tag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post1184256159624006515..comments2024-01-03T04:51:22.674+01:00Comments on Malvino: Dieci splendidi oggetti mortiluigi castaldihttp://www.blogger.com/profile/14372341540765699943noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-32097622759803174142020-05-19T17:09:50.648+02:002020-05-19T17:09:50.648+02:00ci misi delle piastrelle carissime, che creavano u...ci misi delle piastrelle carissime, che creavano una strano insieme con scene varie, così da sentirmi a mio agio in quel posto, tutti i sanitari indispensabili, ovviamente anche un bidè.<br /><br />Le altre cose non mi hanno dato noia. Al diavolo. Hanno una loro utilità, e poi, coll'età che abbiamo adesso, godiamoci anche noi qualcosa. Solo il bidè mi ha dato fastidio, e si è tirato dietro anche tutto il resto. Il bidè. Perché essendo stitico e avendolo davanti per molto tempo, mi è sembrato che mi prendesse in giro con quella sua faccia lunga, un occhio blu e l'altro rosso, triangolari sulla fronte e sporgenti come quelli di un rospo, quella bocca come una cloaca che inghiottiva tutto con quel rantolo improvviso quando finisce l'acqua, come se mormorasse: Hai visto come ti ho ridotto? Ti ricordi quando sei venuto dal paese per la prima volta che fusto eri? Come hai fatto a impegolarti così, poveretto, una vita --- una casa? Io sono il premio dopo vent'anni di lavoro. Per lavarti di sotto. Hai visto dove ti ho portato?<br /><br />Mi avevano messo sotto il giogo per vent'anni, e io ero consenziente (questo è il peggio), per finire qui davanti a una serie di cose inutili, secondo me, o che anche se sono utili, maledette loro, non valgono come quella faccenda che si chiama vita e gioventù. Gli anni migliori li ho sprecati come una formica mettendo sotto le spalle e sistemando questa casa del cavolo, costruendo alla fine questo bidè, vent'anni mi ha inghiottito la sua cloaca, e io adesso sono rimasto come un limone spremuto, una faccia come una prugna secca, per un bidè.<br /><br />Con queste idee in mente tirai l'acqua e poi andai alla finestra per respirare un po', per sentire la voce della città. Da tutte le parti veniva uno strano rumore. Non era il solito rumore delle automobili. Questo era di un altro tipo: uno splash-splach continuo copriva ogni altro frastuono. Tesi l'orecchio e capii. Tutta la piana dell'Attica si era trasformata in un immenso bidè, e tutti ci eravamo seduti sopra e ci lavavamo, ci lavavamo, mentre centinaia di migliaia di sciacquoni, versando cascate d'acqua, salutavano il nostro progresso.<br />da Il bidè e altre storie, Kedros, Atene 1970bonstehttps://www.blogger.com/profile/13110499421122112007noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-19605356097669531792020-05-19T17:08:57.800+02:002020-05-19T17:08:57.800+02:00Grazie per la bellissima esposizione.
Gli oggetti ...Grazie per la bellissima esposizione.<br />Gli oggetti morti, ma non solo mi hanno portato alla memoria un raccontino di Màrio Chàkkas, (Makrakomi, Fthiotis 1931 Atene 1972): Il bidè;<br />Ci eravamo corrotti dentro senza rendercene conto. Quel bagno di lusso con l'insegna nobiliare dell'ippocampo sulle piastrelle, un'anatra con gli anatroccoli, cigni e pesci esotici, lavabo, tazza, vasca, bidè, soprabidè, tutto scintillante, avevano fatto la loro parte subdolamente, avevano scavato in profondità dentro di noi da termiti, come il tarlo nel legno, e ora ci sentivamo vuoti.<br /><br />Ricordo quando ero venuto ad Atene dalla provincia per la prima volta, e avevo affittato una camera senza gabinetto. Naturalmente c'era un gabinetto di fortuna nel cortile, ma bisognava scendere una scala buia, che scricchiolava e metteva tutti in agitazione. Una notte che pioveva e che mi prese il mal di pancia a mezzanotte, la feci in un giornale, e dopo averla impacchettata ben bene, ci avevo messo perfino un nastrino col fiocchetto, la mattina dopo sul presto, andando a lavorare, la lasciai in mezzo alla strada. Vi ricorderete certamente quanti pacchetti del genere si incontravano allora per le strade. Certuni li prendevano a calci per indovinarne il contenuto. Si dice che un tale lo portò alla polizia senza aprirlo, e chiedeva una ricompensa per il ritrovamento. Be', un pacchetto del genere lo feci anch'io, una volta, e anche adesso mi viene in mente, dopo tanti anni, mi viene da ridere.<br /><br />A quei tempi ero una persona allegra con pochi bisogni. Mi facevo la barba solo due volte la settimana, quando avevo appuntamento sulla collinetta con una ragazza, che aveva sempre fretta di tornare a casa. Veniva sempre di sfuggita, e aveva un fratello severo, con una mentalità da siciliano. Allora io me la sposai. Cosa dovevo fare? Piuttosto che farle prendere botte ogni volta che ritardava. Del resto, questo è il destino dell'umanità, almeno così si dice. Comunque, fra una cosa e l'altra, mi ritrovai con tutti i bottoni ben attaccati, anche quello è un vantaggio, anche quello è una sicurezza. Che camicie stirate, i primi tempi, che biancheria pulita, scarpe lucide, tutto perfetto, come si suol dire.