domenica 22 marzo 2015

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Renzi era dell’idea che la Cancellieri avrebbe fatto bene a dimettersi, e non ha cambiato opinione. Non era neppure indagata, ma questo non vuol dire niente, perché le dimissioni – dice – si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia. Caso analogo a quello di Lupi, che a differenza della Cancellieri, però, si è dimesso, ma dichiarando di non aver nulla rimproverarsi sul piano morale. È evidente, dunque, che la motivazione debba essere stata di natura politica, e Renzi – dice – la ritiene saggia.
Dando per scontato che sul piano morale non abbiano nulla da rimproverarsi neppure i sottosegretari che erano indagati già prima che entrassero nel suo Governo, né che sullo stesso piano debba rimproverarsi nulla chi ve li ha fatti entrare e lì lascia rimangano, qual è il piano politico sul quale era saggio che Lupi si dimettesse e quelli no? C’è chi lamenta che sia quello sul quale cerca d’imporsi l’odiosa logica dei due pesi e delle due misure, ma in realtà il peso è già uno solo, e una sola è la misura, altrimenti Lupi sarebbe ancora al proprio posto, che non avrebbe mai lasciato se avesse avuto la certezza di un appoggio del Governo su un’eventuale mozione di sfiducia individuale, che Renzi gli ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di assicurargli.
Nessuna contraddizione, dunque, nelle risposte che Renzi dà a De Marchis (la Repubblica, 22.3.2015): saggio è riconoscergli il potere pieno che ha sulla compagine del Governo e sulla maggioranza parlamentare, e le dimissioni di Lupi ne sono il sigillo. In attesa che una riforma elettorale porti in Parlamento una maggioranza di nominati da chi sarà anche alla guida del Governo, e che una riforma costituzionale formalizzi la legittimità dell’accentramento del potere esecutivo e di quello legislativo nelle mani di un solo uomo, si sappia che di fatto è già così, e che quelluomo è lui, se ne faccia una ragione chi lamenta sia in atto una deriva autoritaria, si tolga dalla testa che Renzi possa cadere sulla questione morale, non si illuda di poter cavalcare le inchieste dei magistrati, perché anche quelle può cavalcarle solo lui, quando e se gli pare.
I sottosegretari indagati, dunque, possono – anzi, devono – restare dove stanno: servono a fare bella mostra della protezione politica che Renzi assicura a chi è convinto non abbia altra scelta che essergli fedele, grazie al controllo di una maggioranza parlamentare che è sensibile alla questione morale solo quando è lasciata libera di farlo, in pratica quando a Renzi non torna comodo atteggiarsi a campione di garantismo. Non così per Lupi, perché Lupi non era affidabile come una Barracciu o un Faraone: se non sentiva la questione morale, bastava sentisse quella politica. E lha sentita.
Ha faccia da cretino, Renzi, ma è scaltro. Vende chiacchiere, ma in mezzo sa infilarci il messaggio riservato che vuol mandare a chi deve riceverlo. E continua ad essere evidente che non abbia un chiaro progetto di società, ma è altrettanto evidente che ne abbia uno personale, chiarissimo. E in campo non ci sono oppositori in grado di fermarlo: Salvini, Grillo, Landini sembrano fatti apposta per dargli la maggioranza dei consensi. Non c’è altro da augurarsi che tutto si compia in fretta, accelerando la sua corsa lungo la nota parabola. Ogni resistenza non potrà che renderla più lenta, dunque più lunga, perché di fatto è irresistibile. 

14 commenti:

  1. Post interessante. Molto più banalmente, mi limito ad osservare che le dimissioni di Lupi sono una sberla a Compagnia delle Opere, come pareggio di quelle recenti prese da Legacoop.
    Stia bene, sempre utile passar di qua.
    Ghino La Ganga

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  2. Post ineccepibile, purtroppo. Nulla da aggiungere, purtroppo
    Tranne una cosa: si chiama fascismo.

