Giuseppe
Regalzi si è fatto carico di leggere e recensire l’ultimo libro di Mario Adinolfi (Mario vuole la mamma - Bioetiche, 26.3.2014), dandoci ennesima prova del suo acume analitico. È nella risposta al commento di un lettore, però, che ci offre un interessante spunto di riflessione: «Perché
il livello intellettuale e culturale degli integralisti è così basso? Uno
sarebbe tentato di rispondere “perché se fossero intelligenti non sarebbero
integralisti”; eppure ho la sensazione che il livello stia scendendo. Un’ipotesi
è che sia la Casa Madre a perdere colpi. Una volta la Chiesa attirava energie
intellettuali, specialmente tra le persone dei ceti più poveri, che per
studiare dovevano andare in seminario; ma con la democratizzazione dell’istruzione
- diciamo dagli anni ’60 - questo serbatoio, almeno nei paesi occidentali, si è
venuto esaurendo. Così, se paragoni per esempio il vecchio Monsignor Sgreccia -
che aveva una sua dignità intellettuale, pur nell’errore - ai nuovi esperti
clericali, noti la differenza; pensa all’invenzione dell’ideologia del gender,
che notoriamente non esiste se non nell’immaginazione sovreccitata degli integralisti
- una volta questo non sarebbe successo (credo), oggi te la ritrovi nei
discorsi papali (del papa emerito, almeno). Se il messaggio di partenza è
questo, al ragazzotto che straparla sulla rete cosa può arrivare? Poi c’è anche
una certa concorrenza a spararla grossa, credo perché in questo modo,
stuzzicando le paure eminentemente piccolo-borghesi di questo strano mondo
cattolico, alcuni hanno costruito una lucrosa carriera politica, e altri
vorrebbero imitarli. E non dimentichiamo il basso livello delle scuole private
cattoliche».
Non si poteva dirlo meglio. Io avrei fatto l’errore di dire che Adinolfi scimmiotta Ferrara, ma nella sintesi non avrei dato ragione del come il tragico scade nel ridicolo.
A voler usare lo stesso metro di Adinolfi: e' quantomeno curioso che voglia fare il difensore del cattolicesimo un personaggio che pecca spudoratamente di gola, gioca d'azzardo e si sposa a Las Vegas.
RispondiEliminaHo avuto la sfortuna di leggere alcuni capitoli del "libro" su facebook, ho letto la recensione collegata, non credo che ci sia molto altro da aggiungere.
Sono andato a vedere il numero di Bioetica e ho visto che il libro di Adinolfi è stato pubblicato da "Tricase, Youcanprint Self-Publishing". La cosa mi ha incuriosito perché Tricase è un piccolo paese in provincia di Lecce che conosco abbastanza perchè ci è nato mio padre. Ma l'aspetto più interessante è quel Self-Publishing. Possibile che un ex-deputato, blogger, giocatore professionale di poker, collaboratore di Avvenire, Europa, Il Popolo, La Discussione, e la Radio Vaticana, fondatore dell'associazione Generazione U, ex DC, ex PPI, ex PD, collaboratore di MTV, Red TV, direttore del settimanale The Week...non abbia trovato uno straccio di editore? Al Bano e Romina hanno pubblicato con Rizzoli, Adriano Celentano con Bompiani, perfino Daniele Capezzone ha pubblicato con Rubettino e il povero Adinolfi deve farlo a spese sue?
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