Mauro
Covavich dà credito alla bufala, degna al più di una puntata del Voyager di
Roberto Giacobbo, che, nella Creazione di Adamo affrescata sulla volta della
Cappella Sistina, Michelangelo Buonarroti abbia voluto «inscrivere il gruppo di
Dio e degli angeli nella sagoma di un cervello umano», e di suo ci aggiunge il
dirsi «colpito» dal «fatto che, nella religiosità tormentata di Michelangelo,
Dio apparisse in forma d’Intelletto (Nous), ipostasi neoplatonica di qualità
cerebrali che l’uomo riceve in dono» (la Lettura/Corriere della Sera, 9.2.2014
– pag. 21). Da dove cominciare per dimostrare che in meno di sei righe è
concentrato un gran bel mucchio di puttanate?
Cominciamo
col dire che nella prima metà del Cinquecento si sapeva poco o nulla
dell’anatomia del cervello, e per una semplicissima ragione: non si era ancora
giunti ad approntare un valido allestimento del tessuto cerebrale in grado di
consentirne lo studio macroscopico. Trattandosi di un organo che va incontro a
fenomeni degenerativi in tempi brevissimi dopo il decesso, all’apertura della
scatola cranica gli anatomisti dell’epoca trovavano al più solo un’informe
poltiglia. Non è un caso, infatti, che fino alla metà del Seicento gli studi
anatomici relativi al sistema nervoso centrale rendessero conto solo delle
formazioni più resistenti ai processi putrefattivi post mortem, come i nervi
cranici e il tronco encefalico, mentre il rilievo delle formazioni incluse
nelle masse emisferiche trova solo riscontro occasionale e per giunta controverso.
Bisogna aspettare il Cerebri anatome di Thomas Willis, che è del 1664, giusto
cent’anni dopo la morte del Buonarroti, e poi gli studi di Marcello Malpighi,
di Giovanni Battista Morgagni e di Xavier Bichat, per avere una descrizione
anatomica del cervello degna di questo nome, e in qualche modo approssimabile a
quella che Michelangelo avrebbe avuto per modello.
Stupisce che il primo a
intravvedere nella Creazione di Adamo una sezione sagittale mediana del
cervello umano sia stato un neurologo? Tutt’altro, basta non avere dimestichezza
con la Storia della Medicina, cosa relativamente comune tra i medici, soprattutto
quelli d’Oltroceano, e farsi prendere dalla tentazione, da nefrologi per
esempio, di intravvedere l’anatomia microscopica di un tubulo renale, descritta
per la prima volta nell’Ottocento, nell’organo idraulico ideato da Ctesibio nel
III secolo avanti Cristo. Questo è il genere d’infortunio occorso a Frank L.
Meshberger (An Interpretation of Michelangelo’s Creation of Adam Based on
Neuroanatomy – Journal of American Medical Association, 1990 – 264 [14]:
1837-41), che in realtà stupisce solo fino a un certo punto, perché anche le
correlazioni che egli imbastisce tra i dettagli del dipinto e quelli che
dovrebbero essere i corrispettivi anatomici cerebrali sono a dir poco forzati:
in buona evidenza, siamo al tragicomico dei fatti sacrificati in una ipotesi nella
quale vanno troppo stretti. Non è un caso isolato, d’altronde, basti pensare al
più recente tentativo di Ian Suk e Rafael Tamargo, ricercatori della Johns
Hopkins University School of Medicine di Baltimora, nel Maryland, che qualche anno
fa, su Neurosurgery, scrivevano di aver intravvisto l’anatomia della base
cerebrale e del tronco encefalico umani sul collo di Dio nel pannello della
Cappella Sistina detto della Separazione della luce dalle tenebre.