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  3. Insomma, meglio lasciare che si faccia male da solo... Ok; il problema è che a pagare i danni saremo sempre noi.
    Vabbè, ormai stiamo pagando i danni accumulati dagli anni '80, che in miliardi di euro, a occhio, fanno oltre duemillemila... (cit)

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  4. C'erano buoni motivi politici per mandare a casa Lupi. Lupi si è esibito in Parlamento in una appassionata difesa di Incalza, tanto per cominciare. Lupi ha presentato in Consiglio dei Ministri uno Sblocca Italia che era talmente mal scritto e contradditorio che è stato rinviato. Lupi chiedeva protezione e favori per il figlio e all'inizio dell'inchiesta negava decisamente di averlo mai fatto.

    Gli altri indagati nel governo vanno valutati caso per caso, anche se è evidente che farebbero bene a farsi da parte, ma le colpe politiche di Lupi sono grandi come una casa.

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  5. Cioè chi governa secondo lei dovrebbe "avere un chiaro progetto di società, "?
    Minchia Malvi' ma che cazzo stai a di?

    azzilandro

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    1. Dovrebbe governare a cazzo di cane? Alla come viene? Alla oggi così, domani come la va? Ma che minchia stai a di' tu, Azzila'.

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  6. non c'e solo il cazzo di cane e "il progetto di societa". giochetto retorico pataccaro che non le fa onore
    Malvi' nun fa er furbo !
    che con me nun attacca!
    governare non significa progettare le societa', detto poi da uno che si richiama a Bentham e altri pensatori liberali "il progetto di societa'" è piu' o meno na bestemmia

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    1. Sorvolo sui toni, sennò dovrei mandarti a fare in culo, e ti faccio presente che avere un "progetto di società" non vuol dire "progettare le società".

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  7. mandami pure a fare in culo basta non fai il suscettible sui toni che pure tu non scherzi con toni e contenuti; resta un fatto: avere un progetto di societa' non c'entra un cazzo con governare

    azzilandro

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    1. Avere un progetto di società non vuol dire progettare società (si può, infatti, far proprio un modello altrui, e in realtà è arduo progettarne uno completamente originale), ma senza un progetto di società non si governa, tutt'al più si comanda, si gestiscono problemi, ma senza dare alle soluzioni un'articolazione, senza creare raccordi tra le parti e il tutto, spesso generando sul medio o sul lungo periodo problemi assai più gravi di quelli risolti. Senza un progetto di società si naviga a vista, e a vista corta, tappando buchi, e spesso facendo zigzag per assecondare le pulsioni scomposte del momento.
      In quanto ai toni, io sono il titolare di questo blog e uso quelli che ritengo acconci. Tu, invece, sei il lettore e, se vuoi interloquire - e bada bene che non è indispensabile - devi attenerti alle regole che detto io. Non avertene a male, a parti invertite funzionerebbe così anche se il blog fosse il tuo.

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  8. malvi' non mi hai convinto, ma il discorso sarebbe lungo....
    a casa tua chiaro fai la minchia che ti pare, ma un umile consiglio: il tuo blog non chiamarlo piu' -malvino- ma -signoramiadiquestopassodoveandremoafinire- che tra allarmi per la democrazia che scema e caratteriologie cosi' imprecise da apparire grottesche questo è il mood....
    azzilandro

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    1. Azzila', questa non è una boutique e tu non sei un vetrinista, puoi risparmiarti consulenze non richieste. Se non ti piace quello che scrivo, puoi fare a meno di leggerlo. Se non puoi fare a meno di leggerlo, ti puoi astenere dai commenti. Se non puoi fare a meno di commentare, devi attenerti alle mie regole. Statti bene.

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  9. boutique...vetrinista... ahahahah
    è difficile fare a meno di certe categorie interpretative eh Malvi?
    sei (detto amabilmente) uno "stronzo" ma in fondo sei simpatico...

    non posso fare a meno di leggere, perche quando parli di politica interna mi rode er culo, piu' per te che per me, pero' è troppo facile leggere solo chi si condivide;
    Se la cosa ti consola, ma so gia che nun te ne frega un cazzo e d'altronde non me ne cruccio, quando parli di israele e di chiesa condivido 100%

    sto giro nun ce so riuscito a astenermi dal commentare pur non volendo entrare nel merito (è noioso), converrai che le mie incursioni so rare..
    le consulenze, mmhhhh, tranquillo malvi' so gratis
    stia bene anche lei maestro!

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