sabato 9 aprile 2016

Amoris laetitia


«Diremo forse che colui che dà
maggiormente perde nello scambio
sul valore di ciò che possedeva?
Niente affatto, dal momento
che tale superfluo è per lui senza utilità,
o che comunque, egli ha accettato di farne lo scambio
proprio perché accorda maggior valore
a ciò che riceve che a ciò che abbandona»

Michel Foucault, Le parole e le cose (1966)


Allapertura della sessione sinodale dello scorso ottobre, in favore di chi potesse averlo dimenticato, Bergoglio avvertiva che «il sinodo non è un parlamento», non è un luogo «dove ci si mette daccordo». Ancora più esplicito, alcuni mesi prima, era stato quando, allaccendersi di imbarazzanti tensioni tra gli opposti schieramenti in seno allassise che doveva licenziare lInstrumentum laboris a partire dalla Relatio synodis, aveva rammentato che, a norma del Codice di Diritto Canonico, «il sinodo dei vescovi è direttamente sottoposto allautorità del Romano Pontefice» (Can. 344). Come a dire: parresia à gogo, ma poi decido io, quindi moderiamo i toni. Che poi poteva intendersi pure a questo modo: ho già deciso il da farsi, mi servite solo a dargli la parvenza di una decisione collegiale, quindi cercate di non rompermi il cazzo.
Cosa avesse deciso era già chiaramente intuibile nella stessa decisione di convocare un sinodo straordinario, e proprio sulla famiglia: i margini entro i quali la pastorale poteva azzardare qualche novità consentivano di rinforzare allesterno limmagine di un pontificato che più di un fesso già aveva definito «rivoluzionario», senza per questo dover mettere a soqquadro la dottrina. In sostanza, si era riprodotta la situazione che ha già dato altre volte in passato alla Chiesa di Roma lopportunità di mostrarsi in grado di adattarsi ai tempi, ma senza svendere il suo deposito di fede, e Bergoglio non intendeva lasciarsene scappare loccasione. Con lesortazione apostolica postsinodale Amoris laetizia diremmo che loperazione sia andata a buon fine, ne sono prova le reazioni di chi vuol leggerla come una «rivoluzione».
In realtà, basta attenersi al testo per constatare che le sue accorte ambiguità possono accontentare anche i cattolici più intransigenti, che senza dubbio non rinunceranno a qualche lamentela, ma più per onorare il ruolo assegnato loro in commedia che per sincera preoccupazione. Nei loro confronti, daltronde, Bergoglio ha mostrato grande delicatezza con lannuncio di una ripresa delle trattative coi lefebvriani, diffuso, seppur con la dovuta discrezione, appena una settimana prima che fosse pubblicata lAmoris laetizia.

«La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa» (1). Sarà superfluo chiarire che parliamo delle «famiglie» che la Chiesa ritiene propriamente tali, perché, tanto per fare un esempio, «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia» (251). Daltra parte, la Chiesa può considerare moralmente legittimo un amore che non sia fecondo dandosi in «immagine per scoprire e descrivere il mistero di Dio» (11)?
E allora tutto vien da sé: cinque capitoli (198 dei 325 paragrafi che compongono lAmoris laetitia) che scorrono anodini a riproporci il modello di famiglia cristiana, quello strano oggetto che dalla testa del prete è proiettato sulla famiglia reale che occupa il banco in prima fila e pare segua con attenzione la sua omelia. Famiglia che non esiste neppure al netto delle assoluzioni per tutte le disattenzioni, ma al prete piace tanto da considerarla lunica possibile, anche se ha imparato a prendere atto che deve accontentarsi del poco che la proiezione gli restituisce: «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero» (3), anche perché non possono, puttana Eva, e allora conviene «essere umili e realisti, per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo» (36). «Per molto tempo abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla grazia, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie, consolidato il vincolo degli sposi e riempito di significato la loro vita insieme» (37), e che ci abbiamo ricavato? «Dobbiamo ringraziare per il fatto che la maggior parte della gente stima le relazioni familiari che vogliono durare nel tempo e che assicurano il rispetto all’altro» (38), approfittiamone e cerchiamo di cavarne quel che può tornarci utile.
Sia chiaro, «in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio» (307), ma cerchiamo di chiudere un occhio tutte le volte che nella realtà dobbiamo constatarlo più mezzo vuoto che mezzo pieno. Parola dordine: indorare la pillola. Per meglio dire: sullamo della dottrina ci vada un bel verme grasso di misericordia, e buona pesca. Viga il principio, ma la regola si adatti al caso. Perché il peccato resti peccato, siate di manica larga col perdono. Divorzio, aborto, eutanasia, fecondazione assistita, matrimonio gay – non cambia niente, è ovvio, ma cerchiamo di non urlarlo a squarciagola, ché ne ricaviamo solo emorroidi. Eucaristia ai divorziati risposati? No, ma sì, cioè, così così.
Ok, potrà «costa[rci] molto dare spazio nella pastorale all’amore incondizionato di Dio», saremo portati a «esig[ere] dai penitenti un proposito di pentimento senza ombra alcuna», ma convincetevi che «la prevedibilità di una nuova caduta non pregiudica l’autenticità del proposito» (311). Buon viso a cattivo gioco, ché a fare la faccia cattiva non si ha buon gioco.

