lunedì 26 maggio 2014

I 38 milioni di italiani che non hanno votato Pd


Alle Politiche del 2013, gli aventi diritto al voto erano circa 47 milioni. L’affluenza alle urne fu del 75,2% (gli astenuti furono poco più di 11 milioni) e il Pd raccolse 8.646.034 voti (25,4%). Prendo in considerazione i dati relativi alla Camera, che sono quelli più congruamente rapportabili all’elettorato che nel 2014 è stato chiamato alle Europee, dove gli aventi diritto al voto erano poco più di 49 milioni e si è registrata un’astensione intorno al 42%. Superfluo sottolineare che ogni correlazione tra le due competizioni risulti pesantemente inficiata, nelle conclusioni che sembrerebbe offrirci, dalle marcate differenze date dalla diversa posta in gioco (lì i seggi di un parlamento nazionale, qui la quota di rappresentanti italiani in un parlamento sovranazionale), dal modo in cui i partiti si sono presentati all’elettorato (lì erano possibili coalizioni, qui ogni partito era in lizza contro tutti gli altri) e dal sistema elettorale vigente (lì il premio di maggioranza del Porcellum, qui un proporzionale con soglia di sbarramento al 4%), ma a quanto pare è proprio l’aleatorietà dei raffronti in termini percentuali che segnerà la vita politica italiana nei prossimi mesi. Se questo è inevitabile, e per molti versi anche giusto tenuto conto dei pessimi risultati ottenuti dal M5S, da FI e dal NCD, quello che corre il rischio di distorcere la realtà dei fatti, sovradimensionando in modo spropositato il peso del Pd, è il sottacere un dato che le percentuali sembrano fatte apposta per oscurare: nel 2014 il Pd riguadagna solo parte degli oltre 3 milioni di voti persi tra il 2008 e il 2013, senza peraltro riuscire a superare i 12 milioni che diedero il 33,2% al partito allora guidato da Walter Veltroni. Solo un occhio miope può lasciarsi ingannare da quel 40% e più che oggi va al Pd di Matteo Renzi, per definirlo il più ampio consenso mai ottenuto dal partito: nei fatti, lo zoccolo duro dei cattocomunisti si è rifatto la zeppa, ma di cartone, e il prezzo è stato pure alto, perché il doversi affidare a un vero e proprio mutante della sua storia e della sua tradizione culturale, perfino della sua – come si dice – antropologia, nel tentativo di riuscire finalmente a vincere, ne ha già minato irrimediabilmente il corpo. È più che ovvio che tutto questo sia destinato ad essere rimosso nei bagordi del trionfo, e oltre. Ma peserà, e il peso diventerà insostenibile quando i 38 milioni di italiani che non hanno votato il Pd di Matteo Renzi si daranno un riassetto.   

20 commenti:

  1. Ma no, perché perderci in calcoli noiosi...
    #Vinconoloro ? Certo che sì, vincono loro...
    40,50,70,110, 150%!! Stupefacente. Un evento storico.
    Il ducetto è stato incoronato Duce.
    W il Duce! Lunga vita al Duce, che ci dona pace e prosperità e allontana da noi le forze del male.
    Morte a chi si oppone al Duce, via gufi e rosiconi che ci annoiano con numeri e calcoli pallosi.
    Gaudeamus igitur: noi tutti insieme al buon Berlusca, che si è intensamente speso per l'incoronazione del Duce.
    http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/05/26/elezioni-2014-abrignani-fi-nostri-voti-prestati-a-renzi-per-fermare-grillo/281708/

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    1. un po' di autocritica non farebbe male. Ah piuttosto “O vinciamo alle Europee o me ne vado a casa. E non scherzo” (3 Aprile). Ora mi aspetto che dopo aver dato dello sparapalle a Renzi per l'#enricostaisereno e tutte le giravolte che ha, come ogni uomo politico, dovuto fare in seguito a mutamenti della realtà fluida in cui ci muoviamo, il buon Beppe faccia propria la coerenza che insegna agli altri e si ritiri mestamente nelle sue ville.

