vie lungo le quali s’accatastavano cadaveri passeggia oggi, in pantaloni bianchi e giacca gialla, il custode di questo lascito in sfacelo, e dietro si trascina una lunga coda di turisti.  

8 commenti:

  1. " Violenza senza pari " Con il sostanzioso contributo di una moltitudine di papi.

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  2. Anche a me è piaciuto. Zagreo

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  3. Scusate, non ho capito da quale testo è tratta la bella citazione.

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    1. Bernardo R., sono tempi così atroci che non ci si aspetta più che qualcuno contribuisca in modo originale, si pensa subito alla citazione, a volte basta niente, come un corsivo.

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    2. Di solito un corsivo non è messo a caso, qui meno che altrove, o è una citazione o qualcos'altro.

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    3. Se non ci fosse stato il corsivo non avrei avuto dubbi che era opera dell'autore del blog. Con il corsivo il dubbio mi è venuto: inizialmente pensavo fosse una riflessione che fa il protagonista del film, però io il film l'ho visto e il protagonista non dice mai niente di interessante (solo banalità pseudo-colte), al massimo qualcosa viene dagli altri personaggi, che parlano molto meno (per fortuna). Allora ho chiesto.

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  4. http://it.wikipedia.org/wiki/Corsivo_%28giornalismo%29

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  5. Analogamente alle sue riflessioni, ricordo di avere avuto una discussione con una mia amica, ai tempi della guerra in Kosovo, sul fatto che un nostro conoscente appassionato di aeroplani, andava a fare spotting in un aeroporto militare. Lei inorridiva al solo pensiero che si potesse ammirare una macchina che mezz'ora prima magari aveva ucciso chissà quante persone. Allora obiettai "ma scusa, e quando vai a farti le foto al Colosseo? O ti fai un giro nel Foro Romano, non pensi che stai calpestando il suolo che ha assorbito fiumi di sangue o l'ultimo grido di chissà quanti assassinati?". Non volle cogliere.

    Julio

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