domenica 14 settembre 2014

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L’insulsaggine di certi autorevoli editorialisti si diluisce nei tweet di certi poveri sfessati, o forse è il contrario, è l’insulsaggine di certi poveri sfessati che viene distillata da certi autorevoli editorialisti, anche se non è escluso che le due cose facciano sistema in un grande alambicco a serpentina che ricircola la stessa insulsaggine, risciolta nella più tonta delle dabbenaggini dopo essere stata concentrata nei più intensi dei sussieghi, e via di seguito.
Sia come sia, una delle più insulse opinioni così correnti è che la politica italiana dovrebbe pigliar consiglio dai moniti del papa – di questo papa – come se questo papa non si limitasse a frasi fatte, insieme ridondanti della più sciatta retorica e vuote di ogni minima sostanza. Roba che può suonare bene ad ogni orecchio, come in realtà accade, ma totalmente priva del ben che minimo contenuto che possa dirsi, non dico soluzione, ma per lo meno indirizzo.
Non un programma, nemmeno il vago accenno di quella potrebbe essere la linea di un progetto: altisonanti chiacchiere, magniloquenti frasi che sembrano non aver altro scopo che cercare il consenso più ampio, perciò del tutto prive di quanto potrebbe circoscriverlo e mobilitarlo su un’opzione. La guerra è una follia, e chi non è d’accordo? La politica si deve occupare di chi muore di fame, e trovami qualcuno che dica il contrario.
Cose così, sicché se in questo straparlare di niente c’è ingerenza, e c’è, la contesa non è sul primato nella gestione della cosa pubblica, ma sul consenso che alla stessa politica non serve ad altro che ad autolegittimarsi. In questo, Chiesa e Stato sembrano mostrare la stessa impotenza dinanzi ai problemi: la sola forza di cui sembrano dotati è quella in grado di assicurare loro un congrua fidelizzazione di cieche speranze, nutrite esclusivamente di attesa.
Se socialismo e liberalismo sono ormai parole vuote che la politica evita in nome di un pragmatismo che non ha visione, né progetto, tutto speso a rappezzare buchi con toppe che non reggono due mesi, la Dottrina Sociale della Chiesa a oltre un secolo dalla sua nascita si mostra altrettanto inservibile. Doveva essere la terza via, perciò nasceva ambigua, sospesa sulla composizione delle sue contraddizioni interne, ma paradossalmente mostra i suoi limiti proprio dopo l’eclissi del sogno socialista e una delle più acute delle cicliche crisi del capitale: non aveva uno specifico, e non ne era neanche il sincretico.
Politica e religione – o forse è meglio dire: classe politica e gerarchia ecclesiastica – sono ugualmente prive di soluzioni: a entrambe manca la capacità di cavarle fuori dalla dialettica dei conflitti che danno corpo ai problemi, sono costrette ad ignorarli per una vocazione al plebiscitario che non è in grado neppure di inventarsi un neocorporativismo. Perciò invitare Renzi ad ascoltare le parole di Bergoglio è insieme la più crudele delle cattiverie e il più stupido dei consigli. 

11 commenti:

  1. Pensare che un modello concreto di società senza guerre e senza fame ci sarebbe. Un po' compromessa con Zwingli e Calvino, ma non più di tanto.

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  2. nulla da dire sulle considerazioni alle sacrosante banalità e sul loro sponsorizzato riciclo, così come sulle generali posso convenire sulla classe politica e gerarchia ecclesiastica ugualmente prive di soluzioni poiché ad entrambe manca, come scrivi, la capacità di cavarle fuori dalla dialettica dei conflitti che danno corpo ai problemi. dove però eccepisco è sulle cause profonde che costringono la classe politica e gerarchia ecclesiastica ad ignorare i conflitti reali, ossia, come dici, per una vocazione al plebiscitario, aspetto questo indubbiamente presente ed importante ma che a mio avviso non sta in radice alla mancata soluzione (e comprensione) dei problemi. ed è proprio su questo punto, che non sempre è possibile approfondire nell'afflato di un post, che andrebbe concentrata l'attenzione, sempre posto che i lettori, profusi nel serpentinico ricircolo mediatico di cui sopra, siano effettivamente interessati al tema quando questo supera i confini del convenzionale orizzonte.

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    1. Andando al punto, il convenzionale orizzonte sarebbe (ed è) rappresentato dal sistema capitalistico in tutte le sue forme. La proposta per tentare di comprendere la dialettica dei conflitti ,l'uscirne è più complesso, sarebbe quella proposta (che traspare dal commento 'politically correct') di utilizzare l'analisi economica marxiana, 'scientifica' come viene definita.

      Come lettore non profuso nel serpentinico ricircolo mediatico, sono del parere che chi tale metodo propone e nel contempo attua una critica parallela e costante al Sistema, ci illumini anche sulle possibili soluzioni, ma soprattutto i metodi da applicare e coloro i quali sarebbero delegati a gestirlo.
      Scegliere cosa fare è una responsabilità che alcuni possono evitare limitandosi alla speculazione in attesa della soluzione perfetta a prescindere da quando arrivi.
      C’è una cosa che accomuna cristiani e marxisti : la delusione.
      E non solo tra coloro che rendono sinonimi marxismo e bolscevismo.

      Angelo R.