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    2. L'#enricostaisereno, più che una 'palla', è stata una pugnalata alla schiena: una cosa un po' diversa.


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  2. A Roma dicono: "Consolamoce co l'ajetto"...

    6iorgio

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  3. Ma è proprio il mutamento antropologico e l'abbandono della tradizione che sostiene l'exploit, l'abilità del Renzi sta proprio in questa sua leggerezza, nel sapersi reggere su pilastri di cartone come fossero di granito.

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  4. Vabbeh ci abbiamo provato ( del resto ho saputo che molti hanno votato tsipras e non più i penta stellati ) quindi c'era poco da fare
    Rp

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  5. A me quello che fa paura è la totale inattendibilità dei sondaggi!

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  6. L'abilità di Renzi è stata proprio la leggerezza con cui ha rifatto la DC.

    Lr

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    1. Mah, mi pare un argomento zoppo, e se avesse preso il 15%, cosa sarebbe stato, Forza Italia? Renzi è piu fedele al mercato che al Vaticano.

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    2. Sottoscrivo Formamentis parola per parola.
      State bene, sempre utile passa di qua.
      Ghino La Ganga

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    3. Sottoscrivo Formamentis parola per parola.
      State bene, sempre utile passar di qua.
      Ghino La Ganga

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  7. Castaldi, il ragionamento é legittimo pero' i conti si fanno con chi é si é recato alle urne, il resto é speculazione ai confini con la metafisica. Glielo dice uno che il PD ha smesso di votarlo con Renzi.
    Forse non é stata messa abbastanza saliva sulle matite.

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  8. no, non sono d'accordo. L'astensionismo (al pari degli 'indecisi') si spalma in maniera non perfettamente uguale, ma quasi, sulle varie forze politiche.

    Se è vero che una maggior percentuale di indecisi aiuta il partito x piuttosto che l'y, questo solitamente riguarda pochissimi punti, per carità, un 2% su un partito da 20% non sono bruscolini, ma comunque fa 18 o 22, non 40 o 10.

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  9. < Non me ne voglia chi vede in noi un sentimento di umile responsabilità e grande pacatezza nei toni senza festeggiamenti > Matteo Renzi
    Forse don Matteo non dovremo tenercelo per i prossimi vent'anni, dieci tutti però.

    Per il momento onanismo alla grande su astenuti e indecisi. As usual.



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    1. Speriamo di no, lui che è il grado zero della politica

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  10. ci s'arrampica con una certa perizia, devo dire
    renzi e questo pd hanno recuperato solo un par di milioni di voti, mentre il m5 strilli ne ha persi 3 e forzaitalia boh...
    in queste elezioni renzi e questo pd hanno quasi il doppio dei voti del m5 strilli stando al governo in italia in questi tempi...
    forse non ha grandi meriti o forse è più bravo di grillo a dire puttanate senza spaventare le vecchiette...
    di sicuro non ha spaventato me come ha fatto grillo, quindi ora mi aspetto dai giornalisti che ricordino a grillo la sua promessa di andarsene a casa in caso di sconfitta
    e ora vediamo se il m5strilli ha voglia di fare qualcosa per questo paese: iniziare a lavorare in parlamento invece di giocare
    oh, per dire: io per me non ero sicuro di andare a votare, m'hanno convinto grillo & berlusconi

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    1. Confermo questa idea della paura di grillo da parte delle vecchiette, ci si è rifugiati in Renzi. Questo non cambia il grado zero della politica che lui e i suoi adepti rappresentano. Vorrei però sapere cosa rappresentano per Malvino i parlamentari pentastellati al di là dei leader G&C, se li ha seguiti, se ci possiamo fidare di loro almeno... Così giusto per consolazione
      Rp