Passi per lo
svarione del dottor Meshberger, che non possiamo neanche escludere abbia voluto
prendersi gioco dei lettori del Journal
of American Medical Association se la sua ignoranza della Storia della Medicina nasconde una sofisticatissima provocazione intellettuale, ma cosa dire del Covacich, che Wikipedia ci assicura avere una laurea in filosofia? In Platone v’è più
d’un cenno a una correlazione tra Nous e cervello, questo è vero, e sappiamo
che i neoplatonici Marsilio Ficino e Pico della Mirandola ebbero contatti con
Michelangelo: anche ammettendo, tuttavia, che per prodigiose virtù divinatorie il Buonarroti avesse nozioni anatomiche del cervello che sarebbero state conosciute solo un
secolo dopo, con un committente come il Papato di quei tempi, di solito
attentissimo all’aderenza dell’opera d’arte a dettami ritenuti indiscutibili,
un artista poteva prendersi certe libertà? Quale era, ai tempi di Giulio II, la
posizione della Chiesa riguardo alla filosofia di Platone? Non benevola,
diciamo. Bisogna aspettare il primo Novecento per trovare un teologo cattolico
che riesca a liberare la teoria platonica delle Idee dall’accusa di contraddire
la dottrina, che l’accompagnava fin dal III secolo. In tale contesto,
Michelangelo poteva ritenersi libero di raffigurare Dio come un Nous in forma di
cervello? Avrebbe mai potuto rappresentarlo come «ipostasi neoplatonica di
qualità cerebrali che l’uomo riceve in dono»?
Mi scusi per l'eventuale banalità della domanda, ma a quando risale l'individuazione del cervello come centro sensoriale e cognitivo in luogo della precedente generalizzata convinzione che a tale ruolo fosse deputato il cuore?
RispondiEliminaLB
La domanda non è affatto banale, ma occorre si faccia chiarezza sul termine "individuazione", che implica il generale consenso ad una scoperta scientifica. Bene, questa è acquisizione assai recente, e in ogni caso applicabile solo a posteriori, in sede storiografica. Nello stesso Platone (alcuni ritengono perfino in Anassagora) ci sono accenni al "cervello come centro sensoriale e cognitivo", anche se ovviamente si tratta di un "cervello" che è ben lungi dall'essere anatomicamente conosciuto come sarà dal XVII secolo in poi. Di fatto, per secoli, il cristianesimo ha considerato legge tutto il corpus aristotelico ("Ipse dixit"), nel quale il cervello ha funzione di camera di raffreddamento degli umori vitali.
RispondiEliminaUn radiatore, insomma. riempito di liquido antigelo.
EliminaSul neoplatonismo di Michelangelo non ci sono dubbi (vedi ad es.Robert J. Clements, Michelangelo's Theory of Art, 1961): filtrato soprattutto da Plotino, sedimentato negli ambienti intellettuali fiorentini e riferito in massima parte alle teorie estetiche. Non mi pare che gente come Giulio II fosse attenta a reprimere il platonismo: la Scuola di Atene fu commessa dallo stesso papa e completata prima della sua morte.
RispondiEliminaRavvisare la forma del cervello nell'affresco è una cazzata e basta.
D'accordo sul fatto che Michelangelo abbia avuto contatti col neoplatonismo, d'altronde l'ho scritto, anche se ho dimenticato di aggiungere il Poliziano a Pico della Mirandola e a Marsilio Ficino. Ho dubbi, invece, sul fatto che gli influssi possano essere andati più in là di ciò che il neoplatonismo determinò nell'ambito delle teorie estetiche, tanto meno per quanto attiene all'encefalocentrismo che d'altra parte possiamo desumere solo dal Timeo: Michelangelo non era uomo di lettere (non ha difficoltà a considerare le sue Rime una divagazione fuori campo) e anche sulle sue frequentazioni del Giardino di San Marco, che si limitano a poco più di tre anni (1488-1490), c'è stata negli ultimi decenni una seria revisione critica (più che un'"università", era un "salotto mondano"). Ammesso e non concesso, tuttavia, che avesse voluto "inscrivere il gruppo di Dio e degli angeli nella sagoma di un cervello umano", non avrebbe avuto a disposizione alcun modello di "sagoma".
EliminaNon sono d'accordo, invece, sul fatto che, col commissionare al Sanzio la Scuola di Atene, Giulio II dimostri una qualche adesione intellettuale al neoplatonismo, che nella Roma di quegli anni, almeno fuori dalla cerchia dei letterati, era vissuto al pari di una moda dei gusti. D'altra parte, nel dipinto raffaelliano, insieme a Platone, è raffigurato anche l'"ateo" Democrito: consentire la raffigurazione di un consesso che simboleggiava la summa della sapienza antica non rappresentava evidentemente un riconoscimento di valore.