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    2. La delusione accomuna molti di questi tempi, su molti fronti. Ma un conto è la delusione dei credenti (in qualunque fede), altra faccenda è la preoccupazione per la piega che vanno prendendo gli eventi e non certo perché non è ancora arrivato il mitico “crollo”. Anch’io credo in qualcosa, ossia nelle trasformazioni. E sempre più con trasformazioni radicali si dovrà fare i conti, volenti o nolenti, che piacciano o meno. Il Suo è comunque un commento intelligente che coglie il punto nell’essenziale.

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    3. (Dernier commentaire madame)

      La ringrazio perchè mi aspettavo tempo fa questa gratificazione da qualche prof.ma non è mai arrivata. Non è mai troppo tardi.
      C'è un'altro punto che potremmo considerare ancora più essenziale sul quale con molta probabilità dissentiamo e cioè se sia unicamente l'economia a determinare la trasformazione antropologica (*) o viceversa. Propendo per quest'ultima perchè, come sostiene Eduardo, non possiamo essere noi a distribuire il bene e il male: non conosciamo le proporzioni.

      Angelo R.

      (*) [...] Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere , ma è al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. (Marx,1859 4-5).
      'Caedite eos!' a parte, 'Novit enim Marx e Dominus qui sunt eius.'

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    4. sostenere che sia unicamente l'economia a determinare le cose è una grossolana stupidaggine, che né marx e nemmeno engels hanno mai sostenuto nulla del genere.

      “Secondo la concezione materialitica della storia, la produzione e riproduzione della vita sociale è nella storia il momento in ultima istanza decisivo; di più né io né Marx abbiamo mai affermato. Se ora qualcuno distorce quell’affermazione in modo che il momento economico risulti essere l’unico determinante, trasforma quel principio in una frase fatta, insignificante, astratta e assurda.” (in La concezione materialistica della storia, Lettera a Bloch, Editori Riuniti, p.163).

      saluti

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    5. Cara Olympe, so di essere sfacciato, vista la nostra ancor acerba conoscenza. Ma, se non è chiedere troppo, potrebbe darmi del revisionista mentre mi sculaccia?

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  3. Sciltian Gastaldi ( Anellidifum0’s blog) lo scrittore di fama internazionale, il giornalista e il blogger bisessuale che era fuggito in Canada per colpa di Berlusconi e che dal Canada aspettava la “latitanza di Berlusconi” per tornare in un’Italia finalmente liberata dal “fascio-berlusconismo” si e’ stufato di aspettare e contrariato dal fatto che a Silvio il Berluscone e’ succeduto il suo figlioccio, Matteo il Berluschino, che insieme allo zio Silvio governa l’Italia facendo terribilmente incazzare i post-Katto/Komunisti, tra cui l'”intelligentissima” Bindi…….Sciltian Gastaldi – dicevo – si e’ convinto, dopo aver letto “Ho dormito con te tutta la notte” (il bellissimo romanzo di Cristiana Alicata che lo ha profondamente commosso e turbato) che era arrivato il momento “di compiere delle scelte”.

    Tutti si aspettavano che la storica “scelta” consistesse nel tornare in Italia con la sua bella mogliettina caraibica onde poter dare il suo essenziale contributo al ritorno della democrazia nel paese che lo aveva costretto all’esilio: solo Sciltian Gastaldi, infatti, grazie alla forza assai persuasiva delle sue filippiche contro il totalitarismo, avrebbe potuto materializzare il sogno di “tutti” gli Italiani di vedere finalmente latitante il Grande Satanasso e riuscire dove perfino l’assatanata Boccassini aveva fallito.

    E invece no: Sciltian Gastaldi si trasferisce dal Canada al Regno dis-Unito per informarci di cosa succede nel Regno di Sua Maesta’. E ci ha anche anticipato che benche’ non conosca per niente la Grandissima Bretagna, in un paio di giorni, dopo aver letto i giornali locali, ci fara’ un riassuntino di come il paese attraversa questo momento “storico” all’indomani del Si o del No alla secessione scozzese dal Regno Unito che avverra’ per Referendum fra circa una settimana.

    Ecco: se c’e’ una cosa di cui l’Italia non ha certo bisogno e’ un altro “corrispondente da Londra” che per riempirsi lo “stomaco in fuga” ci raccontera’ quanto civili sono gli Inglesi, come viaggiano in orario i loro treni, come sono omofili, democratici e tolleranti i sudditi di Sua Maesta’, com’e’ avanzato il loro Stato Sociale e Assistenziale, di quanto sarebbero “euro-entusiasti” se non ci fossero quei fascistelli degli Indipendendisti che votano in massa per Nigel Farage…..insomma, in poche parole, di quanto bella, serena e felice e’ la vita nel Regno Unito soprattutto se paragonata alla miserabile condizione in cui si trova l’Italia, paese di m. , dove i turisti Tedeschi, per un disguido ad una stazione delle Ferrovie Italiane, “ridacchiano e scuotono la testa” pensando a com’erano efficienti i loro trenini quando trasportavano sei milioni di individui nelle camere a gas.

    Cara Cristiana Alicata, non faccia come il suo collega Sciltian Gastaldi che per 10 lunghissim anni ci ha tediato con le sue lodi sperticate per la civilta’ canadese e che adesso si accinge a continuare con la sua appassionata estero-filia dal Regno di Sua Maesta’.
    All’estero, mi creda, succede di tutto e di peggio e anche “lassu'” hanno bisogno di spirito di sopportazione.

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  4. ridateci Ratzinger!

    Micus

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