domenica 19 gennaio 2014

(passo e chiudo)

Soprattutto grazie al serrato scambio tra lettori di opposta opinione, perché di mio in questa occasione ci ho messo davvero poco, su questo blog nei giorni scorsi s’è avuto un gran bel discutere di sperimentazione animale in campo medico (1, 2, 3). Discussione che è andata subito al cuore del problema – la fondatezza o meno degli argomenti antispecisti – perdendo così un po’ di vista la dimensione integrale dell’oggetto del contendere. Penso sia giusto richiamarla, e vorrei farlo proponendo un passaggio dell’intervento tenuto da Silvio Garattini nel corso del convegno su «Sperimentazione animale e diritto alla conoscenza e alla salute» tenutosi a Roma lo scorso 14 gennaio.


Credo non abbia bisogno di  commenti, ma vorrei attirare l’attenzione su un dato che è messo in risalto all’inizio dell’intervento e che in buona evidenza costituisce un paradosso: chi è contrario alla sperimentazione animale tiene a rimarcare le differenze tra uomo e animale sul piano «fisico» per poi considerarle irrilevanti su quello «metafisico». Paradosso che potrebbe sembrare ribaltato in campo avverso, dunque anche qui patente in egual modo, pur se con segno diverso, e tuttavia qui è paradosso che si scioglie nella mancata pretesa di fondare la dignità del vivente sulla base di mere caratteristiche biologiche, anatomiche, fisiologiche, ecc. Siamo, insomma, al nodo del concetto di  «valore», sul quale torna utile la lezione di Carl Schmitt: «Se qualcosa ha valore, e quanto ne ha, se qualcosa è un valore, e in quale misura, lo si può stabilire soltanto in base a un punto di osservazione, un punto di vista già posto. [...] Non si tratta quindi di idee, né di categorie, né di principi, né di premesse. Sono propriamente punti. Essi si collocano nel sistema di un puro prospettivismo» (Die Tyrannei der Werte, 1960). 


14 commenti:

  1. il punto di vista di chi sostiene la sperimentazione animale è atropocentrico. E' razzista. Cioè sostiene che la razza umana sia superiore a quella animale. L'animale se avesse diritto di parola non potrebbe condividerla.

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    1. lei è un cretino. Potrei spiegarle il perché, ma non lo capirebbe

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  2. "Razza umana.... Vabbe' che la salva l'anonimato, ma si rende conto dell'idiozia? No, temo non se ne accorga.

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  3. Disconosciamo l'anonimo di cui sopra.

    F.to Unione Anonimi non "Atropocentrici"

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  4. Giuste le conquiste di Nietzsche: il valore, ogni valore, È un punto di vista.

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  5. Tanto per iniziare direi che l'onnipresente Garattini non è il massimo del corretto e dell'obiettivo visto che è stato anche oggetto di interrogazioni parlamentari che lamentavano il fatto che fosse membro Aifa (finanziatore) e membro del suo istituto (ricevente finanziamenti)..conflitto di interessi..chiedere a lui che fa vivisezione da secoli un opinione è, a dir poco, un altro conflitto di interessi...oltre a ciò sarebbe bene ricordare che il dibattito degno di essere riportato nei media a mio parere NON è tra animalisti e ricercatori ma tra ricercatori Prosa(che di solito la fanno e che se sparisse si sentirebbero lavorativamente persi) e i ricercatori Antisa.La questione delle differenze interspecifiche non le citano solo gli animalisti ma anche illustrissimi e sempre più numerosi studi e TUTTI i foglietti illustrativi dei farmaci che avete in casa.IO NON SONO ANIMALISTA, SONO PROMALATI UMANI SONO ANTISA.

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    1. Ero tentato dal cestinare il suo commento, sa? Sul web le maiuscole equivalgono all'urlato, sa? E sa che tra "un" e "opinione" ci va l'accento? Sa che, quando si intende contestare un argomento, mettere in discussione le virtù morali di chi lo produce vale zero? Soprattutto riesce a configurare nella sua testolina che essere oggetto di un'interrogazione parlamentare è meno che essere indagato, meno che essere imputato, meno che essere condannato? E lei pretende che un'interrogazione parlamentare costituisca prova di qualcosa? Pretende che gli argomenti di Silvio Garattini cadano dinanzi a queste ridicole obiezioni? Cestinarle il commento poteva darle l'impressione di chissà quanto mi avesse imbarazzato, ed eccomi costretto a pubblicarlo, e a risponderle, cosa che francamente mi dà l'avvilimento. Se lo faccia dire col cuore in mano: lei è assai meno di un volgare cretino, è un cretino opaco e sciatto. Gentilmente, si levi dai coglioni.

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  6. "E sa che tra "un" e "opinione" ci va l'accento? "

    Siamo sicuri?

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    1. "Opinione" è sostantivo femminile, quindi ci va l'articolo indeterminativo "una" davanti. Però, quando l'articolo "una" precede una parola che inizia per vocale, la "a" può essere elisa e diventa, in questo caso, "un'opinione".

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    2. E quindi???? Che cosa ci va tra "un" e "opinione"????

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    3. Ci va l'apostrofo, che tra noi villici è detto accento. :-D

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  7. secondo me la questione della sperimentazione animale, fatte salve le (ottime) motivazioni scientifiche che la rendono uno strumento utile, è squisitamente valoriale: per noi - noi società di esseri umani - alleviare la sofferenza di un paziente o salvargli la vita è un valore per il quale è lecito sacrificare degli animali. Questo a prescindere dalla "libertà di scelta" dell'animale (la stessa libertà di chi non ha scelto di ammalarsi o di nascere con gravi deficit), e anche a prescindere dalla libertà di scelta di chi volesse curarsi utilizzando metodi alternativi o compiendo scelte suppostamente etiche, come non cibarsi di carne o di prodotti animali o ridurre l'impatto ambientale con i propri comportamenti.
    Se costruiamo una scala di valori, che sarà appunto necessariamente nostra e non di un animale, la tutela della vita e del benessere animale sono al di sotto della tutela di vita e benessere umani.
    D'altra parte anche la tutela della vita e del benessere animale sono, in questa scala di valori, al di sopra di altri valori umani (es. lo svago, per il quale è già più discutibile sacrificare animali), per cui la sperimentazione animale è da una parte costretta da leggi e regolamenti che indicano con precisione come vada sacrificato un animale da laboratorio, in che condizioni vada fatto vivere, e chiede ai comitati etici di istituzioni scientifiche di esprimersi sul numero di animali richiesti in ogni sperimentazione, e dall'altra la stessa comunità scientifica è attivamente impegnata a trovare modi più efficienti per sfruttare - in misura minore - i modelli animali per giungere ai propri scopi.

    Firmato: ricercatore che non usa animali. Ma li userebbe se fosse necessario.

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  8. C'e' (il primo un apostrofo ed il secondo un accento) una certa contraddizione nell'argomentazione degli antispecisti: se tutte le specie hanno gli stessi diritti naturali (si dice cosi'?) perchè il leone può uccidere una gazzella ed io no?
    Firmato: un ricercatore che usa animali ma non li userebbe se non fosse necessario.

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  9. Trovo una contraddizione nel ragionamento antispecista: se gli animali tutti hanno gli stessi diritti naturali, perchè un gatto ha il diritto di uccidere un topo ed io no?

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