sabato 28 maggio 2016

Non è un infortunio logico, è un «“clic” psicologico»

Oggi Michele Serra scioglie ogni dubbio su quanto ieri Massimo Cacciari affidava alla penna di Ezio Mauro e ci costringe ad arrossire per lingenuità di cui abbiamo dato prova nel segnalare la patente incongruità tra premessa («riforma maldestra») e conclusione («voterò Sì»): non si trattava di un infortunio logico, ma di un «“clic” psicologico». Bastava saper leggere a dovere quel «non abbiamo la faccia per dire no»: «Non abbiamo la faccia, noi sinistra, noi classe dirigente del Paese, noi italiani senzienti e operanti tra i Sessanta e il Duemila (e rotti) – spiega Michele Serra – per giudicare con la puzza sotto il naso il lavoro di un governo di giovanotti avventurosi e forse avventuristi. Dal riflusso in poi (dunque dai primi Ottanta) la sinistra semplicemente ha smesso di esistere se non come reazione stizzita al presente. [...] Ora la sola idea che qualcosa accada è più convincente dell’idea che quella cosa possa essere sbagliata». È questo che «impedisce [a Michele Serra, ma anche a Massimo Cacciari, come Michele Serra ritiene di poterci assicurare] di essere antirenziano pur avendo, con Renzi, quasi zero in comune». «Quasi», perché «il papà di Renzi è la sinistra depressa» e «la mamma della Boschi è la bicamerale». Insomma, «c’è una ineluttabilità, nel renzismo, che da un lato sgomenta, dall’altro chiede di compiersi per il semplice fatto che più niente di davvero significativo si è compiuto, a sinistra, dopo gli anni costituenti e quelli dell’avanzata operaia. Dal riflusso in poi (dunque dai primi Ottanta) la sinistra semplicemente ha smesso di esistere se non come reazione stizzita al presente».
Anche qui sembra evidente una patente incongruità tra premessa («quasi zero in comune [con Renzi]») e conclusione («la sola idea che qualcosa accada è più convincente dell’idea che quella cosa possa essere sbagliata»), ma non faremo lo stesso errore di segnalarla come infortunio logico: se nella sinistra dei Serra e dei Cacciari non è più la logica a spiegare atteggiamenti e a motivare scelte, tutta lattenzione deve essere spostata a quel «“clic” psicologico» che inibisce in conclusione ciò che in premessa parrebbe non aver ragione di essere inibito. Siamo autorizzati – direi di più: siamo obbligati – a spiegarci atteggiamenti e scelte di quella sinistra non renziana che più o meno obtorto collo a Renzi finisce per dir sempre sì – quella che «se lavesse fatto Berlusconi, saremmo tutti in piazza a manifestare» – come manifestazioni cliniche di un vero e proprio disturbo delladattamento con evidenti segni di una sofferente capacità di giudizio. In pratica, di una nevrosi.
«In Renzi – scrive Michele Serra – vedo la nemesi della sinistra italiana: non esisterebbe, non si spiegherebbe, se non alla luce della verbosa e presuntuosa impotenza che lo ha preceduto e soprattutto lo ha generato». Se è corretto attribuire a «nemesi» il significato di punizione riparatrice, saremmo dinanzi a un Renzi che la sinistra non renziana avverte come necessaria espiazione del peccato di impotenza. Sul piano politico troverebbe sintomo nellinibizione a un giudizio di merito su quello che Renzi fa, perché sarebbe pur sempre qualcosa rispetto al niente di cui è stata capace la sinistra negli ultimi trenta o quarant’anni, ma allo stesso tempo troverebbe prognosi infausta per tutto ciò che la sinistra ha inteso rappresentare fino a quando ne ha avuto gli strumenti culturali. In tal senso, la sua sostanziale acquiescenza alle tante decisioni politiche prese da Renzi che hanno segnato una drammatica rottura rispetto alla tradizione culturale della sinistra italiana andrebbe letta come ammissione di un fallimento strategico, non tattico. La sinistra non renziana che vede nel renzismo il Purgatorio necessario per mondarsi dalle proprie colpe è in realtà già all’Inferno: non è chiaro quanto ne sia cosciente, ma di fatto ammette che non le è possibile governare il paese attirando a sé il Centro, ma solo facendosene attirare, per diventare in esso irriconoscibile, pena l’esserne espulsa. Il Partito della Nazione è già nei fatti: prim’ancora che nei maneggi con i verdiniani e i cosentiniani, è tutto esplicito nel «“clic” psicologico» di Massimo Cacciari e di Michele Serra. 

