martedì 7 giugno 2016

#eNews 431

Era evidente che Berlusconi mentisse innanzitutto a se stesso. Cercava di fotterti, questo è indubbio, ma sembrava che gli fosse possibile solo dopo essersi convinto che in fondo eri tu a voler essere fottuto, irresistibilmente attratto a entrare nella stessa bolla, gonfiata di bugia in bugia, che proteggeva lui, e avrebbe voluto proteggere anche te, dalla realtà. Insomma, che vendesse zerbini in acrilico spacciandoli per tappeti persiani è fuori discussione, ma dava limpressione che per farlo avesse bisogno di credere che, oltre che per lui che li vendeva, fosse un affarone anche per chi ne avesse comprato uno. Direi che in ultima analisi appartenesse a quella categoria di bugiardi ai quali «placere libet de suaviloquio, qui tamen veris mallent placere, sed quando non facile inveniunt vera quae grata sint audientibus, mentiri eligunt potius quam tacere» (Agostino dIppona – De mendacio, 11, 18).
Vorrei non mi si fraintendesse: al pari di ogni impostore, meritava di essere spalmato di pece e cosparso di piume, per poi dargli fuoco. Sia chiaro, inoltre, che, se quanto finora ho scritto potrà aver dato limpressione di un «coccodrillo» tirato fuori dal cassetto con qualche anticipo, è solo perché la stagione delle bugie di Berlusconi è ormai alle nostre spalle. In realtà, se qualche nota di indulgenza mi sarà scappata, è solo perché fin dallinizio lintenzione era di mettere a confronto due campioni di impostura che per tanti si somigliano, e che invece sono differenti.
Tornando ad Agostino dIppona, infatti, cè pure limpostore che appartiene alla categoria dei «gaudentes de ipsa fallacia» (ibidem), quelli amano fotterti per il piacere di fotterti, e che, prima di fotterti, mentre ti stanno fottendo e dopo che ti hanno fottuto, restano sempre fuori dalla bolla nella quale hanno cercato di chiuderti. A differenza di quelli che ti attraggono in una menzogna nella quale sono già in precedenza riparati per proteggersi dalla realtà, questi ti ci spingono dentro, rimanendone fuori. Parlo di Renzi, si sarà capito, ed è proprio questa differenza che, a mio modesto avviso, consente di affermare, come ho già fatto, «era meglio Berlusconi», rigettando lobiezione «ma no, è che il passato ci sembra sempre più innocuo alla luce del presente» (formamentis).
Reduce, come sono, da due infortuni causati da uneccessiva leggerezza nellargomentazione (vedi il post qui sotto), mi auguro che il lettore vorrà scusarmi se qui probabilmente lappesantirò più del necessario per dar ragione di quanto sostengo. Avevo intenzione di farlo analizzando quanto Renzi ha detto nel corso della conferenza stampa tenuta lunedì mattina a commento dei risultati del primo turno delle Amministrative, ma in serata ha licenziato via Facebook una eNews che condensa tutte le bugie dette alcune ore prima e questo mi semplifica le cose. 