Forse non mi sono spiegato, perché sono d'accordo con quello che dici, eccetto per Giulio II, del quale non ho detto che fosse platonista, ma semplicemente che non reprimeva la esplicitazione in arte del platonismo. Per essere sincero, non mi vengono in mente casi del genere neppure durante la controriforma. Il che non significa che non ce ne siano stati, naturalmente.
EliminaAllora scusa, devo aver capito male io. Peraltro avrei dovuto io, nel post o nella risposta al precedente commento, fare il dovuto distinguo tra il neoplatonismo come sistema filosofico e il neoplatonismo come corrente culturale ispiratrice di canoni estetici. Sul secondo, sono d'accordo con la tua considerazione, mentre sul primo si potrebbe discutere a lungo, perché il cristianesimo riesce a far suo il (neo)platonismo solo dopo averlo "lavorato" ai propri scopi, con Agostino innanzitutto.
EliminaE pensare che su "La lettura", quella vecchia che uscì dal 1901 al 1945, scrivevano D'Annunzio, Gadda, Pirandello, Buzzati...
RispondiEliminaViviamo tempi bui, signora mia.
Elimina"Ammesso e non concesso, tuttavia, che avesse voluto inscrivere il gruppo di Dio e degli angeli nella sagoma di un cervello umano, non avrebbe avuto a disposizione alcun modello di sagoma".
RispondiEliminaPerò (la butto lì, magari usando un'errata terminologia) gli schizzi anatomici di Leonardo Da Vinci rivelano la sua ottima conoscenza riguardo la conformazione della calotta cranica e della materia grigia (quest'ultima, per la verità, era probabilmente il risultato d'una deduzione basata sulla struttura del cranio). È verosimile quindi presumere che anche il Buonarroti, del pari o ancor più, ne avesse. Ciò, ovviamente, al netto delle considerazioni di cui sopra sul cervello come centro sensoriale e cognitivo.
Chi vede un cervello umano nella "Creazione di Adamo" allude alla sezione sagittale mediana dell'organo e infatti i contorni dei personaggi inscritti nella sagoma dovrebbero corrispondere a quelli delle formazioni osservabili in una preparazione ottenuta con questo taglio. Ora, tolti i disegni relativi alla calotta cranica, che possono tutt'al più lasciare inferire qualcosa sulla superficie degli emisferi cerebrali e di quelli cerebellari pur se interposto il sacco meningeo, solo in due casi Leonardo ci dà una sua interpretazione dell'anatomia del cervello, e in entrambi i casi la massa dell'organo mostra superficie e contenuto indistinti. In quanto alla superficie del cervello ignora le circonvoluzioni e in uno dei due disegni (in cui l'organo è sollevato dalla base cranica per meglio mettere in evidenza le paia di nervi cranici e il chiasma ottico) lo rappresenta a mo' di palla. Nell'altro disegno, delle strutture interne si dà conto solo relativamente al sistema ventricolare. Limiti che, come ho scritto nel post, sono dovuti alle difficoltà di studiare l'organo nel cadavere senza un opportuno allestimento. Queste puntualizzazioni, tuttavia, diventano superflue dinanzi alle tavole con le quali il Meshberger ritiene di poter dimostrare la correlazione tra l'anatomia del cervello e il dipinto di Michelangelo.
EliminaSecondo te quindi nessuno fino al 1600 aveva mai aperto una scatola cranica e sezionato un cervello??
EliminaLei saprebbe produrmi prova che sia stato fatto, si siano messe nero su bianco le osservazioni al riguardo e che Michelangelo le abbia lette?
EliminaMi scusi, ma il fatto che una prima descrizione anatomica del cervello sia stata pubblicata a stampa nel 1664 non significa che prima di quella data (anche molto prima) tali studi anatomici non erano stati fatti. Anzi, proprio perché la prima grande pubblicazione in materia avvenne nella seconda metà del XVII secolo, mi sembra molto probabile che gli studi fossero iniziati da almeno un secolo. È vero non ci sono prove che Michelangelo conoscesse la forma della sezione sagittale del cervello, ma fossi in lei non liquiderei la questione solo avendo a disposizione come argomentazione che il Cerebre Anatome fu pubblicato nel 1664.
EliminaLa somiglianza con il cervello, una volta fatta notare è sorprendente. Potrebbe essere pareidolia ma potrebbe anche non esserlo. Questo fatto non andrebbe bollato come bufala, tutt'al più come una congettura.
http://malvinodue.blogspot.it/2016/12/pazienza.html
EliminaConcordo perfettamente con la sua tesi. Michelangelo era un artista e tale rimane. Tutto il resto sono congetture.