26 commenti:

  1. Non è difficile da immaginare: è cosa loro, alla sinistra italiana manca la capacità di staccare gli occhi dal proprio ombelico, che qualcosa serva al Paese e ai sudditi è del tutto secondario.
    Mi permetto un parallelo, forse un po' tirato, con le riforme della scuola: ha mai sentito parlare di qualcuno che non sia chi ci lavora?

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    1. Era difficile che la sinistra potesse fare peggio di quel che ha fatto dal 1945 ad oggi, ma con Renzi ci è riuscita. Se è la sua espiazione, la sta facendo pagare a noi.

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  2. E se invece di motivare con la psicologia la nemesi dell’ex sinistra con la molletta al naso, cercassimo in quelle posizioni apparentemente nevrotiche la difesa d’interessi di classe di cui Renzi e il partito della nazione sono l’espressione? Che poi il ceto intellettuale e la borghesia in generale si dichiari a-renziana, mi pare il medesimo atteggiamento schifiltoso che a suo tempo lo stesso ceto e le classi proprietarie assunsero agli inizi nei riguardi del fascimo: a-fascisti a parole ma nei fatti quantomeno tolleranti e pronti a votare la lista nazionale. Cambiare tutto per salvare l’ordine esistente, al solito.

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    1. La tua analisi tiene, ma ti rammento l'ultimo Engels, quello dell'introduzione alla prima ristampa di "Lotte di classe in Francia", del 1895.

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    2. Pensi che la mia copia possa presentarsi intonsa e priva di sottolineature e glosse? Che poi a sentire parlare della falsa contrapposizione parlamentare destra/sinistra che tiene in piedi il sistema, non mi venga voglia di sedermi con accanto un bicchiere di vino a guardare le stelle?

      Nei rapporti tra il proletariato e la società non è stato certo il proletariato a introdurre la violenza. Dopo l’approvazione dei crediti di guerra il socialismo, divenendo di fatto sostenitore del sistema capitalistico e vendutosi al patriottismo borghese, non ha più avuto nulla da dire.

      E così per il canto delle sirene della retorica democratica, della civile società pacificata, una volta apertasi la fase della crisi generale-storica del capitalismo (che non significa ancora “morte” del capitalismo, of course) non c’è più trippa per gatti.

      Il novecento è stato segnato da innumerevoli stragi con centinaia di milioni di morti. Il nuovo secolo non s’annuncia migliore. Spazio di mediazione non ne esiste più, anche se sono d’accordo e vado dicendo da anni che le vecchie forme di organizzazione e di lotta vanno ripensate radicalmente. Anche mandare in pezzi cento vetrine non mette in crisi il sistema, né sarebbe sufficiente liquidare 10 o anche 100 pezzi di merda subito rimpiazzabili.

      Resta ora da chiedersi quale futuro ha davanti a sé per il conflitto sociale, poiché non basta utilizzare il registro del sarcasmo per comunicare e denunciare la violenza, lo sfruttamento, la corruzione e il malaffare di questo sistema. Tu, caro Luigi, che hai qualità e sei un così attento chiosatore di sacri testi di varia tipologia, potresti darci una mano, se non altro per ricostruire un’autonomia culturale di classe?

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    3. A sapere da dove cominciare. Io non vedo spazio in mezzo a tutte queste macerie.

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    4. Kalogero è in pensione. Carpe diem.

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  3. E dopo aver visto l'ombelico (o l'inconscio), sarebbe bene provare a immaginare uno sguardo che si solleva o si volge attorno, per riprendere intuizioni e abbozzi di progetti, da affidare non a un capo carismatico e seducente, ma a un gruppo, cioè alla dirigenza di un partito, che senza presunzioni redentrici, ma rimboccandosi le mani, provi a delineare i passi verso un'uscita dalla stagnazione e verso una crescita graduale ma possibile e giusta

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    1. Le cose di buon senso sono le più difficili da fare. Lei crede che spetti ad una classe dirigente che ha partorito una mostruosità come Renzi, senza abortirla per tempo e senza essere capace di ammazzarla in culla? Siamo realisti, via, è già da qualche tempo che andiamo verso la "democratura" (non unici al mondo, d'altronde), e gli anticorpi sono deboli, gli antibiotici a disposizione sono assai scadenti.