Come ai vecchi tempi il giorno dopo le Elezioni hanno vinto tutti. Tutti sorridono davanti alle telecamere per dire che loro sì che hanno trionfato, signora mia. Spiacente, io non sono fatto così. E lho detto chiaro: non sono contento, avrei voluto di più. Non sarò mai un pollo di allevamento della politica che ripete le stesse frasi banali ogni scrutinio.
Falso. Tranne il M5S, che peraltro ne aveva piena ragione, visti i risultati ottenuti rispetto a quelli delle precedenti Amministrative, non si è sentito nessuno dire di aver trionfato. Non Forza Italia, che per voce di tutti i suoi maggiori esponenti ha ammesso il crollo, limitandosi a imputarne ogni causa allodierno stato di frammentazione del fronte del centrodestra. Tanto meno Fratelli dItalia, che sul passaggio della Meloni al ballottaggio aveva investito tanto. Né trionfalistico è suonato il commento di Salvini, che tuttal più ha manifestato soddisfazione per la pessima prestazione data dal Pd. Nessun tono entusiastico neppure dalla sinistra che per lo slittamento al centro del Pd è dimprovviso diventata «radicale», come se al momento in Italia ne esistesse unaltra «moderata»: Fassina non ha fatto mistero della sua delusione, limitandosi a dire che considerava il risultato ottenuto come la base di partenza per future più ampie aggregazioni. Falsa, dunque, la premessa, che daltronde, come sarà subito evidente dallanalisi di quanto segue, sembra servire solo a ribadire quel ruolo di rottura rispetto ai «vecchi tempi». Ancora più evidente, il dato, in conferenza stampa, dove ha fatto esplicito riferimento al «teatrino politico della Prima Repubblica». Come vedremo subito, invece, siamo alla lettura dei risultati elettorali che era tipica della Dc allindomani di una flessione della percentuale dei consensi. «Noi del Pd, abituati a vincerne tante, per non dire “abituati a vincerle quasi tutte”...».
Intendiamoci. Il PD rimane saldamente in testa, i suoi candidati stanno intorno al fatidico 40% in molte città, siamo lunico partito nazionale.
«Molte città», si badi bene, non «molti comuni»Di fatto, la somma dei voti che vanno al Pd nei comuni in cui «i suoi candidati stanno attorno al fatidico 40%» non arriva neanche a un decimo a quelli raccolti dai candidati che ha presentato a Roma e a Napoli, dove stanno a poco meno o poco più della metà, arrivando solo per un pelo al ballottaggio, nel primo caso, e neppure a quello, nel secondo. Tranne che a Rimini, Caserta, Cagliari e Milano, dove guadagna pochissimo, il Pd perde voti ovunque rispetto alle precedenti Comunali, con un calo percentuale medio del 5-6%, fino un massimo del 18% (Carbonia), mentre il calo di voti medio si attesta intorno al 23%, con una punta massima del 56% (Latina). È una batosta che andrebbe ammessa, signora mia, ma limpostore vanta una tenuta che non cè stata, limitandosi a dire che si aspettava di più, quasi che avesse vinto, ma, aspettandosi di stravincere, non possa dirsi pienamente contento. Però si consola coi risultati degli avversari...
Cinque Stelle che canta vittoria governa in appena 17 comuni (compresi espulsi, sospesi e disconosciuti) su ottomila, cui vanno aggiunti altre quattro municipalità ieri. Il movimento di Grillo e Casaleggio è andato al ballottaggio in venti comuni sui 1.300 in cui si votava.
Cinque Stelle si presentava solo in pochi comuni. Molti di più di quelli in cui si presentava alle precedenti Comunali, segno di ma lenta ma progressiva presa sul territorio, che mira a coprire tutta lItalia. Lasciando da parte ogni giudizio di merito, per un movimento politico che fino a pochi anni fa non aveva neanche il suo simbolo sulle schede elettorali, è uno strepitoso successo che può essere ridimensionato solo trascurando la crescita che gli è alle spalle. Discorso uguale e contrario a quello del Pd: si può negare il suo declino solo trascurando che Dc e Pci arrivavano insieme a oltre il 70% dei voti, che Veltroni è arrivato a prenderne un massimo di dodici milioni e dispari, mentre già il Renzi delle Europee toccava a malapena di undici. Discorso che ovviamente non tiene conto dei contesti e delle variabili, ma in sostanza è proprio questo che fa Renzi nel dare un quadro gramo dellodierna situazione dei Cinque Stelle. Risibile, poi, il richiamo a «espulsi, sospesi e disconosciuti», con un Pd che tra amministratori indagati e sotto processo batte il record che era del Psi ai tempi di Mani pulite.
La Lega crolla, Salvini sta sotto il 3% a Roma ed è doppiato da Berlusconi a Milano, doppiato! Forza Italia esiste ancora e ottiene risultati positivi a Napoli, Milano, Trieste. Ma scompare da Cagliari a Torino, da Bologna a Roma.