RispondiEliminaSecondo una tesi sostenuta nel libro “Il vero significato dei sogni”, Giancarlo Gattesco, Aldenia edizioni, la perdita del paradiso terrestre raccontata nella Genesi corrisponderebbe alla perdita della consapevolezza del momento presente e ciò sarebbe dovuto allo svilupparsi del pensiero, attività che ci proietta costantemente nel futuro quando non ci fa rivivere il passato, ma lo stesso significato trasparirebbe anche da due dei dipinti che affrescano la volta della Cappella Sistina, opera di Michelangelo.
RispondiEliminaIl dipinto del Peccato originale descrive la condizione di perenne giovinezza di cui l'uomo poteva godere quando non conosceva il pensiero che crea il tempo, infatti è possibile notare come Adamo ed Eva appaiano giovani prima di avere compiuto il peccato e con dei corpi già invecchiati mentre vengono cacciati dall'angelo.
L'intento di Michelangelo si completa in quello che è forse il suo dipinto più famoso e cioè la Creazione di Adamo. Dall'osservazione di questo affresco appare evidente come l'artista voglia in realtà raffigurare il pensiero che crea la mente umana (prospettiva sostanzialista o essenzialista della mente), infatti notiamo che nel drappo con le figure angeliche che fanno da sfondo alla figura divina si cela una sezione del cervello umano.
Anche nel libro già citato si sostiene che l'attività mentale non è connaturata all'essere umano, infatti secondo il suo autore i sogni derivano dall'attività depurativa del sonno che vede l'organismo impegnato nell'eliminazione delle tossine psichiche che abbiamo prodotto durante la giornata. Tutti i drammi vissuti nel sogno non sarebbero che manifestazioni dell'angoscia della nostra anima (individuabile nell'intelligenza e volontà di vita che è alla base dello svolgersi delle funzioni autonome del corpo e che si estende oltre di esso formando l'aura che lo circonda), per l'eccessiva produzione di energia mentale, la quale, non potendo essere depurata dal sonno andrebbe ad inquinare l'anima/aura per la differente qualità vibrazionale.
Lo stesso significato sarebbe riscontrabile in un altro racconto biblico, cioè in quello del crollo della Torre di Babele che si riferirebbe alla perduta capacità di comunicare attraverso un unico linguaggio che non poteva essere verbale e ciò sarebbe appunto dovuto alla nascita del pensiero, che è alla base della verbalizzazione.
Il linguaggio primordiale sarebbe stato energetico in quanto formato da onde vibrazionali che venivano emanate provando dei sentimenti di consapevolezza che facevano fremere il cuore e che venivano elaborate e comprese dalla particolare intelligenza di cui il cuore sarebbe dotato. Tale modo di comunicare permetteva ad ognuno, oltre che di interagire comprendendo i sentimenti del prossimo, anche di provvedere a se stesso con estrema naturalezza facendo manifestare nella realtà ciò di cui necessitava attraendola dal non creato, cioè dalla coscienza universale di cui l'universo è composto, il cui doppio movimento di espansione e di riassorbimento è uguale alle sistole e diastole del movimento cardiaco, e che manifestò il creato provando il sentimento della consapevolezza di se stessa, un sentimento che se sapessimo provare ci permetterebbe di vivere in un vero e proprio Paradiso Terrestre.
da PECCATO ORIGINALI - WIKIPEDIA
L'anatomia esatta di certi organi, forse, non era mai stata formalizzata, ma mi volete dire che con tutte le guerre, tutti i morti e tutti i corpi maciullati e tagliuzzati che c'erano in giro nessuno aveva mai visto un cervello "fresco" ?
RispondiEliminaAppunto, anche secondo me!
EliminaP.S. vedo il tuo commento fresco fresco... sei per caso reduce da westworld? ahah
Leggiti questo articolo qua (firmato scientific american!) e ripensa un po' a quello che dici nel tuo articolo per favore. Le opinioni sono opinioni ma parlare di bufala e fare supponenza altezzosa mi sembra eccessivo.
