giovedì 16 luglio 2015

Passo

A me piace schierarmi, anche quando per farlo è necessario quel pizzico di disonestà intellettuale indispensabile all’esercizio anche della più blanda faziosità. Beh, nel caso Crocetta non riesco proprio a farlo. Mi sta sul cazzo lui, mi stanno sul cazzo le vedove e le orfane degli eroi che scendono in politica sfruttando il proprio cognome, mi sta sul cazzo chi cerca di sfruttare il contenuto di intercettazioni telefoniche dal contenuto penalmente irrilevante per far cadere un amministratore della cosa pubblica che non riesce a far cadere in altro modo, mi sta sul cazzo chi passa a un giornalista degli atti secretati, mi sta sul cazzo il giornalista che li pubblica, mi sta sul cazzo il politico che dalla caduta di Crocetta si attende possa venir fuori loccasione perché il suo boss lo metta a sminestrare al posto lasciato vacante, mi sta sul cazzo chi inserisce il pilota automatico della sua indignazione per andare inevitabilmente a sbattere col muso contro la morale, mi sta sul cazzo la macchietta del garantista che scatta per riflesso pavloviano a prendere le difese di Tutino. Per questa volta, dunque, rinuncio a schierarmi, perché, anche volendo, non saprei proprio con chi solidarizzare. 

4 commenti:

  1. Mi permetta la battuta, Malvino.

    Ma se su quel posto le stanno tutte quelle persone lei ha sbagliato carriera.

    Invece che fare il medico avrebbe dovuto fare l'attore porno.

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  2. Ha ha ha, bella battuta. Ma a parte questo, Malvino ha ragione: il caso Crocetta e' il peggio del teatrino nazionale. Ha dimenticato pero' di menzionare l'inqualificabile individuo che ha pronunciato l'orrenda frase origine del "caso". Su quale parte del corpo deve stare? A me sta sullo stomaco, nel sendo di nausea da vomito

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    1. La menzione di Tutino, indirettamente diretta, c'è (penultimo rigo): se mi sta sul cazzo chi ne prende le difese, figuriamoci lui. Su una cosa, però, vorrei intrattenermi, almeno qui nella pagina dei commenti: l'Espresso dice che quella frase è stata pronunciata, la Procura lo nega, e Crocetta, poi, dice di non averla sentita, ché se l'avesse sentita, ecc. Parliamo di una sbobinata, possiamo esser sicuri-sicuri-sicuri che il "caso" non fondi su un qui pro quo? Boh, ma in fondo chi se ne fotte, preferisco rituffarmi nella rilettura delle "Osservazioni sulla morale cattolica" del Manzoni, che in questi giorni mi sta dando un sacco di frescura (letta a vent'anni, che palle!). E sì che ce n'era di che dedicare un post al Gilioli, che ieri scendeva in campo per difendere l'onore del giornale per il quale lavora con un tweet in cui citava William R. Hearst ("News is what somebody does not want you to print. All the rest is advertising"), tanto per accreditare un passaggio di carte secretate come giornalismo d'indagine. Cazzarola, sai che Renzi non vede l'ora di far fuori Crocetta per mettere Farone a sminestrare al suo posto, sai che Delrio va a visitare De Benedetti per tenersi buono il gruppo Repubblica-Espresso, e statti zitto, benedetto figliolo, continua a parlare della Grecia, ché almeno ti dà l'occasione di restare fuori dalla faccenda. Crocetta, poi, Dio mio! Sta a Vendola come il gorgonzola al mascarpone. Ma sai che ti dico, caro Angelo? Che dopo il Manzoni passo al Rosmini, di cui ho lasciato a metà le "Cinque piaghe della Santa Chiesa" una quindicina d'anni fa.

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  3. Da leggersi in punta alla sacra di San Michele,osservando il Musine' ,suonare il corno se si vedono i Franchi.
    caino

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