martedì 26 ottobre 2010

“La principale ideologia di oggi”


Il Foglio dedica un paginone al repulisti che, nell’anno appena trascorso dal suo insediamento, monsignor Giampaolo Crepaldi ha fatto nella diocesi di Trieste, anzi, nel giornalino diocesano: ha cambiato il direttore e ha fatto levare la rubrica delle lettere che aveva ospitato opinioni non ortodosse. Sembra poco, quasi niente, ma adesso Claudio Magris non potrà più vedervi pubblicate le sue e-mail, e chissà quanto ne soffrirà, e ciò che fa soffrire Claudio Magris non può che far godere Il Foglio, e insomma il paginone era dovuto.
Al netto delle slinguazzate a Sua Eccellenza che arrivano all’involontaria ironia di un titolo che recita C’è dottrina a Trieste, l’articolone a firma di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (in due ci si controlla meglio, a vicenda) un pregio ce l’ha: riporta un brano della prima omelia di monsignor Crepaldi da vescovo di quella diocesi (4.10.2009), che è un potente attacco al riduzionismo (“la principale ideologia di oggi”).
“La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni – lamenta Sua Eccellenza – l’amore è ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta a un accordo, i diritti vengono ridotti a desideri, la democrazia viene ridotta a procedura, la religione viene ridotta a mito, la procreazione viene ridotta a produzione in laboratorio, il sapere viene ridotto a scienza e la scienza viene ridotta a esperimento, i valori morali vengono ridotti a scelte, le culture vengono ridotte a opinioni, la verità è ridotta a sensazione, l’autenticità viene ridotta a coerenza con la propria autoaffermazione”.
Qui il testo è interrotto da quei puntini sospensivi che sul giornale di Giuliano Ferrara sono un irresistibile invito al testo integrale, dove in questo caso si scopre che si è levato: “Sono tanti i riduzionisti del nostro tempo, che tolgono ossigeno alle nostre anime”. Duretto, senza dubbio, e però si è levato il meglio: i riduzionisti non si limitano all’errore, ma sono pericolosi. Non è dato sapere come possano asfissiare le anime dei non riduzionisti, Sua Eccellenza non lo dice, ma questo sarà un dettaglio, e perciò Il Foglio sorvola anche sul cenno. Rimane la curiosità: se riduzionisticamente concepisco la mia famiglia come una rete di accordi amorosi e non solo, e se i membri della mia famiglia accordano sugli accordi, chi asfissiamo?

3 commenti:

  1. Crepaldi, Ferrara o chi in famiglia lascia poi l'eredità più alta, ovvio.
    O forse Magris, che a 'sto punto....

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  2. Ma se i peggiori riduzionisti sono proprio loro, che riducono il sesso alla mera riproduzione della specie e la famiglia alla coppia riproduttiva? Mah...
    Ale

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  3. Gesù che lagna ipocrita, quella di ferrara. Piena di petizioni di principio indimostrate. L'anima è immateriale (se esiste) e non può essere "asfissiata". Rispettare l'individuo e le scue scelte qualora non danneggino nessuno è un vALORE MORALE. La famiglia nasce da un consenso d'amore, sono loro che la riducono a unità riproduttiva. Sinceramente questo articolo, come tanti del Lacchè del Potente del Momento Ferrara, puzza di tartufismo in modo, ecco, asfissiante.

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