Sta di fatto che proprio i pessimi risultati ottenuti dalle forze che prima erano del Pdl sono un importante stimolo alla riaggregazione in un cartello che gli istituti demoscopici danno poco al di sotto o addirittura poco al di sopra del Pd. LItalia non è mai stato un paese di sinistra, e forse non lo sarà mai. Daltronde è proprio la frenetica corsa al centro che il Pd ha iniziato con Renzi a dar ragione di un elettorato di nuovo pronto, dove se ne presenti loccasione, a mandare a Palazzo Chigi un leader del centrodestra che non sia mezzo morto come Berlusconi, non sia troppo inquietante come Salvini e non sia poco convincente come Meloni. Trovarlo non sarà facile, certo, ma ripetute prove di fallimento a marciare disuniti possono essere il miglior pungolo a ritrovare unintesa. Soprattutto se Parisi, dato per sicuro perdente appena uno o due mesi fa, dovesse battere Sala. Cosa non impossibile, a quanto pare.
La sinistra radicale che per mesi ci ha spiegato come funzionava il mondo non entra in partita né a Roma, né a Torino dove aveva scommesso tanto.
Ma è pronta a votare Raggi contro Giachetti e Appendino contro Fassino, anche se non può ammetterlo esplicitamente. È probabile che in parte finirà perfino per votare Parisi contro Sala, pur di insegnare a Renzi che sa come funziona il mondo e nei casi estremi vi si adegua.
Ma una volta che abbiamo fatto questa lunga analisi del voto...
Lunga? Sbrigata in poche battute, quasi per eluderla.
Una volta che abbiamo fatto questa lunga analisi del voto, per me cambia poco perché non è che “mal comune mezzo gaudio”: continuo a non essere contento.
E ci sarebbe mancato solo questo. Bastava contare quante volte ha deglutito in conferenza stampa. Dopo venti minuti scarsi, già premeva perché si levassero baracca e burattini. A quella che seguì le Europee era fresco e tosto fino allultimo minuto, e soprattutto si presentò da solo: qui ha avuto bisogno della compagnia dei due vicesegretari, del presidente e della responsabile degli enti locali. Quando vince, ha vinto lui. Quando perde, ha perso il partito.
A Napoli città il PD praticamente non cè dal 2011: finita la fase del ballottaggio proporrò alla direzione un commissariamento coraggioso.
E così si liquida la trombatura di una candidata che hai scelto tu? Così si liquida la sconfitta in una città dove hai speso il massimo per ottenere il risultato, da segretario del partito e – vergogna – da presidente del consiglio? La città laboratorio che doveva testare lalleanza con Verdini. Che cè da commissariare che non lo fosse già da prima?
A Roma Giachetti ha fatto mezzo miracolo a riportarci al ballottaggio: non escludo che riesca a fare anche laltro mezzo, ma deve recuperare dieci punti di svantaggio. Olimpiadi, sicurezza, capacità di guidare una macchina complessa come il Comune di Roma: se la giocheranno su questo. Temi amministrativi, insomma, non di politica nazionale.
Insomma, se Giachetti perde, sia chiaro che ha perso solo Giachetti.
Che non sia un dato nazionale, del resto, si vede chiaramente dalla geografia: zone anche limitrofe vedono risultati molto diversi. È ovvio. Gli italiani sanno votare, sono liberi, scelgono di volta in volta. Fanno zapping in cabina elettorale perché non è più tempo di indicazioni dallalto dei partiti.
Per questo il signorino si appresta a far votare ancora una volta la fiducia su una legge elettorale che fa del Parlamento un accrocchio di cooptati. Buona, la metafora dello zapping, ma per uno spettacolo a reti unificate, tale da allontanare lo spettatore dalla tv.
E quindi può accadere di tutto, come in realtà è accaduto a questo primo giro. Dunque: onore ai sindaci eletti al primo turno, in bocca al lupo a chi corre per il secondo giro e un caloroso abbraccio a chi continua a urlare “Ho vinto!” anche quando la realtà dice unaltra cosa. Ma proprio perché non sono come gli altri a me la scenetta di dire che “abbiamo non perso” non è mai riuscita e non riuscirà mai. Possiamo e vogliamo fare meglio, lo faremo. Punto.
Come si è visto, non siamo di fronte allimpostore che ci invita a condividere la menzogna nella quale si è rinserrato per proteggersi da una realtà sgradevole: si tratta di un mascalzone patentato, che mente sapendo di mentire, e non si fa scrupolo di renderlo manifesto. Anche Berlusconi era così? Può darsi, ma una differenza cera, e non era irrilevante: quando i fatti si incaricavano di spalmarlo di pece, coprirlo di piume e dargli fuoco, strepitava come un ossesso; Renzi si atteggia a étoile ne LOiseau de feu.

