Su la Repubblica di domenica 16 marzo, in
anticipo di qualche mese, Eugenio Scalfari commemora Enrico Berlinguer nel
trentennale della morte e, al netto di qualche cedimento all’assurdo («la sua somiglianza al ruolo di papa
Francesco»), al desueto («ploro» in
luogo di «compianto») e all’oleografico
(«era timido, era riservato, era
prudente, era moralmente intransigente»), dimostra di non aver capito un
cazzo del triennio 1979-1981, uno dei momenti chiave della storia politica italiana,
sennò di aver capito fin troppo bene, ma di aver rimosso, peraltro in modo
assai maldestro, una delle tante cantonate prese da giornalista con la fissa d’essere
demiurgo. Quella, infatti, è la stagione in cui el Fundador si illude che
Bettino Craxi voglia farsi levatrice di un polo laico che raccolga socialisti,
repubblicani, socialdemocratici e radicali, per coalizzarsi col Pci in un’intesa
paritaria e farsi alternativa alla lunga e incontrastata egemonia
democristiana. Propendo per la seconda ipotesi, perché ritengo assai
improbabile non abbia letto le note e gli appunti riservati che Antonio Tatò
scrisse in quegli anni al segretario del Pci e che Einaudi ha raccolto una
decina d’anni fa in un volume curato da Francesco Barbagallo (Caro Berlinguer, 2003): in quelle pagine
c’è prova irrefutabile del fatto che Enrico Berlinguer non ci credesse affatto
e che in buona sostanza lo illudesse, come Bettino Craxi illudeva Marco Pannella,
in ciò chiudendo il paradigma che vuole sempre cornuto e mazziato il «laico»
che pretende di dialogare con l’elettorato di sinistra interloquendo col
capobastone che è riuscito a fidelizzarlo.
Solo per dire che mi indispettisce il paragone tra Berlinguer e un imbroglione. Si definisce ateo il sig Scalfari e come tale dovrebbe essere indignato che ci sia ancora un personaggio chiamato papa, erede di una schiera di veri delinquenti, padroni di mezza Italia mentre predicano di fare opere di bene, e a capo di una schiera di inutili parassiti.
RispondiEliminaPost notevole, memoria perfetta,sintesi mirabile.
RispondiEliminaSempre utile passar di qua.
Stia bene.
Ghino La Ganga