RispondiEliminahttps://blogs.scientificamerican.com/guest-blog/michelangelos-secret-message-in-the-sistine-chapel-a-juxtaposition-of-god-and-the-human-brain/
http://malvinodue.blogspot.it/2010/07/meninge-per-laringe.html
EliminaÈ falso che l' anatomia del cervello non fosse conosciuta ai tempi di Michelangelo. Un esempio: Vesalio nel suo De humani corporis fabrica, libro settimo (1543), da pagina 605. Fonte: http://www.e-rara.ch/doi/10.3931/e-rara-20094.
RispondiEliminaUna ricerca più approfondita potrebbe rivelare altre fonti ancora più prossime al dipinto, la mia l' ho trovata con google in 2 minuti. Poi certo che per provare l' ipotesi cervello-Dio ci vuole ben altro... sarebbe bello chiederlo a Michelangelo, chissà, potrebbe farsi una risata.. o forse no?
Igor
Una ricerca anche poco approfondita potrebbe rivelare che la volta della Cappella Sistina, di cui fa parte la Creazione di Adamo, fu completata nel 1512, 30 anni prima della prima edizione del De humani corporis fabrica di Vesalio. Poi, certo, sarebbe bello chiedere a Vesalio, chissà, potrebbe farsi una risata... o forse no?
EliminaCerto, Vesalio durante la "Creazione" non era neppure nato, e a sentire la teoria del Dio-cervello potrebbe farsi una risata proprio con Michelangelo ... ma Leonardo et al. studiarono l' anatomia del cervello a partire proprio dal 1508 (ad esempio, usando iniezioni di cera e facendo esperimenti sui buoi, v. Del Maestro 1998, doi: 10.3171/jns.1998.89.5.0874 accessibile con sci-hub.cc). Michelangelo stesso sezionava corpi dall'età di 18 anni. Purtroppo non siamo a conoscenza di tutti i suoi studi o dei testi di altri anatomisti dell' epoca (Marcantonio della Torre ed il suo testo mai pubblicato? Leonardo stesso, Berengario) o di tutte le informazioni che questi abbiano scambiato con Michelangelo.
RispondiEliminaQuindi, su due argomentazioni non sono d'accordo:
1) Thomas Willis non è il primo a descrivere il cervello in dettaglio perché Vesalio lo ha fatto cent' anni prima di Willis.
2) Non possiamo affermare con certezza, che Michelangelo non fosse a conoscenza di precise informazioni concernenti l' anatomia del cervello durante la "Creazione", perché non siamo a conoscenza di tutti i fatti occorsi all' epoca.
Igor
Lei ha parlato di Vesalio, e a sproposito, come le ho dimostrato. Ora lei incorre in altri due spropositi, attribuendomi di aver detto che Thomas Willis è il primo ad aver descritto il cervello in dettaglio: mai detto, ho solo affermato che prima di lui non sono documentati della sezione sagittale mediana del cervello, quella sulla quale si possono imbastire pur zoppicanti analogie con la Creazione di Adamo. Legga meglio il post, lo intenda nel corretto modo, poi si metta alla ricerca di una sezione sagittale mediana del cervello prima del 1512 e, se la trova, mi dimostri che fosse almeno virtualmente possibile che il Buonarroti conoscesse quello studio anatomico. Di poi, lei afferma: "Non possiamo affermare con certezza, che Michelangelo non fosse a conoscenza di precise informazioni concernenti l' anatomia del cervello...". La virgola tra "certezza" e "che" non ha ragion d'essere, e altrettanto dicasi dello spazio tra l'apostrofo e "anatomia", ma su questo posso chiudere un occhio. Non sulla scorrettezza dell'argomentazione: è chi intende dimostrare una tesi (il fatto che la Creazione di Adamo ricalchi la sezione sagittale mediana di cervello) a dover portare prove certe o almeno credibili, non chi ne contesta l'attendibilità, peraltro adducendo dati cui lei fin qui non è stato in grado di contestare. Se le risulta complicato, è come se stessimo parlando dell'esistenza di Dio e lei, credente, obiettasse a me, ateo, che "non possiamo affermare con certezza che Dio non esiste". E' lei che deve dimostrarmene l'esistenza con certezza, giacché ne sposa la tesi, non io a doverle dimostrare il contrario.
EliminaUn avviso: i suoi due precedenti commenti erano insulsi; nel caso voglia azzardarne un terzo, rilegga bene il post e smentisca l'impressione di essere un troll.