<br /><br />Aveva anche una casetta del suo, una stanza sola, ma un cortile grande. A poco a poco, con le nostre economie, costruimmo la cucina e le altre camere. In generale, facemmo strada. Prendemmo frigorifero, lavatrice, e la vita diventava sempre più comoda.<br /><br />Solo nel gabinetto restammo indietro. In fondo al cortile, dentro una baracchetta, c'era un cesso alla turca, che mi costringeva tutte le mattine a sedermi sulle caviglie, anche se era un buon esercizio, dato che non avevo l'abitudine di far ginnastica. Nella baracchetta c'era anche un piccolo serbatoio di latta col rubinetto, che tutte le mattine riempivo per lavarmi. Bagno nel mastello del bucato. Tutti i sabato sera cominciava l'avventura. Mia moglie mi ficcava nel mastello e sfregava fino a spellarmi. Non importa.<br /><br />Continuai a far strada. Aiuto contabile, pagavo ancora la camera da letto, mobilio pesante con comodini e paralume, cielo sul mio e rosa su quello della signora. Poi diventai contabile, quando prendemmo anche quel piccolo terreno a rate. Ci piantammo addirittura due o tre alberi, che in principio, su insistenza di mia moglie, andavo ad annaffiare ogni domenica. Poi si seccarono anche loro, troppo da fare, ormai capocontabile, lo stipendio buono, e in pochi anni la casa fu completa, eccetto il bagno. Restò come il coronamento di sforzi ventennali.<br /><br />“Prima o poi verrà anche il momento del bagno”, dicevo a mia moglie che continuava a brontolare, si lamentava che veniva qualche visita, voleva andare a far la pipì, e lei perdeva la faccia. E del resto, arrivati a questo punto che cos'era poi il bagno? La coda del somaro. E dato che tutte le cose che si fanno una volta nella vita ce la mettiamo tutta perché siano fatte con gusto, così anche per il bagno presi tutte le mie misure per farne qualcosa di bello: --seguebonstehttps://www.blogger.com/profile/13110499421122112007noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-59197644826164088902020-05-16T10:10:20.990+02:002020-05-16T10:10:20.990+02:00rosario romeorosario romeoclaudio c.https://www.blogger.com/profile/18368103038543912224noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-52712274820462185012020-05-16T09:37:38.351+02:002020-05-16T09:37:38.351+02:00Recensione straordinaria. Non mi aspettavo di trov...Recensione straordinaria. Non mi aspettavo di trovare in questo libro uno sgominatore di materialisti dialettici, ora l'acquisto è d'obbligo.<br /><br />Non saprei dire se anche il recensore sia "gentile ma senza affettazione, ironico ma mai sarcastico"!Federicohttps://www.blogger.com/profile/01590082705421602977noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-59367864046830171752020-05-15T22:02:16.553+02:002020-05-15T22:02:16.553+02:00Deliziosa "recensioncella", tutta giocat...Deliziosa "recensioncella", tutta giocata sulla linea sottile che separa l'ironia dall'empatia.<br />E ora, a proposito degli oggetti morti, mi ritrovo a pensare (alla maniera di Georges Perec) ai miei particolari "Je me souviens":<br />i miserabilii Vicolo Stretto e Vicolo Corto e l'aristocratico Parco della Vittoria, la Simca 1000, la Lettera 22, "Metti un tigre nel motore", i Quaderni Piacentini, Don Marino Barreto,<br />Alberto Tomba, Silvio Noto, Van Wood, le Clarks Desert Boots, Campanile Sera, Alto Gradimento, l'aeronave Napoli.Capri a 2500 lire, il Settebello Milano-Roma, la Canasta, i Gufi, Alighiero Noschese, il Gruppo '63, il montgomery, il borsello.....continui chi vuole.<br /><br /><br /><br />quattrocanihttps://www.blogger.com/profile/08300364849192303418noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-50359441466784217812020-05-15T12:27:56.309+02:002020-05-15T12:27:56.309+02:00Oh, Gesù, e perché? Non scrivevo una recensione ta...Oh, Gesù, e perché? Non scrivevo una recensione tanto benevola da anni.luigi castaldihttps://www.blogger.com/profile/14372341540765699943noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4643879137266334483.post-53582831004613724132020-05-15T06:18:10.905+02:002020-05-15T06:18:10.905+02:00Se mai dovessi scrivere un libro (un po' saggi...Se mai dovessi scrivere un libro (un po' saggio e un po' no), per vie traverse (o diritte) pubblicato Einaudi, porrei come clausola all'editore il non fartene mai avere una copia, neanche a pagamento su Amazon o quella libreria Feltrinelli che sai tu.Luca Massarohttps://www.blogger.com/profile/09800503845973002121noreply@blogger.com