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  4. Insomma, la sinistra italiana su youporn sarebbe nella categoria 'cuckold', visto che non mi si rizza più mi eccito a guardare uno sconosciuto che mi tromba la moglie.

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    1. @Stefano:
      apprezzo questa Sua genuina brutalità. Pensi che io mi limitavo all'esempio dei due zii benestanti ma rincoglioniti i quali, dopo avere predicato per decenni ai nipoti di non rubare, si accodano sbuffando al nipotino ultimo nato: quello che ha scalato poco legalmente la società quotata, però ha fatto i soldi veri.
      Stia bene.
      Ghino La Ganga

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  5. La "resistibile ascesa" alla quale stiamo assistendo gode anche del sostegno di questi "pensatori", "maldestre" sono le loro giustificazioni.
    Alberto Garbato

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  6. caro Castaldi, mi permette una domanda ? Secondo lei sarebbe concepibile/auspicabile una forza politica che si promettesse non già di cambiare la società ma solo di amministrarla ? Le faccio questa domanda perché a me sembra che la storia del novecento dimostri chiaramente che il danno che un politico ( o un partito ) fa una volta salito al potere è direttamente proporzionale al tasso di cambiamento che aveva a suo tempo promesso di apportare.

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    1. Il legno è storto, e tale resta, ma una piallatina mica guasta.

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    2. "Da un legno storto come è quello di cui l'uomo è fatto non può uscire nulla di interamente diritto" (E. Kant)

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    3. capito, grazie. Naturalmente tutto sta nello stabilire se la politica sia una pialla adatta...

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    4. Andrebbe poi verificato se la distinzione tra "governo che cambia" e "governo che amministra" possa reggere e in particolare se sia concepibile qualcosa come "solo amministrare" e cosa possa volere dire.

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    5. Ottima osservazione, che però sussume una nota polemica, oggi apparentemente irricevibile da chi ritiene che esecutivo e legislativo siano cumulabili in un solo istituto. Ho sfiorato la questione in malvinodue.blogspot.it/2016/05/frasi-che-costeranno-care-2.html, ma non ho destato alcuno scandalo.

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  7. La sindrome di Stoccolma dei rottamati davanti alla pressa compattatrice in azione

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  8. Concordo con @Olympe de Gouges.

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  9. Ragionamento corretto tranne il presupposto: credere che Cacciari e Serra siano di sinistra.

    6iorgio

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  10. A me sembra che questo desiderio di espiazione, sotto varie forme, per le mancate vittorie duri da quando sento parlare di politica, diciamo dagli anni '70, ma probabilmente anche da prima.
    Allora era il compromesso storico. Poi fu la rinuncia a simbolo e storia, per rincorrere sempre più verso il centro e rinunciare alle proprie istanze e caratteristiche. Passando per il governo Ciampi, per la Bicamerale, poi Prodi e perfino Monti. Fino a ridursi a Renzi e ad abbracciare Verdini.
    Tutti passaggi in cui i vari Cacciari e Serra (come moltissimi altri sedicenti padri nobili), sempre con apparente disgusto e rassegnazione, si sono adeguati. Pronti anche ad etichettare come nostalgico idealista fuori dal tempo chi, in questo o quel passaggio, non riusciva a tapparsi il naso come loro.

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  11. Stavo pensando...ma amici, cosa volete che sia mai un "clic psicologico" di fronte alle notizie che giungono dalla "Manica", proprio oggi.
    Certo esiste una "sottaciuta", come un rumore di fondo sotto i 60 dB, soddisfazione , nel constatare, che i sudisti del mondo riescano là ,ove fallì il potente Adolf.
    Di fronte a questo direi che per il futuro, la psicologia della "sx" possa andare tranquillamente in analisi, da un qualunque analista di provincia che tanto il tempo scorre lo stesso, nonostante Freud o Jung o chi diavolo di altro...

    caino

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  12. Anonimo: "Andrebbe poi verificato se la distinzione tra "governo che cambia" e "governo che amministra" possa reggere e in particolare se sia concepibile qualcosa come "solo amministrare" e cosa possa volere dire."





















    mi scusi ma nel nostro ordinamento il governo dovrebbe limitarsi all'alta amministrazione essendo il potere legislativo riservato al parlamento. "Solo amministrare" potrebbe significare "solo amministrare" ed è una cosa tutt'altro che banale o di poco conto.

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    1. E poi fu il decreto legge, su temi di stretta urgenza o emergenze improvvise tipo la questione meridionale o la politica energetica.

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