mercoledì 17 ottobre 2018

Giuro che poi


Un’ultima cosa sui marxisti, e dunque inevitabilmente su Marx, giuro che poi non ci tornerò più sopra, passando ad altro. Si tratta della controbiezione che nel repertorio del marxista militante ha lo stesso rilievo che in quello del prestigiatore ha il numero del coniglio estratto dal cilindro: all’obiezione che Marx non è uno scienzato, perché la sua teoria non supera il vaglio del metodo scientifico per poter essere qualcosa in più di una teoria (e ciò, sia chiaro, al pari di ogni teoria formulata nell’ambito delle cosiddette «scienze sociali»), si controbietta che anche il metodo scientifico è «irrimediabilmente segnato dal processo riproduttivo del capitale» (virgolettato come estratto dal cilindro del prestigiatore capitato a me), come daltronde lo è tutto ciò che oppone resistenza a Marx.
Coniglio gnostico, a ben vedere, perché riproduce lo schema che nega la possibilità di cogliere lineffabilità dello spirito se non uscendo dalla carne degradata dal peccato: in sostanza, Marx è compreso a dovere solo quando gli si dà completamente ragione; se questo non accade, è dato solo il fraintenderlo, poco importa se in buona o in cattiva fede, perché in entrambi i casi cè sempre lo zampino del Maligno – pardon, del capitale.
Poi si incazzano quando dici che la loro è una religione.

10 commenti:

  1. anche Celso aveva la propria

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    1. Appunto. Ad ogni modo il senso della mia frase alludeva ad altro, e non ci posso far nulla se lei non l’ha colto.

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    2. Fa niente. Non sia mai che un barzellettiere spieghi la sua barzelletta: perderebbero forza il barzelletiere e la barzelletta.

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  2. La prossima volta attaccali al cuore: è verò che l'uomo sarà felice detenendo in comune i mezzi di produzione? È opinabile, la felicità è opinabile, nulla di scentifico (il fine, Ramon, il fine, è nel fine che si nasconde il diavolo).

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    1. beh, se è per questo non è neanche dimostrabile che l'uomo sarà più felice aumentando il pil. D'altronde che il socialismo reale sia riuscito ad aumentare esponenzialmente le capacità produttive mi sembra indubbio: sono pur sempre riusciti partendo da zero o quasi ad andare per primi nello spazio. Voglio dire che il marxismo fa proprie tutte le premesse ideologiche del capitalismo e le prende radicalmente sul serio. Che il risultato sia stato un inferno dovrebbe far riflettere anche sull'opportunità di conservare queste stesse premesse.

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  3. Per non parlare del fatto che il concetto di "falsa coscienza" che spesso oppongono a chi muove loro obiezioni mi pare abbia una certa aria di famiglia con quello di "vera razionalità" che i cattolici oppongono a chi non consideri la fede essenziale a un corretto uso della ragione...
    Saluti

    Enrico

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  4. Buonasera,
    sentendomi chiamato in causa quale prestigiatore e militante marxista a mia insaputa volevo solo porre un paio di domande:
    1) non mi è chiaro se l'oggetto della Sua indagine siano Marx e il suo pensiero o piuttosto il pensiero di quelli che Lei ritiene siano marxisti e pure militanti (persone che evidentemente non apprezza molto). Lo chiedo perchè io non sono affatto sicuro del fatto che Marx, oggi, sarebbe d'accordo con me, per cui non vorrei che facendo corrispondere il mio limitatissimo punto di vista nientemeno che a quello di Marx, poi Lei perdesse per le ragioni sbagliate l'occasione di salire su quel famoso cavallo.
    2) non mi è chiaro, perchè poi non lo ha specificato, cosa pensa circa la possibilità che il pensiero scientifico sia in qualche misura segnato dal processo di riproduzione del capitale (ieri citando un personaggio caricaturale e terribile come Lysenko mi pare abbia creato un piccolo argomento fantoccio).
    Infine, per quanto mi riguarda, chiunque può dire che il marxismo sia una religione che, lo giuro su Dio, non mi sono mai incazzato in vita mia: devo essere un pessimo militante marxista ma anche un buon cristiano. In raltà volevo solo fare due pacifiche chiacchiere su un argomento che mi interessa molto e che forse conosco poco, ma evidentemente sono arrivato nel momento sbagliato.

    Grazie ancora per lo spazio che in questi giorni ha voluto concedermi.
    Le auguro una buona serata.

    Costantino

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  5. Anch'io giuro che non resisto, per giunta ho trovato anche la musica giusta per quel saggio su Proudhon, non so se si ricorda, anno 1978....
    :-D
    Stia bene.

    https://www.youtube.com/watch?v=LUID0jSh2Ic

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