giovedì 16 aprile 2020

«Ne prendo atto»


Basta parlare di coronavirus. In fondo questo è un blog, e cioè un diario. Un diario pubblico, vabbè, ma un diario. Parliamo daltro, dunque.
Vi ho detto, per esempio, quello che mè capitato a Capodanno? Ha dellincredibile, e infatti temo che farete fatica a credermi. Comunque.
Avete presente il tizio che nelle vignette umoristiche de La Settimana Enigmistica sta steso in un letto dospedale in una ingessatura integrale tipo mummia? Sì, quello con la moglie seduta accanto che gli dice: «Mai una carezza, Ernesto!». Insomma, ci siamo capiti.
Bene, sto lì col cellulare in mano per riprendere in video Michele e Brunella che vengono giù in slittino, quando nellinquadratura appare lui, la mummia, sugli sci. Robe da non credere, ve lavevo detto, quindi adesso non state a tirar su quel sopracciglio.
Un po mi conoscete, non sono riuscito a trattenermi: ho aspettato che arrivasse giù e lho avvicinato.

«Bella giornata, eh?», ho fatto. Per rompere il ghiaccio.
«Ah, sì, sciare con questo sole è una delizia. Lei che fa, non scia?».
«No – mi son schermito – sono dun pigro... Sto qui solo perché mio figlio va matto per la neve... E poi lidea di rompermi losso del collo... No, no, non fa per me!».
«Ero come lei, sa?», mi fa.
«E poi?».
«E poi ecco qua, ho trovato la soluzione per coniugare divertimento e sicurezza».
«Ma ho capito bene? – ho buttato lì, facendo un po lo gnorri – È proprio gesso?».
«Ho un amico ortopedico».
«Insomma...».
«Raziocinio, signor mio, raziocinio. Mi segua. Lei non scia, perciò è probabile ne sia all’oscuro, ma sa che anche al più esperto sciatore capitano almeno due o tre cadute a stagione? Le risparmio la lista dei traumi possibili. E allora eccomi qui: danni praticamente ridotti a zero...».
«Ma dev’essere scomodo...», provo a dire.
«Se pensa a tutti i guai che evita, tutt’altro. Pensi che io son qui da venerdì scorso e in questi cinque giorni mi son risparmiato una frattura sottotrocanterica del femore sinistro, uninfrazione bimalleolare destra, una lesione del crociato anteriore del ginocchio destro e un vasto ematoma nella regione presacrale. Conto di rimanere qui fino a giovedì, così potrò evitare anche una lesione parziale del tendine d’Achille, i calcoli non mi danno con certezza se destro o sinistro, e una sublussazione della spalla sinistra...».
«Ho capito bene? Ha detto “calcoli”? Come può calcolare con tanta precisione quello che potrebbe accaderle senza ...?», e qui mi son fermato in tempo, perché mi conosco: quando non riesco a trovare la parola giusta, trovo sempre quella più sbagliata di tutte.
Non vedevo uno sguardo di compassione come quello che ho intuito oltre il gesso dalla volta che allasilo suor Crocifissa saccorse che mi ero cagato addosso.
«Evidentemente lei è un fatalista», mi fa. Ma si capiva che voleva dire «irresponsabile», se non peggio.
«No, per carità, anzi...», dico per mettere riparo a quella che prefiguro come figuraccia.
«Non deve mica vergognarsi, sa? Siete in tanti. E non è colpa vostra, ovvio, è che questo paese ha un grave deficit di cultura scientifica. Zero in matematica, tutti: o ignoranti o liceo classico. Lei ha fatto il classico, vero?».
Abbozzo un annuire, ma mi sento rigido. Per fortuna, lui coglie il mio imbarazzo e mi viene in soccorso con una benevolenza che mi commuove.
«È davvero interessato a capire?».

Meraviglia delle meraviglie, cosa non riesce a penetrare la mente che sa usare i numeri? In meno di dieci minuti la mummia mi srotola dinanzi statistiche dogni genere, dal 1961 al 2017 (un po’ contrito mi faceva presente che quelle del 2018 non erano ancora state diffuse). Cortina, Livigno, Cervinia e, appunto, Roccaraso. E poi due o tre dozzine di voci bibliografiche da autorevolissime riviste di ortopedia e traumatologia (qua e là interpuntava con un «di questo studio or non mi sovviene se è del 2005 o del 2006»). E grafici, poi, una catasta di grafici, che ovviamente non poteva disegnarmi (niente carta e penna a portata di mano, ma soprattutto mani ingessate): li tracciava in aria muovendo le pupille. Vivissime, sia detto en passant.
«... ora prenda i dati diffusi negli ultimi sei anni dai due presidi ospedalieri nella zona, trovi la funzione polinomiale che li lega, ne faccia il grafico su una scala logaritmica, analizzi la derivata prima e seconda, e tutto le sarà chiaro!».
Non ho potuto far altro che arrendermi: «Ne prendo atto».

2 commenti:

  1. Mi sta molto simpatico questo personaggio. Provo a ipotizzare: forse il "vestito" bianco era imbottito di carta velina e lui voleva solo illustrare un paradosso, o esserci di monito. Oppure era veramente gesso e ha tralasciato di precisare che ha fatto propria l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica. Quindi ad essersi risparmiato quegli incidenti articolari non è stato letteralmente lui, ma qualcuna delle infinite identità a lui omologhe che popolano l'universo.

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  2. Questo suo "trovi la funzione polinomiale che li lega, ne faccia il grafico su una scala logaritmica, analizzi la derivata prima e seconda" somiglia a questo tweet di F. Costa, del Post, "Non è vero che i dati delle 18 non hanno senso! Se prendi solo due dei dieci dati diffusi dalla P.C., trovi una funzione polinomiale che li lega e ne fai il grafico su una scala logaritmica, analizzi la derivata prima e seconda, le tendenze si vedono. Se non capisci taci!”
    Date le virgolette, pure lui sembra citare qualcuno, ma non capisco. Citate forse la stessa fonte? O in qualche modo vi è venuta la stessa idea? Dopotutto ci sono piramidi sia in Egitto che in Yucatan.

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