15 commenti:

  1. sempre affascinante leggere i suoi post ma questa volta non mi ha convinto. davvero lei crede che anche con renzi sarebbe possibile un caso "nipote di mubarak"?

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    1. E lei pensa che la banda Renzi-Boschi-Lotti-Verdini non sia capace anche di peggio? Fica no, certo, ma intrallazzi vari?

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    2. dal mio ristretto angolo di percezione riesco a cogliere solo parte di queste realtà, non mi sento in grado di misurare quale livello di intrallazzo sia peggiore. è per me interessante notare che per controbilanciare la portata di un nome lei ne usi quattro. già questo mi pare faccia grande differenza. tempi bui questi, ma per me meno claustrofobici.

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    3. Va a sapere bdm, come ha detto malvino siamo di fronte a due diversi tipi di bugiardi: va riconosciuto a Renzi di avere molta versatilità nei suoi trucchi, prima o poi ti farà contento con un caso à la Mubarak

      ps:"già questo mi pare faccia grande differenza"
      ti accontenti di poco, vedo, ma ricorda, se puoi, che
      del senno di poi sono piene le fosse comuni

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    4. poco?... https://it.wikipedia.org/wiki/Procedimenti_giudiziari_a_carico_di_Silvio_Berlusconi

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  2. Non concordo sull'analisi del voto 5S, che comunque non è il senso del post. Possono sicuramente gioire (a parte il rigore a porta vuota a Roma, se a Torino la destra votasse compatta come a Parma avrebbero conquistato la città), ma come già accadde nel 2013 dimostrano che il loro zoccolo duro, ovvero quanti credono davvero alle fregnacce di democrazia diretta e Gaia, viaggia sul 10%. Il resto dei voti che raccattano sono nella categoria 'male minore' o 'gli altri fanno troppo schifo'.
    Passare da contenitore dei delusi a partito con una chiara proposta politica è difficile, perchè porta un calo di consenso. Finchè ululi dai banchi dell'opposizione è tutto facile, si vive di 'ma anche' come dimostra l'intervista di Gilioli alla Raggi - se l'avesse fatta a Veltroni nessuno avrebbe notato la differenza -, quando devi prendere una decisione tu sai che accontenterai A e scontenterai B, e l'attuale pacchetto regalo millantato dai 5S è costruito in modo da rendere B piccolissimo.

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  3. 'Remota itaque justitia, quid sunt regna, nisi magna latrocinia?' Agostino il tunisino ha ancora una volta ragione.
    Caifa

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  4. Qua(e non solo qua) è pieno di 'equidistanti'.
    Ci sono gli equidistanti manifesti, che argomentano apparentemente 'a largo spettro', ma in realtà, per usare un verbo caro al loro referente,"rosicano".
    Poi ci sono gli altri equidistanti, quelli più tosti e per niente equidistanti, che in circostanze come questa preferiscono starsene silenziosi e acquattati.
    Spettacolo interessante.

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    1. @annamaria:
      E Lei a quale delle due categorie sente di appartenere?
      Stia bene.
      Ghino La ganga

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  5. ma peggiore in senso morale o peggiore nel senso di più pericoloso ?

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    1. Più pericoloso, senza dubbio.

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    2. beh, ma allora qualcosa nel ragionamento non torna o, quantomeno, il ragionamento è incompleto. Il suo post tratta della differenza tra lo stile comunicativo (rectius: turlupinativo) di Berlusconi e quello di Renzi ma non dimostra affatto ( né lascia intendere ) che quello di Renzi sia più efficace. Anzi, il senso comune vorrebbe che un imbonitore che crede alle proprie bugie sia più efficace di uno che non ci crede. Dunque, da dove discenderebbe la maggiore pericolosità di Renzi ? Forse da condizioni che non riguardano la comunicazione ? Ma nel post di queste condizioni non si parla.

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  6. "la banda Renzi-Boschi-Lotti-Verdini"
    brrrrrrrr che paura la banda dei 4 !
    Altro che Mangano, Bontate Graviano et fauna similia ( i nomi non sono casuali) , l' Italia e la sua meravigliosa costituzione è minacciata da cotanta banda.....
    NO Malvino, stento a crederci, lei è ormai completamento perso nel "modus pensandi" della setta - azienda 5s, Lei ne ha assimilato persino il dizionario che è misero quando non miserabile, che peccato...
    Ogni tanto passo di qui, mi piglio regolarmente male a leggere certe boiate, ma chissa', soddisfo quella parte masochista che in me come in tutti vive, o..., o.... spero che lei torni ad uasre un po' di raziocinio in piu' e un po' di tifo in meno; ma a quanto vedo, vana speranza.
    come dice il la ganga o su di li' : stia bene ne'

    alessandro riccio

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