mercoledì 11 giugno 2014

Conviene ripeterci

A negare che esista un diritto di far figli, e dunque a storcere il muso per la sentenza della Corte Costituzionale che lo afferma e lo dichiara incoercibile, è chi sostiene che sia un dovere. Il paradosso segnala un’incongruenza logica che è a fondamento della morale cattolica: se infatti il far figli è un dovere imposto da un Dio che è provvidenza, farli aggirando le regole prefissate nell’ordine creaturale è altrettanto colpevole che evitare di farne contravvenendo ad esse. D’altronde, il diritto di far figli è sentito tale da chi ritiene che sia lecito decidere di farne o no, aggirando le eventuali difficoltà che si frappongono all’averne, se aggirabili. Non così per chi ritiene che farne sia un dovere dal quale ci si può sentire sollevati solo nell’impossibilità di averne secondo la regola che vuole inscindibili il momento unitivo e quello procreativo oppure per onorare la scelta della castità.
Ecco, dunque, che il paradosso si scioglie: devi far figli, e devi volerli fare, perché così Dio vuole, ma se non puoi averne nell’unico modo che ti concede per averne, pur potendo averne in altro modo, devi rinunciarci, perché così Dio vuole nel tuo caso, e non ti è dato chiederti il perché. Si adattasse tale logica a qualsiasi altro apparato umano come si pretende sia cogente per quello riproduttivo, sarebbe immorale l’uso degli occhiali da vista, qualsiasi terapia endocrina, l’impianto di protesi cardiache, ortopediche e dentarie, ecc. È evidente che il divieto di ricorrere a tecniche di fecondazione assistita per superare gli ostacoli che si frappongono alla possibilità di avere figli debba rispondere a un’altra esigenza e che il dettato morale sia solo strumento per darle una risposta. Così, d’altronde, è per gran parte degli imperativi etici che i cattolici non si accontentano di contemplare, peraltro riuscendoci in modo assai imperfetto, ma cercano di tradurre in leggi che debbano valere per tutti. L’esigenza di fondo è il tentativo di perpetuare un ordine sociale nel quale Dio sia necessario, tanto più necessario in un ambito strategico come quello riproduttivo: se far figli è un dovere, Dio diventa il motore demografico di una società. In modo opposto, ma con la stessa placida risolutezza, contraccezione e fecondazione assistita spodestano Dio.
Il diritto di far figli o di non farne ha questo di terribile ora che nell’aldilà neppure più cattolici credono più tanto: sovverte il fondamento che dichiara insovvertibile l’ordine creaturale, quello per il quale poter far figli è un dono di Dio che non si può rifiutare, e il non poterne fare è un suo veto che non è tollerabile sia messo in discussione.

6 commenti:

  1. Perdoni: ma lei si meraviglia ancora?
    Troppe incongruenze mi capitò di rilevare: ormai i cattolici ragionano per lo spazio di un minuto, e l'animatore turistico argentino asseconda emettendo spot, dacchè lo sa fin troppo bene.
    Ricordo in particolare un caso.
    Un mio conoscente cattolico, davanti ai troppi casi di pedofilia che coinvolgevano sacerdoti, affermò deciso che tale sequela non minava comunque la sua fede cattolica.
    Un attimo dopo, alla domanda: " ma se un sacerdote abusasse di tuo figlio?" egli fu scosso da un brivido, rimase silenzioso qualche istante, indi proruppe in un fermo: ' non voglio nemmeno parlarne, sarebbe un fatto che mi farebbe perdere la fede."
    Stia bene, sempre utile passar di qua.
    Ghino La Ganga

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  2. S'è dimenticato il paraculismo. Quando tocchi l'argomento 'perchè metti gli occhiali se Dio t'ha fatto miope, è contro natura' qualsiasi cattolico convinto risponderà 'ma qui non stiamo parlando di piccolezze, stiamo parlando di generazione della VITA (rigorosamente maiuscola)', per cui l'occhiale è ok e il preservativo no.

    Ieri sera parlando con un amico, purtroppo per lui credente, l'ho buttata lì 'come mai se Dio è infinitamente buono e Dio ha creato tutto, il mondo è una merda?' Dopo aver cercato una scappatoia con un classico 'la sofferenza è prodotta dall'uomo', di fronte all'evidenza che a volte il dolore è prodotto dal mondo stesso, senza il minimo intervento umano, è uscito con 'ma chi te lo dice che il cancro è una sofferenza?'. Lì ho abbandonato la conversazione. Sono come i camaleonti, la loro cazzo di Provvidenza è un deus ex machina che risolve tutto.

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    1. Se ti è capitato di parlare con un pirla è la Provvidenza che ti ha messo in contatto con lui : cuique suum.

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    2. ...c'è poco da essere pirla: pochi anni fa fu lo stesso ComandanteInCapo a rispondere corampopulo in mondovisione "io non lo so perché la tua sorellina der cazzo è morta di cancro, cara giapponesina parimenti der cazzo"
      cuique suum, giusto.
      (so che non passerò mai la censura, ma quanno ce vo'...)

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  3. Suppongo che per il Bel Paese (v.Istat) ci si riferisca al meridiano sotto Roma che tiene ancora botta, al di sopra da adesso in poi sarà meglio contemplare la normativa coranica.

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