9 commenti:

  1. è tutto da dimostrare che una famiglia di omosessuali con figli surrogati sia equivalente o migliore della famiglia ordinaria in cui si copula per natura e si producono figli per continuare la razza... prego sinceramente di spiegare bene il contrario perché sono ritardato e non lo capisco... datemi delle cifre, dei fatti, non delle opinioni... postulate ipotesi falsificabili VI PREGO

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    1. Visto che pare che internet lo sappia usare (certo non e' che sia cosi diffiile) magari puo' fare uno sforzino per trovare on-line i dati che chiede a cosi gran voce. Dai non e' difficile! Il fatto che non li abbia ancora trovati pero' (non mi voglio qui mettere a disquisire sul fatto che un governo liberale dovrebe giustificarsi se discrimina e non giustificare la non discriminazione, questo per lei che parla di razza e' evidentemente troppo) mi fa pensare che lo voglia fare.

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  2. Mah, sinceramente, sarebbero bastate 3.000 parole per dire quelle 4 str...ombazzate tesi e non 60.000 e quasi 300 pagine, e che c**** Hegel non va più di moda? Detesto i gesuiti e le falsità, mi asterrò dal calcare la mano, vero, Horcynus Orca era bello, ha ragione lei.

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  3. Secondo me c'è innovazione nel pontificato di Bergoglio. Stiamo passando dal 'si fa ma non si dice' a un più onesto 'si fa, si sussurra e si fanno le spallucce'. Ancora duecento anni e saranno allineati col resto del mondo. Del 2016.

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  4. All'anonimo:la famiglia e' composta da persone che si amano e condividono un,progetto di vita in comune. Anche una famiglia omosessuale puo'essere feconda di amore con gigli non necessariamente frutto di maternita' surrogata. Comunque, chi ha il coraggio delle proprie idee si firma, caro anonimo. Non si parla di superiorita' ma di equivalenza. In tutti i paesi civili sono state riconosciute le unioni omosessuali, in alcuni anche il matrimonio egualitario, e lo saranno anche in Italia, con buona pace di un Vaticano che non mi risulta previsto da un presunto " disegno di Dio"

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    1. non dico che debbano essere vietati, dico soltanto di portare dei dati che dimostrano che siano migliori o quanto meno equivalenti; che esperienze ci sono dove sono consentite e propagandate; io non riesco a capire e comunque non è un problema che mi riguarda, parlo in termini generali per il bene della razza, se se ne può parlare; potreste anche dirmi che del bene della razza non si può parlare ma allora non capisco tutto questa fanfare per cose strane tipo vaccinazioni, antibiotici, cinture di sicurezza, preservativi...

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    2. Dio è un concetto che non mi interessa.
      Signor Ventura mi manderebbe un collegamento a un suo documento di identità così mi assicuro che il suo nome non sia una presa per il fondello di un suo eventuale omonimo incolpevole?

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  5. Adoro i commenti come il primo. Mi fanno sentire molto intelligente.

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    1. evidentemente fetente e intelligente è un ossimoro di quelli ammessi dalla lingua

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