Come tutte le nevrosi ossessive, anche quella a sfondo religioso si esprime attraverso rituali: qui, la struttura compulsiva è riccamente strutturata e vien detta liturgia. Solo la massima fedeltà a un certo tipo di procedure rituali assicura una congrua difesa al nevrotico ossessivo, e solo un attentissimo rispetto della tradizione liturgica assicura al cattolico un po’ di sollievo. Qui siamo a ciò che il cattolico racchiude nella formula “lex orandi est lex credendi”: anche qui, come in tutte le altre nevrosi ossessive, la conversione ha una funzione altamente simbolizzatrice e il corpo (postura, gesto, abito, ecc.) ne incarna i significanti. L’importanza di un certo colore di arredo e di paramento secondo l’occasione, di un certo tipo di formule e di musica, questa logistica e questa dinamica sacramentale invece che quelle – l’importanza dell’altezza da terra dell’orlo del piviale – sono tanto più cazzate quanto meno si è cattolici. Più la nevrosi ossessiva è grave, più il rituale è rigido. Più è rigido, più è magico. La perfetta fedeltà liturgica è il perfetto credo in una certa intercessione: lo scrupoloso rispetto delle procedure rituali realizza la magia.
Al contrario, se maltratti la liturgia, rovini la magia e allora non trovi pace neanche dopo morto, quasi vengono a pisciarti sulla tomba.
scrivi "in regime di massima competenza"
RispondiEliminaC+V e metto in cornice!
Ma certo che, santapatata!, chiamare Banana un nunzio pontifizio, con tutto 'sto casino che gira in ambito sessualpontorifizio...
RispondiEliminaPotevano chiamarlo Buonini, Bonini, ma Banana no!
Banana?
Che vergogna, la parola banana tradotta in latino manco esiste.
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