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  11. Sono totalmente d'accordo con "lo zoccolo duro dei cattocomunisti si è rifatto la zeppa, ma di cartone, e il prezzo è stato pure alto, perché il doversi affidare a un vero e proprio mutante della sua storia e della sua tradizione culturale, perfino della sua – come si dice – antropologia, nel tentativo di riuscire finalmente a vincere, ne ha già minato irrimediabilmente il corpo", tanto che da, piu` o meno, cattocomunista, io a Renzi non l'ho votato.
    Ma proprio per la minore posta in gioco un tale risultato in termini assoluti (cioe` contando i voti) e` sorprendente. Poi potra` o meno confermarsi alle prossime politiche. Resta il risultato piu` alto di un partito dalle europee del 1989, cioe` dalla prima repubblica.
    Per dire: nel 2008 Berlusconi col Pdl prese alle politiche 14 milioni e dispari di voti, alle europee non arrivo` agli undici.
    Stavolta neanche la matematica da` scampo, se lo faccia dire da uno studente fuori corso della disciplina.
    Marco Antognozzi

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  12. Sul confronto con il Veltroni del 2008, la qual cosa mi aiuta a illustrare meglio con un esempio quanto da me commentato nel post successivo a questo: il confronto tra le due tornate elettorali (Europee 2014 rispetto a Camera 2008) è di circa nove milioni di voti validi espressi. Lo scarto tra i voti del PD nelle due occasioni è di circa novecentomila voti favorevoli. Astraendo, per reputare il successo di Renzi non maggiormente significativo saremmo costretti a presupporre che nella quota di nove milioni di voti non espressi non più del 10% sarebbe "virtualmente" appannaggio del PD e il 90% appannaggio degli altri competitori. Quanto sarebbe straordinaria questa ipotetica assunzione secondo me può essere mostrato se io facessi un'altra ipotesi che a me sembra ragionevole e al ribasso: un terzo di coloro che tipicamente votano alle politiche, ma non votano alle europee, ha salde preferenze elettorali (nella sostanza, essi hanno preferenze precise ma non ritengono di doversi sforzare di più, ipotesi rinfrancata dal fatto che l'astensionismo "da Europee" è entro una bona quota sistematico): ciò basterebbe per assegnare "virtualmente" a Renzi un successo "numerico" più significativo di Veltroni.

    A questo aggiungiamo senz'altro che dal 2008 al 2014 è emersa una terza forza e quindi anche eguagliare il risultato di Veltroni sarebbe un successo maggiore (nel 2008 pareva di essere ad un referendum). Mi si dirà, a ragione, che questa forza è emersa in modo preponderante anche per una quota di responsabilità politica di Veltroni e Renzi. Sono d'accordo, ma ritengo che la quota parte di Veltroni sia comunque superiore alla quota parte di Renzi.

    Beninteso, sono ben lungi con questi ragionamenti dal lodare Renzi, cerco solo di interpretare i numeri. Se proprio vogliamo capire cosa sia successo, a mio parere dovremmo concentrarci sulla incoerenza dei sondaggi e soprattutto degli exit pool rispetto al voto espresso nell'urna (che erano comunque compatibili con la forbice massima raccolta nei sondaggi). Io ricerco la spiegazione in due fattori, ma in modo del tutto tentative: coloro che si dicono delusi dal PD, vuoi per quanto successo un anno fa vuoi per allergia al renzismo, pur dichiarando il contrario si sono convinti che non potevano votare altrimenti. L'altro fattore: sono voti provenienti da quella quota di ex elettori del cavaliere che per motivi similari non dichiaravano mai di esserlo. Questi due fattori senza dubbio indebolirebbero il voto a Renzi perché celerebbero una modestissima convinzione della propria scelta da parte dei soggetti in questione, tuttavia non abbiamo per ora motivo serio di ritenere che in futuro questi elettori cambino approccio (né che non lo assumano gli astenuti dell'altro giorno).

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