Il IX Congresso di Radicali italiani si aprirà domani, a Chianciano Terme, quando Marco Pannella sarà al 28° giorno di sciopero della fame e al 3° di quello della sete, e dunque si esaurirà tutto in liturgia: l’ulteriore calo degli iscritti e le sempre più drammatiche difficoltà economiche del partito non avranno modo di essere trattati come problemi politici, al più se ne farà cenno come epifenomeno del suo raggrinzimento fisico. Ancora una volta i congressisti saranno precettati al sacramento della comunione radicale, che è il momento in cui si celebra la coincidenza del corpo della setta nel corpo del suo capo, sprecando ancora una volta l’occasione di mettere in discussione la struttura della cosa radicale, fatta così consustanziale in cosa pannelliana. I problemi politici saranno così trasfigurati, come sempre, ma anche sfigurati, come al solito. Perché si tratterebbe di un partito che si dice laico, ma ha natura ecclesiale, che si dice democratico, ma è a guida carismatica, che si dice liberale, ma quando mai.
Per cinque giorni, dal 29 ottobre al 1° novembre, “Marco, mangia!”, “Bevi almeno!”, “Marco, fa’ quello che credi giusto, ma sappi che siamo in forte apprensione”… Poi senza dubbio accadrà qualcosa di inaspettato, Tarek Aziz sarà graziato, Tony Blair si slogherà una caviglia, Giorgio Napolitano manderà una lettera a Marco Pannella, insomma, da tutto l’inaspettato qualcosa ci si potrà aspettare? E sarà quello che lo farà mangiare o almeno bere, col generale sollievo dell’assise che avrà così risolto le ragioni della convocazione: “Andate in pace, il congresso è finito”, il partito è sempre più nella merda, ma gli elettroliti sono tutti nei limiti.
A parte Entrando in coma, Daniele Capezzone avrebbe potuto prendersi una grande rivincita su Marco Pannella, oscurandogli la celebrazione eucaristica di Chianciano. Ma il ragazzo è incapace di covare vendette, tutt’al più di trascinare la sua esistenza in una piatta sequenza di comunicati stampa e dichiarazioni ai tg.
che palle i radicali. hanno da tempo esaurito il loro ruolo (o il loro compito) ma ancora resistono nel culto del capo.
RispondiEliminahttp://notizie.radicali.it/articolo/2010-10-26/dibattito-pre-congressuale/ne-ho-un-po-le-balle-piene-ecco-perch
RispondiEliminaQED http://www.radicali.it/node/13878
RispondiEliminaLorenzo Lazzeri