Signor Castaldi,
RispondiEliminasono tra coloro che fanno grande fatica a credere che si tratti di un cervello, ma non certo per le ragioni da Lei addotte.
La somiglianza con la sezione cerebrale umana è effettivamente impressionante, questo è il dato di partenza di una discussione che altrimenti neppure avrebbe luogo.
L'argomento che Lei utilizza è del tutto fuorviante, poiché invece di entrare nel merito si limita a liquidare la cosa negando che il Buonarroti potesse conoscerne l`anatomia.
Se ne deduce che se venisse provato il contrario, Lei non avrebbe più alcuna obiezione.
Mi sembra davvero spericolato questo atteggiamento, che fonda tutto su circostanze traballanti...
Le tavole di Vesalio sono del 1543, e Michelangelo era vivo e vegeto.
Ma leggiamo insieme, signor Castaldi, quanto scrive proprio Vesalio :
''...a questo scopo abbia esaminato...il capo di un uomo ancora caldo, meno di un'ora dopo la decapitazione" (Fabrica, IV-4).
Dunque, la bufala è che nel Cinquecento nessuno avesse visto un cervello non decomposto.
Tanto credo che basti a smentire le Sue perentorie affermazioni.
Se il gruppo divino della Sistina rappresenti un cerebro non lo so, e stento a crederlo, ma se un giorno lo si potesse confermare la storia dell'arte cambierebbe, non trova ?
Di una cosa sono sicuro, invece.
Che non sarebbe certo grazie alla supponenza di chi irride ogni ipotesi non condivisa
Le tavole del Vesalio sono del 1543, ma la volta della Cappella Sistina è stata completata nel 1512. In altra occasione l'avrei mandata a cagare, ma oggi ho animo lieve e umor sereno, quindi mi limito a chiederle: cosa intende dimostrare col parlarmi di una ispezione anatomica di oltre tre decenni posteriore alla composizione in oggetto? Se il mio procedere argomentativo è spericolato, il suo, signor Anonimo, è da ubriachi. Saluti.
RispondiEliminaImpressionante e sorprendente la similitudine dell’immagine con la sezione di un cervello. Non capisco però l’interpretazione che è stata data. A mio avviso è esattamente l’opposto:
RispondiElimina1- Adamo è messo in grado di vedere il pensiero, il cervello di Dio.
2- Il cervello di Dio, il Suo pensiero, è trasmesso, è comunicato ad Adamo.
E’ talmente lineare la mia interpretazione che mi chiedo come mai non sia stata letta in questo modo.
Grazie per avermi dato la possibilità di esprimere ciò che penso.
Beh in realtà illustrazioni del cervello esistono da tempo, nel 1543 il manuale del medico Andrea Vesalius, descrive, oltre ai vari organi, anche il cervello, dissezionato in varie angolazioni, ma anche prima di questo esistono varie illustrazioni che non si discostano poi tanto dalla rappresentazione del cervello come la conosciamo. Ovviamente è illogico pensare che all'epoca di conoscesse dettagliatamente il cervello, da sapere con esattezza la posizione delle varie parti che lo compongono, ma la sua rappresentazione era possibile. Inoltre l'importanza del cervello era già stata ipotizzata nell'antica Grecia da filosofi come Platone e Ippocrate, che ritenevano il cervello organo che dava vita al pensiero umano.
RispondiEliminaCon infinita pazienza ripeto: (1) la Cappella Sistina è completata nel 1512, trent'anni prima che Andrea Vesalius pubblicasse il suo manuale; (2) quali sarebbero le "illustrazioni che non si discostano poi tanto dalla rappresentazione del cervello come la conosciamo" antecedenti al 1512?; (3) pacificamente assunto che "l'importanza del cervello era già stata ipotizzata nell'antica Grecia da filosofi come Platone e Ippocrate", come se ne inferisce che Michelangelo abbia avuto a modello la sezione sagittale mediana del cervello umano?
EliminaProva che Michelangelo abbia avuto a modello la sezione sagittale mediana del cervello umano per la Nascita di Adamo non c'è. E come ipotesi non regge alle evidenze dell'ancor rozza conoscenza anatomica dei suoi tempi. In quanto alle correlazioni che vi sarebbero tra formazioni cerebrali e dettagli del dipinto, occorre esser ciechi per non accorgersi che sono arbitrarie.
Poi, non so ancora quanto durerà la mia pazienza.