Giorno
di festa, le librerie sono chiuse, non possiamo precipitarci a comprare l’ultimo
volume di Giancristiano Desiderio (Vita intellettuale e affettiva di Benedetto
Croce – liberilibri, 2014), che Radio Radicale ci raccomanda come imperdibile. Lo
faremo domani, senza meno, anzi arriveremo un quarto d’ora prima dell’apertura
per essere sicuri di potercene assicurare una copia prima che vada esaurito, d’intanto
riflettiamo su quanto l’autore ha detto nel corso della trasmissione, e
trasecoliamo, perché di Benedetto Croce ci eravamo fatti un’idea diversa da
quella che questo libro sembra voglia suggerirci, e noi siamo disposti a
ricrederci: ben venga chi abbia argomenti per dimostrarci che non fosse il
mostro di egolatria che emerge dalle molte e molte testimonianze che nel corso
degli anni abbiamo raccolto qua e là, tutte convergenti nel rafforzare in noi
la convinzione che proprio un grave vizio di anaffettività fosse al fondo della
pomposa artificiosità del suo sistema filosofico. E tuttavia da subito, dal
poco che ci ha detto Giancristiano Desiderio nel corso della trasmissione
radiofonica, qualche perplessità ci assale.
Vero è, infatti, che Angelina
Zampanelli abbia vissuto accanto a Benedetto Croce per vent’anni, ma non
solleva alcun dubbio il fatto che egli abbia deciso di sposarla solo in punto di
morte? Il periodo storico era quello in cui la convivenza more uxorio senza contrarre
vincolo matrimoniale faceva della donna una concubina: tanto amore non riuscì a
trovare modo di risolvere una situazione che avrà arrecato senza meno qualche
imbarazzo alla signora? Si potrebbe obiettare che il filosofo fosse allergico al matrimonio,
se non fosse che a pochi mesi dalla morte di Angelina Zampanelli egli si sposa con
Adele Rossi. E basta leggere la lettera datata 16 febbraio 1914 indirizzata
alla cugina Teresa nella quale le annuncia la decisione per aver modo di capire
chi fosse veramente Benedetto Croce.
Collaboratrice e badante, diremmo. Sposabile, a differenza di Angelina Zampanelli, perché di buona famiglia. Diciamo che sposare Angelina in punto di morte fosse da intendere come il versamento della liquidazione prima di passare a mettersi in casa una nuova governante, con altro tenore di contratto, visto che il datore di lavoro era ormai sotto la cinquantina.
Si dirà, e a ragione, che a quei tempi molti matrimoni, poi anche felici, avevano analoghe basi affettive. Siamo
negli anni, infatti, in cui su un giornale bavarese appare il seguente annuncio
a pagamento: «Impiegato statale di medio livello, cattolico, 43enne, cerca
ragazza cattolica, vergine, che sia brava in cucina, nel cucito e nelle pulizie
domestiche. Gradita la dote, ma non è indispensabile», che avrà buon esito
portando all’altare il padre e la madre di Benedetto XVI, il quale, onorando la
nobiltà dei valori sui quali era fondata la sua famiglia, lamenterà coerentemente, un secolo
dopo, che ormai «si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di
pulsioni istintive».
Bene, tutto bene, così andavano le cose e non possiamo rimproverare a Benedetto Croce di aver avuto in Angelina, prima, e in Adele, dopo, due collaboratrici domestiche. Ma dipingercelo come
uno col cuore grosso quanto Palazzo Filomarino – questo pare voglia farci credere Giancristiano Desiderio – francamente è troppo.
l'aneddoto sui genitori del papa è troppo irrealistico, hai un link o citazione per confermare?
RispondiEliminaMatteo Z.
Uomo di poca fede!
RispondiEliminahttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/09/11/militare-celibe-cattolico-il-padre-del-papa.html
Dimmi la verità: il nome e il cognome dell'agiografo non contengono in sé già una mezza recensione?
RispondiEliminaNon so se la corrispondenza privata con la cugina sia di per sé convincente della mancanza di affetti e l'egotismo di questo uomo. Non faccio fatica a figurarmi una storia diversa, più appassionante. Un uomo è in amore con una ragazza troppo giovane, e per evitare lo scandalo convive con una donna che ha amato e a cui ancora è sinceramente affezionato, ma che non può sposare per fedeltà ai suoi veri sentimenti. Quando lei muore lui può finalmente sposare la giovane, ma per nascondere il suo lungo travaglio ai famigliari, o per acquietarli in vista della corsa per l'eredità, li rassicura fingendo di contrarre un matrimonio per pure ragioni materiali ed egoistiche. In verità, egli è schiavo d'amore di costei da sempre.
RispondiEliminaMancano gli Ufo.
EliminaTratto in inganno dal titolo del post, avevo confidato ardentemente di trovarvi una Sua recensione su "Tesi fondamentali dello scambio di coppia come scienza dell'espressione e linguistica generale".
EliminaLB
Questa è deliziosa, complimenti.
EliminaCosa c'entra la biografia di Croce con l'ultimo numero di Grand Hotel ? E comunque
RispondiEliminanell'Urtext (Grand Hotel ovviamente) lei,la giovane, stava già con un'altro, Giovanni G.