sabato 16 maggio 2015

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Sono contro la pena di morte, ma ritengo vi sia barbarie pure nell’opporvisi argomentando che l’ergastolo sia pena che infligge una maggiore sofferenza, il che peraltro è vero. Non faccio fatica a comprendere che con questo argomento si cerchi comunque di evitare che una vita venga sacrificata al bestiale istinto di vendetta, fatto sta che lo si placa allettandolo con l’offerta di un sacrificio più crudele. E questo mi fa perdere facoltà di distinguo tra il profilo culturale (in prima stesura avevo scritto «morale») di chi è a favore della pena di morte e di chi le è contro.

11 commenti:

  1. Che l'ergastolo infligga maggiore sofferenza della morte è opinione personale. E comunque velleitaria se non si è personalmente coinvolti. Io non credo che i condannati alla pena capitale, posti davanti a una scelta, rifiuterebbero l'ergastolo. Quanto alla pena di morte è terrorismo di Stato: la morte come avvertimento a quelli che potrebbero commettere un delitto. Si uccide cioè per mandare un messaggio, esattamente come fanno i seguaci del califfato quando mettono in rete i filmati degli sgozzamenti.

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  2. Possiedo un modesto profilo culturale.
    Il mio sereno ammetterlo - unito al mio bestiale istinto di vendetta - è ciò che accompagna da tempo il mio essere favorevole alla pena di morte.
    Tuttavia, anche un ergastolo con improvvise raffiche di schiaffoni al condannato mi affascina.
    Come vede, anche io a volte perdo la facoltà di distinguo.
    Stia bene, sempre utile passar di qua.
    Ghino La Ganga

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    1. E la possibilità dell 'errore giudiziario?

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  3. Domanda per quattrocani: premesso che sono contrario alla pena di morte, perché tutto questo orrore per la funzione deterrente della pena? La pena (qualsiasi pena) viene comminata in nome della società. E' quindi un fatto sociale. In questo rientra anche la funzione sociale di deterrenza, non credi? Fabry81

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  4. Sull'efficacia della pena di morte come deterrente ci sono moltissimi dubbi ma non è questo il punto. Mettiamola così: i terroristi non uccidono tanto per odio personale quanto per inviare un messaggio alla società. Questo è fare politica con il terrore. Lo Stato, con la pena di morte, fa esattamente la stessa cosa. Terrorismo a norma di legge.
    Si dirà che lo Stato uccide a fin di bene, cioè usa il condannato come mezzo per evitare il male. Ma se è lecito uccidere a fin di bene, allora perchè non prelevare i reni a un colpevole (in vita) per trapiantarli su un malato innocente? Perché non uccidere i ricchi per dare le ricchezze ai poveri?

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    1. @quattrocani:
      1) la Tua idea ( a fin di bene, parole Tue) del prelievo dei reni a un colpevole per il trapianto su un malato innocente è interessante, ma si scontrerebbe con il Tuo timore di praticar torture e terrore;
      2) la Tua idea ( sempre a fin di bene, parole Tue) di uccidere i ricchi per dare le ricchezze ai poveri tradisce il Tuo odio di classe: infatti manco hai specificato se ricchi colpevoli o meno.
      In conclusione: non sei o non saresti un giudice equilibrato,ma già s'era capito.
      Stai bene.
      Ghino La Ganga

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    2. Se la proprietà è un furto ovviamente non esistono ricchi innocenti.

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    3. per Quattrocani: io ti avevo chiesto "che problema c'è con la deterrenza della pena" perché dal tuo discorso di prima mi era sembrato che tu proprio non eri d'accordo con la funzione deterrente della pena (di qualsiasi pena, anche di un anno di carcere). Ossia mi sembrava di aver capito che per te la pena (qualsiasi pena, anche un mese o un anno di carcere) dovrebbe soltanto avere la funzione di punire il colpevole, ma non avere anche una funzione deterrente di "esempio agli altri".... Fabry81

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    4. @quattrocani:
      ah, ecco.
      Grazie della conferma circa il Tuo pensiero.
      Mi confermi dunque che è da temere un giudice come Te, non la pena in sé.
      Stia tranquillo il padrone di casa Malvino, non vado oltre; per me la discussione finisce qui.
      State bene.
      Ghino La Ganga

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  5. In diverse occasioni, quando la colpa è accertata e grave senza ombra di dubbio, mi è capitato di dire " Uno che ha fatto una cosa del genere non è degno di stare al mondo ". Poi ci ripenso e il dubbio ritorna. Ma sul momento l'istinto è per la pena capitale.

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  6. la differenza fondamentale tra ergastolo e pena di morte é che la seconda non é reversibile.
    parlando di giustizia a livello astratto la considerazione di malvino é lineare, ma implica che tutti i condannati siano effettivamente colpevoli.
    il fatto é che nella realtá la giustizia é prona ad errori (piú o meno dolosi) e rimediare ad un errore giudiziario dopo l'esecuzione di una condanna a morte non é possibile.
    certo, per come il sistema giudiziario (e in generale il sistema di potere) é reticente ad ammettere i propri errori, anche nel caso di un ergastolo ingiustamente comminato spesso si pone rimedio fuori tempo massimo, ma se il condannato in questione é in vita ha sicuramente piú opportunitá di far valere i propri diritti che non se é stato "giustiziato".
    ad esempio, non so se sacco e vanzetti avrebbero preferito l'ergastolo o meno, probabilmente se anche fossero stati condannati all'ergastolo non sarebbero stati successivamente assolti, ma forse la riabilitazione non sarebbe arrivata esattamente 50 anni dopo l'esecuzione.
    un altro esempio piú attuale risale a pochi giorni fa, http://video.repubblica.it/mondo/usa-innocente-liberato-dopo-30-anni-nel-braccio-della-morte/196838/195867

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